sabato 29 dicembre 2018

CAPODANNO SENZA DANNO

Capodanno con il botto, Capodanno senza l'otto, Capodanno piú che dotto, Capodanno meglio ghiotto. Sta per finire un altro anno, un anno in più sulle spalle, un anno per tirare le somme, un anno per azzerare le attese, per fare un bilancio, un piano da realizzare, un piano da ribaltare, che la vita poi, non la capisci mai fino in fondo.

Capodanno senza danno, Capodanno come un canto, Capodanno con il giallo, come i mattoncini del lego, la formula di un incantesimo, tutto quello che serve per costruire, come il colore del sole. 
Capodanno nostalgia. Capodanno allegria.  Capodanno vestaglia, pigiama, vestito da sera, vestito da viaggio. Capodanno trucco e parrucco, Capodanno di trenini, e "YMCA" e trallallà.

Capodanno malinconia. Sapore di antico, vecchia poesia che si ripete, anno che finisce, tempo che parla e racconta.
Ho passato incroci di sguardi, e giorni lunghi come luci improvvise di cartoni animati, momenti indelebili troppo veri per rendermene conto, e momenti di ordinaria quotidianità, che poi sono quelli che contano davvero, quelli che danno senso al tempo, e si ricordano.

Ricordo tutto. 
Perfino le volte che senza conoscerci ci siamo sfiorati senza incontrarci. Il  motivo di una canzone. Addirittura il paradigma di fero- fers- tuli- latum-ferre. Le volte in cui mi sono chiesta se mai mi hai pensato un pochino anche tu.
Ripenso a quest'anno passato e non posso che ringraziare chi mi è stato vicino. Perdonarmi gli errori che ho fatto, tutte le volte che non ho capito, le insicurezze, le paure della ragazzina che ero. 
Augurarmi di migliorarmi.
Di stringere forte quello che conta.

E allora Capodanno senza danno mi suona come manifesto programmatico. 
Locandina di un film ripetitivo e un po' monotono, testo di una canzone da riascoltare per capire bene il sapore dei baci e delle lacrime, degli abbracci e dei per sempre, delle attese e delle cose accantonate, lí dove il cuore, per il resto, conserva tutto.



Immagine: Jorge Lujan e Pietr Gobler, Oh i colori!

giovedì 27 dicembre 2018

DENTRO AL CUORE

Prima sono andati via i quaderni a quadretti grandi, poi le penne cancellabili, poi i libri di scuola, gli zaini, poi le penne colorate e le matite. Sono arrivati i giorni pieni di illusioni e le attese piene di giorni, i suoni delle declinazioni, i tempi delle coniugazioni, i paradigmi quasi fossero indizi di vita e veritá, segnali di fumo dal passato, segreti di sicurezza. Poi se ne sono andati i capelli corti e le code con l'elastico, il tempo dei giochi e le merende, e sono andati via un po' tutti,  forse sei andata via un po' anche tu, perché ognuno aveva il suo posto e il suo tempo scritto sul fiato di un vetro, o sul ricordo di un braccio, un sorriso impresso sulla pelle. Sono andate vie le fotografie della polaroid e quelle del cellulare, le notti di Natale, le ninnenanne davanti alle finestre, i giorni dei sogni, quelli dei disamori, quelli del pianto, del disincanto. Non mi piace la parola fine. Sa di passato, di dimenticato, di interrotto, di tristezza. 
Eppure si cresce ed ogni giorno è un cambiamento.
Lo si impara da subito che l'altra faccia dell'amore è il dolore, ma senza l'amore non saremmo vivi.
E allora crescere non é altro che imparare a riconoscere l'amore. Quello dei primi passi per casa, delle ninnenanne, dei sorrisi della nonna. Quello dei grandi, che non è molto diverso da quello dei piccoli, se non per una maggiore consapevolezza, e per gli occhi piú lucidi. Passano molte cose, ma quelle che restano le trovi tutte qui, strette strette dentro al cuore.


sabato 22 dicembre 2018

LA CAMPANA DELLA SERA

Suona la campana della sera, anche se tra poco è Natale, torna l'ora di chi non cresce, di chi è invecchiato.
Torna come sempre, ogni giorno allo stesso battito, e racconta un suono che non cambia, mentre cambiano i contorni del paese, i colori del tempo, che col finire del giorno lasciano i muri tiepidi e disabitati. Suona con il suo misto di storia e nostalgia, con i passi di chi ha imparato a camminare, e con l'ombra dei giochi nei sogni di chi non gioca più, con i panni stesi ad asciugare e le voci di quartiere che svaniscono; è la vita di paese che finisce e ricomincia, con le luci delle macchine e le imposte alle finestre, con i cartelli "vendesi" e nuove porte, uno strano antico sapore di quello che è stato. Nostalgia.
Suona la campana della sera, sotto Natale.
È il tempo che ritorna, il tempo di chi é cresciuto. Di chi si guarda attorno, e per un po', non ha paura di ritornare.

giovedì 29 novembre 2018

QUARTIERE

Torno a scrivere, forse perchè non bastano le parole, che spesso fanno rumore e nulla piú. Torno a scrivere perchè ho un po' di tempo per mettere da parte il resto e riflettere, per piangere, per capire le cose che vanno, quelle che passano, che ci restano a fianco, che si evolvono. Penso al senso di un sorriso, al Natale dei bambini che non é piú quello dei grandi. E mi ritrovo a piangere per te, che sei andata via e neanche ti conoscevo, eppure da dietro un vetro ogni giorno hai dato a questa strada il nome di quartiere, e dire che pure mi hai insegnato qualcosa, lí da quel vetro a guardare chissá cosa. Mi hai insegnato il senso di un'etá che finisce, mi hai mostrato il valore di un legame inscindibile, di un piccolo mondo a due lontano di piccoli gesti quotidiani e forse tenerezza, e mi hai ricordato che si cresce anche cosí, con i vuoti alle finestre dove prima c'erano luci ed ora non piú,
e che tutto ha senso, fino a quando c'é l'amore.

martedì 20 novembre 2018

NOVEMBRE

Novembre,
le strade silenziose,
il tempo deserto,
le porte chiuse
che raccontano.

Il vento racconta,
i giorni piú corti,
l'inverno precoce
che ti resta
nelle vene,
nel fumo
di un camino
passata eternitá
di un sapore
familiare

Racconta le guance 
rosse,
le valige di chi é venuto
e andato via,
di chi resta
con il silenzio degli
altri,
il tempo di una rosa,
di una lacrima,
di un saluto,

la luce di un lampione
illumina
un pezzo di cuore
sono le vie
delle preghiere
che portano
a casa

giovedì 15 novembre 2018

DI SEMPRE

Questo tempo
ha il sapore dei raggi d'autunno
quieti come un pallido sole.
L'infanzia
scorre via
nei passi di un anziano,
e non sa
dove va a finire
il tempo dei giochi.
La timidezza
si ristora
in un vicolo di paese,
con le finestre accese,
e le strade dimesse.
I fiori dicono
una poesia,
da qualche parte
nascono
quartine,
il cuore va
con il rumore di sempre.

venerdì 9 novembre 2018

STORIE

Le storie sono le persone.
I ricordi sono incontri,
incontrarsi significa riscoprire

una parte di sè.
La ricchezza sta in ció che il cuore conserva,
nelle emozioni che ci
insegnano ancora 
quanto conta 
restare umani.


martedì 23 ottobre 2018

TORNARE

Tornare, nuove strade, vecchi silenzi, nuovi rumori di pensieri. Tornare come passano le nuvole nel cielo, con il vento sulla faccia, uno sguardo diverso, un tiepido sole sui muri delle case, lo scodinzolio di un cane solitario, la vita che cammina e si ferma, ogni tanto, per strada. Tornare per capire, per vedere, per sentire, per piangere. Per ricordare i girotondi del tempo, i giochi della fantasia, le scarpe allacciate strette e sporche di ritornelli e felicitá, senza sapere che i sentieri fanno diventare grande, e che lo spazio pian piano si restringe, diventa piú piccolo, svanisce. Ritornare per essere ancora, per ritrovare il sapore d'autunno dalle case, il posto vuoto di un anziano su una panchina, il sapore delle cose buone, del pane, il senso di un sorriso all'improvviso. Tutto è finito, l'anima é infinita. Tu resti.


Qui dove si fermano i poeti.
Fermati. I posti del cuore
non finiscono
ma lasciano
muri di carta
che diventano
storie.
L' anima é infinita.
Tu resti.

mercoledì 10 ottobre 2018

PAESI

Spegnete il gps
chiedete indicazioni
guardate negli occhi della gente
le loro storie
perdetevi
cercate le strade
sentite il sapore della terra
l'impronta dei passi
il rumore del vento.
Osservate i fiori
che costeggiano l'asfalto
segnano la via
dove il tempo
si ferma
per ritornare

domenica 7 ottobre 2018

AUTUNNO

Autunno gentile
io mi scopro
in questa vaga parvenza
a rimirarti

Triste foglia
caduta
che la malinconia
raccoglie e assapora

Passa il vento
ed é un canto.
Canto doloroso
nel petto che languisce
Una strada solitaria.
Fiori gialli.
Mosto d'uva.
Dolcissima agonia
che ama e indugia

Ovunque
dove resta
il sapore dei tuoi occhi.

sabato 29 settembre 2018

SOLO UNA

Come puó l'ordine anarchico di spotify capire il senso delle mie emozioni, la necessitá di una canzone, l'imprevedibilitá di una musica non cercata, inattesa, inadeguata, che non sente e ignora i miei sentimenti?Come puó il random di un lettore mp3 capire le parole mute della mia anima, quando quello che vorrei è riavvolgere il nastro come una vecchia musicassetta, quando le canzoni avvolgevano penne biro e fantasie, e i sogni erano un profumo in piú che l'anima non sapeva di avere? Quanto abbiamo perso in entusiasmo e poesia, quando tutto é a portata di mano, quando basta un click, un messaggio vocale, quando conta il tutto subito, il tutto qui, il tutto per un po' e il tutto nuovo, il tutto mai spento, il tutto senza sapore, il tutto giá finito. Dove sono le canzoni di oggi, quelle per sempre? Sono quelle che ci portiamo dentro, che raccontano una parte di noi, che definiscono i nostri confini, ancor piú veri quanto piú é labile la percezione di questo tempo fragile e insicuro? Non lo so, so solo che quando sono triste, quando bruciano i tramonti,
c'è una sola canzone, solo una.

martedì 25 settembre 2018

AUTUNNO

Dentro l'autunno
la natura
si srotola in canto.

Il mio cuore
assorto
ha il sapore mesto
dei raggi del sole

Una vaga malinconia
mi lega a te

Come faró
a guardare l'incedere
breve del giorno
senza pianto?

Il vento canta
canzoni d'amore
per ritornare.

mercoledì 19 settembre 2018

UNA STORIA

Vorrei leggerti una storia, di quelle che hanno il sapore della pioggia d'autunno, e ancora il calore dei raggi del sole sulla pelle. Di quelle che respiri nella sera più fresca, quando l'imbrunire é un soffio di malinconia, e la tela di un pittore si riempie di sospiri e colori sfumati. Vorrei leggerti una storia, magari in una sera come questa, con la pioggia che bagna le mie sensazioni, con questo tempo che si porta via la mia estate, una parte di me, di quello che è stato. É in serate come questa che il cuore rallenta un po', e comincia a raccontare. Non è triste la gente che aspetta o racconta, é solamente lontana. La mia è una storia di attesa, di quelle che cercano nel vento un profumo, e poi potrebbero viverne una vita intera. Di quelle che si scaldano al sapore delle lacrime, e che stringono al petto le promesse, le speranze, le piccole gioie d'ogni veritá, e di questo tempo a metá fanno la loro pienezza, perché la pioggia é come un canto, eco lontana, di tutto quello che sento, e che non so ancora dire.

lunedì 3 settembre 2018

ISTRUZIONI PER PRODURRE DOLCEZZA

Un abbraccio si fa cosí
si perde il centro del mondo
si spostano le braccia
si mischiano i pensieri
si stringe forte
e il cuore
resta
vicino
al tuo


SETTEMBRE

Settembre. I giorni del rientro a scuola, in cui tutto rallenta, in cui la vita ricomincia. Non lo sapevo da piccola che era una nuova fase di vita che prendeva inizio, settembre era la fine del mare, dei bagni, delle vacanze. Per la veritá, era anche bello tornare alla normalitá, e per me normalitá aveva data 1 settembre, quando i miei genitori avevano la presa di servizio a scuola. Allora era un crescendo di nostalgie e aspettative, ed io cercavo l'estate tra i vicoli di un paese che del sole d'agosto aveva ben poco. C'erano allora le spese d'obbligo per tornare tra i banchi. E non si trattava solo di colori, astucci o libri di testo dal tipico profumo di nuovo. No. La mia spesa preferita era il diario, il diario scolastico che di lí a poco sarebbe stato pieno di frasi e di disegni. Mi affascinavano tutte quelle pagine bianche da riempire, e non mi rendevo conto che ognuna di quelle pagine sarebbe stato un giorno, e poi un mese, un anno, una vita. Non lo sapevo che si cresceva cosí, tra una pagina vuota e una da riempire, aspettando l'estate e i pomeriggi per giocare, tra gli sguardi di compagni e maestre, che erano lí e credevamo fosse per sempre. E cosí sui quaderni a quadrettoni abbiamo imparato a scrivere nei bordi, ci hanno insegnato che non tutti i numeri hanno un quoziente preciso, e che le rette possono essere infinite, ma solo a patto di avere l'immaginazione giusta per tenere assieme tutti quei puntini. Lo capisci dopo che non sempre la vita ti permette di tenere assieme le cose, ma ormai é giá tardi, e non bastano piú i quaderni da colorare per cercare ancora il sapore dell'estate in settembre. Cosí cresci, fino a quando ti dimentichi pure il suono della campanella, la leggerezza dello studente e delle sue matite, le penne che davano spazio al mondo, che lo inventavano nuovamente. Cresci con le cose che ti restano dentro, con quelle che ti hanno cambiato, con quelle che ti ridanno a te stesso, con un settembre nuovo, che si lascia alle spalle un'estate e i suoi granelli di sabbia, che forse sono infiniti come le rette di tanto tempo fa, ma solo a patto di saperle immaginare e di tenere insieme nel cuore tutto quello che dura per sempre.


Settembre da docente. Suono della campanella. Un programma davanti, una classe di fronte. Sguardi curiosi, assonnati, annoiati, sguardi indagatori, occhi che ti scrutano, o che cercano chissá cosa. Chissá come ero io alla vostra etá, cosa vedevo, cosa cercavo, chissá come mi vedete voi ora. Il perché sono qui me lo ripeto spesso, voi perché dovete, io perchè l'ho scelto. Mi chiedo quanta vita mi trovi di fronte. Quanta vita ci sia dietro la vostra irruenza, dietro la vostra fantasia, dietro la vostra paura o incomprensione del perché delle cose. Vorrei dirvi che vorrei capire anche io. Il perché delle cose, quelle che ti segnano sempre, quelle che si amano, quelle che rendono in ogni caso unica la vita. Vorrei dirvi che con la cultura siete piú forti, che sedevo anche io tra quegli stessi banchi e disegnavo meraviglie, e che il futuro appartiene a voi stessi, a patto di diventare davvero chi voi siete. Vorrei sedermi ancora tra quei banchi dove mi fermo da un'altra prospettiva, e guardare settembre come voi, con voi,  con il suono di una campanella che segna un nuovo anno,  mettendo assieme i puntini,  per sperare e sognare ancora.

sabato 1 settembre 2018

ESTATE

Era il primo giorno d' estate. Il giorno in cui tutto si mette in cammino. Lo fermavamo con la macchina fotografica, o per lo meno ci illudevamo. Facevamo quante piú foto possibili, c'era la luce giusta, la luce giovane, piena di aspettative e speranze. Quando é arrivato il primo giorno dell'autunno? Quando una foglia cadendo ci ha ricordato che nulla dura per sempre, o il sale del mare ci ha detto che non é la pioggia a coprire il sapore di certe lacrime? Fatto sta che sono cambiati gli obiettivi, e anche una vecchia macchina fotografica ormai non esiste piú. Forse non scattiamo neanche piú foto, con i nostri smartphone che di prezioso alla fine hanno ben poco. Era il primo giorno dell'estate e si stava bene con nulla. Adesso tutto quello che conta lo conserviamo nel cuore, fosse anche il sapore di una spiaggia vuota, o di un lontano raggio di sole.

venerdì 31 agosto 2018

Kiss me romanzo


Una copertina rosa accattivante, e un titolo pieno di romanticismo.
Kiss me è il romanzo d’esordio della bookblogger “La gatta con gli occhiali”, alias Simona Mattolini, per la Nulla Die Edizioni. Quel che a prima vista sembrerebbe un romanzo al femminile, è in realtà una storia ricca di emozioni e colpi di scena. È infatti la stessa autrice, sul proprio blog, a definire lo spirito del libro: << una storia di autodeterminazione femminile, con aspetti avventurosi, di umorismo e sentimenti>>. Kiss me è la storia di Giovanna, giovane chirurgo costretta a lasciare l’Italia per poter fare carriera e sfuggire a logiche baronali che la vorrebbero sempre seconda ai grandi del mestiere. Incominciano per la dottoressa avventure che la portano a scontrarsi con realtà d’ogni sorta. Dalla noiosa e viziosa vita della Roma bene, con la quale entrerà in contatto per un crudele gioco del destino a quella povera e sofferente dei sobborghi di Kabul, dalla prigionia ai ritmi delle corsie di ospedali, la vita di Giovanna non sarà più la stessa. Basterà l’incontro con l’irritante e intrigante Lorena, e l’impronta di un tatuaggio sull’inguine, perché la realtà brutale lasci il posto alla magia, al sogno e alla fantasia, per il piacere di tutti a sognare e fantasticare…
La Mattolini scrive un libro frizzante, a tratti intenso, capace di tenere il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. La scrittura chiara e coinvolgente restituisce al libro moderno il piacere della lettura, quello che è per tutti evasione e sentimento, riscoperta di sé, se è vero che ogni volta il lettore quando legge, legge se stesso. Un’occasione in più per trovarsi e ritrovarsi, per il diritto che ognuno ha, a fare dei sogni il proprio posto del cuore.   


     

NOTTURNO

La voce della notte
Lascia lacrime
sul mio cuore

Chi mi saprá spiegare
quanto peso ha
il silenzio
di un giorno

lunedì 20 agosto 2018

Vinpeel degli orizzonti


Un bambino legge tra le nuvole le parole di un vocabolario.  <<Non pensava potessero esistere libri così grandi, né così tante cose al mondo>>. Un uomo raccoglie ogni notte delle conchiglie sulla sabbia,  perchè  <<ogni giorno del mondo aveva il suo mare, e ogni giorno del mare la sua conchiglia, e ogni conchiglia, dentro, aveva la sua storia >>.  Un uomo cerca la sua gamba di legno sulla riva, perché <<quel che il mare prende, il mare rende>>.  Una bambina cerca di definire il mondo, non parla, ma ha ad ogni emozione <<il volo delle farfalle che si fanno un po’ più forte>>.
Sono solo alcune delle storie che si incrociano a Dinterbild, fantasiosa cittadina di appena ottanta abitanti in cui vive Vinpeel, protagonista di Vinpeel degli orizzonti, romanzo che Peppe Millanta dedica “A chi sta ancora cercando la storia che ha dentro”.
Le storie che ci portiamo dentro e quelle che si inceppano, quelle che si depositano sul fondo e che non sappiamo come far ripartire, quelle che abbiamo dimenticato, e che sono come quando si bloccano gli ingranaggi, quando si perde “l’attimo”, quelle che ci dicono chi siamo, ma solo a patto di avere il coraggio di saperle ascoltare.
Non si sceglie di arrivare a Dinterbild, <<ci si scivola dentro senza accorgersene>>, ed è dove si arriva <<quando si decide di seppellire tutto, quando si dimentica persino quando e perché si è venuti>>, quando <<si vuole dimenticare anziché soffrire>>.
Nello scoppiettante microcosmo che è  il luogo immaginario di Millanta, sono gli orizzonti a dare voce all’Altrove, le luci lontane che Vinpeel vede dalla collina e che rispondono ad ogni urla come una piccola eco, come una possibilità in più, una speranza di andare via, una promessa di felicità.
È in questo senso che il romanzo è permeato da un lirismo e una poesia particolari. Millanta accarezza nuvole e sogni e descrive i sentimenti con la delicatezza di una fiaba gentile, che fa sorridere, ma non senza versare una lacrima. In particolare la storia di Vinpeel e quella dei protagonisti- attori di questo teatrino dell’assurdo (dove una locanda diventa Locanba e si serve ogni giorno la stessa zuppa ma sempre diversa) è piena di tristezza. La solitudine, l’incomunicabilità, l’inaccessibilità, il limite dietro cui spesso chiudiamo a mo’ di fortezza le nostre vite e che sono il male del nostro tempo diventano reiterazione acerba degli stessi gesti di sempre, assenza di orizzonti, o forse no, paura di spiccare il volo e raggiungere quelli stessi cieli che potrebbero renderci felici, restituirci a noi stessi.   
Ma non lo è per Vinpeel, non lo è per Krisheb, il matto del paese, non lo è per Mune, la bambina cometa, non lo è per chi crede che non sia possibile tirare ancora fuori i nostri sogni, una volta che si depositano nel cuore. Basta avere una storia dentro, e qualcuno accanto, che la sappia ascoltare e raccontare.  



domenica 19 agosto 2018

DOVE TI PARLO E MI ASCOLTI

Un ponte che cade mi ricorda che non é la magnificenza o l'apparenza a contare, ma la struttura, che deve essere solida, e integra. La terra che trema mi dice che siamo leggeri come nuvole, ma c'é qualcosa piú forte in questa fragilitá che si rivela, l'umanitá che ne scaturisce, che ci fa essere ancora piú intensamente noi stessi, amare e sentire, avere paura e soffrire, vivere. Un mare che va avanti e dietro mi dice che ogni onda é tempo, tempo rappreso, sospiro, meta da raggiungere, ombra che si allunga e scompare, tempo che passa. Un artista di strada mi dice che il vento ha la sua voce, a patto di saperla ascoltare. La vita all'improvviso, come un sorriso o una risata, un pianto mesto su una maschera di colori, il cammino silenzioso dell'esule, in mezzo alla gente. Somiglia all'artista di strada il poeta, non ha paese nemmeno lui, ed é voce di tutti quelli che lo sanno sentire. Abita in riva al mare, ovunque ci sia un mare da raccontare, e non conosce i palcoscenici, perché si perde tra la folla, lí dove abitano i sogni della gente, le storie delle persone, i sentieri del cuore, le lacrime.
Le strade del poeta sono i vicoli di paese dove il sole lascia sui muri il suo sapore di antico. Dove giocano i bambini e si sente il profumo dei panni stesi al sole, dove i fiori sono alle finestre, e le case hanno il profumo del pane. Le strade del poeta sono il mare che abbiamo attorno, quello che ci portiamo dentro, il sorriso che mi ha incantato una volta, e le costellazioni che da allora si sono incontrate, in questo cielo meraviglioso che non dimentica le cose importanti, l'amore. Le strade del poeta sono il suo cuore, quello dove ti parlo e mi ascolti, e che mi riporta ancora e sempre a te.

giovedì 16 agosto 2018

NUVOLA CON ME

Come cambia il tempo, cambia all'improvviso, in un secondo. 
E al mare lo senti, lo avverti di piú. Ho cercato di camminare veloce per arrivare in tempo, per essere pronta, per essere giusta ma camminare significa vedere il mondo modificarsi, spostarsi, e non lo sapevo che ad ogni passo ero io a cambiare un po' di piú. Camminare il passo giusto della coscienza, al ritmo dei giorni di sole, al lamento cantilenante dei giorni di pioggia, al sapore degli abbracci, delle parole gentili. Della vita che che ci portiamo dentro, di quella che resta fuori, e che stringiamo tra le mani come i bambini stringono palloncini, e non sanno mentre corrono che basta un volo piú alto, una distrazione o una svista, e si perdono in aria sogni e colori. E cosí capisci che non sono le presenze mancate, ma sono i vuoti a fare piú male. Lo capisci su questa spiaggia bagnata dove i vacanzieri improvvisano paesi di colori e ombrelloni, dove il ragazzo del cocco passa gallerie di tipi umani e  incrocia drammi e stupori. Non ha nome il ragazzo del cocco, né paese o rione e abita in riva al mare, lo chiamano "cocco bello", e a settembre nessuno lo ricorderá piú. Eppure ne vede di veritá, tra castelli di sabbia e partite di pallone, orme su orme, onda su onda. Vede la gente venire ed andare via, i discorsi prender vita e scomparire nel vento, bambini e anziani, giovani e non, e braccia tatuate o odore di crema abbronzante. Ed io cosa vedo? 
Vedo il tuo nome nelle nuvole, e a volte ti scorgo in un sorriso che incrocio per caso. Vedo gli occhi della gente e penso al mare che ci portiamo accanto, al mare che ci portiamo dentro, alle tempeste, al sapore bello della veritá, che ci lascia gli occhi limpidi e umidi di luce di mare e di sole. Vedo che il vuoto non sará mai solo vuoto se l'onestá di un sentimento mi ripete chi sei, se ti porto nel vento, nelle strade del tempo,  con il tuo sorriso sulle labbra, e il tuo nome tatuato sul cuore.

martedì 31 luglio 2018

SCALA DI SOGNI

Ho costruito una scala di sogni, come un filo fatto di tanti aquiloni. Su ognuno ho lasciato qualcosa, una parola per te, una lacrima in piú e una che non ti lascerei mai, un respiro, uno sguardo, un incontro, un racconto, un soffio di vento, un canto, un incanto.
Ho lasciato i pensieri brutti, le tante veritá che mi legano a terra, e su questo mare fatto di onde che danzano ho scritto la mia scala di sogni, che viaggia nel vento, e arriva fino a te. Qui ogni aquilone é un piccolo volo.
Ci sono voli che sono parole, altri che sono canzoni, altri ancora che sono silenzi, e allora é il cuore a volare, e lo impari nel vento, mentre intanto le onde vanno e vengono, e cambiano il mondo un po' di piú. "Noi non ci ruberemo", dicono i bambini per non perdersi l'un l'altro. E non ci ruberemo lo dicono i grandi nel mare della vita, quando in volo aggiungono un pensiero di piú, e legate alle veritá della terra lasciano al vento le cose che durano per sempre, nel cielo blu degli aquiloni, dove i battiti del cuore volano e sono piú grandi e fanno un unico grande cielo. E allora ti dico che l'amore é un volo piú alto, e che il tempo dei sogni é un filo legato alla terra, libero tuttavia di sfiorare il cielo, con la poesia che mi riporta ancora e ogni volta a te.

mercoledì 25 luglio 2018

ISOLA

E poi l'ho capito sai che ogni giorno diventi grande un po' di piú, ogni volta é una nuova verità, e dire che non bastano mai, quelle che impariamo e ci restano dentro. Succede quando capisci che il tempo non é mai solo un'idea, e che tutto quello che contiene é troppo grande e troppo veloce, anche se gli occhi non hanno altri spazi, e le mani starebbero lí a stringerlo per ore, o per sempre. Cosí, con qualche lacrima o nuova veritá, si cresce. Si cresce con una ruga un piú, con uno sguardo nuovo, con un sorriso diverso, che dire dolceamaro é come dire piú maturo, se la maturitá é quella cosa che ti apre gli occhi e li fa piú piccoli, ma ti insegna gli sguardi piú profondi. É sempre stata una questione di spazi, del resto. I bambini non sanno cosa sono i limiti, guardano il mare e si perdono nei puntini blu. I poeti cercano l'orizzonte, e inventano mondi di carta, ma poi in una parola scoprono l'infinito. Sono gli spazi che delimitano i confini. Sono i confini che rivelano l'etá. Cosí negli spazi enormi di questa cittá mi sento piccola piccola, ma é nel cuore delle cose che mi scopro grande e piú forte. Forse perché la vita é un oceano e spesso perdiamo la rotta e sbagliamo destinazione, ma nel mare della vita c'é sempre un'isola che segna la meta e l'approdo, ed é bello pensare che ovunque sei, la mia isola sei tu.

domenica 22 luglio 2018

SOGNO

Ci hanno sempre letto le fiabe prima di andare a letto. Forse perché le cose belle addormentano. Addormentano gli abbracci, le parole dolci, i pensieri felici. La veglia invece é il momento della veritá, della riflessione, della vita che irrompe.
Il difficile non é portare la poesia nella vita, ma far sí che questa resti nelle cose, resista alla vita stessa, che la vita non la muti, non la spenga. Quanti chilometri abbiamo percorso, quanti ce ne siamo lasciati dietro, quanti passi, sguardi, fermate ci aspettano, qui dove la terra conserva la sua storia, e si incrociano i sentieri di tutti, gli attimi di un istante, le parole che portiamo con noi, e che non diciamo mai. Non é sempre semplice cercare la poesia, soprattutto quando la vita racconta altre storie, insegna.
Eppure c'é, ed é la poesia che salva, abbellisce, rasserena, dona un senso. 
É il canto delle cicale nelle sere d'estate, il volo leggero delle lucciole, lo zucchero filato sulle mani dei bambini, che ti si appiccica un po' sulle mani e sul cuore. 
É l'ombra silenziosa dei palazzi, dei paesi, che ci raccontano altre veritá, e ci dicono che non siamo poi tanto soli, se tutto resta lí dove sappiamo ancora sentire o cercare. Forse perché le cose belle quando siamo felici addormentano, e allora vorrei chiudere gli occhi e dormire un po' per continuare a sognarti.

sabato 21 luglio 2018

ONDA

Dell'onda, un'onda e un'altra onda,
che cosa sei mare, se non tempo che passa, eternitá infinita, mormorio di parole non dette, pensieri portati nel vento.
Qui dove le ore si allungano sulle cose, dove vediamo l'ombra del giorno farsi un po' piú lunga, ritroviamo i passi da bambini, il sapore di un'estate, 
forse un porto, un approdo, un ricordo, il calore di un sorriso, il conforto di un pensiero.
É su queste spiagge che impariamo a crescere, e a capire, a guardarci indietro, e a scrutare l'altrove, qui dove non ci sono muri su cui il tempo lascia impronte o scolora. Scolorano queste orme che cambiano forma e direzione, rallentano o fanno un passo in piú, che pure si riconoscono, perché il sole é nuovo ogni giorno e ogni nuova onda porta con sé il rumore della prima. Scolorano queste nuvole, che seguono i capricci del cielo e che pure sanno brillare di una luce nuova, e che sono come certi sguardi, che hanno l'azzurro dei temporali, e il calore delle parole gentili. 
Non scolora questo cuore, che sa che deve portarti dentro per battere di piú, o forse sí, scolora anche il cuore, ma solo perché l'amore é quella cosa che non ti basta mai, e se la vita a volte ruba i colori, ci sei tu che li sai accendere e inventare.

giovedì 19 luglio 2018

E l'amore
non poteva finire

Vorrei crescere nel vento
E fare come i fiori


domenica 8 luglio 2018

<<La mente di un'adolescente è fertile -scrive la Tesio-ma solo perchè usa come fertilizzante la merda>>. Piú che quella di un'adolescente, direi che fertile é soprattutto la mente di una donna, e per fertilizzante intendo tutta quella dose di insicurezze, tristezze, paranoie, che ci portano ancora una volta a fare i conti con noi stesse, sperando di essere meglio, o forse no, non é ancora così. Si sa, piacersi é una conquista in cui entrano dinamiche particolari, un po' di testa, un po' di cuore, un (bel) po' di paranoie, che quelle non mancano mai.
Io per esempio, credo che non mi piaceró mai, e dire che mi piacerebbe non vedermi sempre "troppo" in alcuni punti e "meno" in altri, troppo piatta, troppo morbida, troppo bassa. per nulla sofisticata, troppo a tema, troppo fuori tema...si sa che la testa di una donna è fertile, ma il piú delle volte scegliamo il fertilizzante sbagliato. E ci abbiamo messo anni e anni di paranoie -e stress- per arrivare a questa consapevolezza che ti fa sentire una trentenne con qualche sogno in piú e (dolceamara) verità. A nulla sono serviti i complimenti. Meno che mai i selfie. Ancora peggio i consigli delle madri. Forse lasciare il cuore nelle cose...la vita delle persone. Il tempo che passa. La vita che dice, racconta. Crescere.
Allora capisci che non conta portare in giro un bel vestito (e portarlo bene) se sotto non vi è un cuore che batte per le cose piú vere, che non è un filo di mascara a riempire uno sguardo, e che negli occhi della gente ci puoi trovare quello che sono davvero, ma solo a guardar bene, o a cercare in loro il tuo stesso sentire. Allora capisci che la bellezza é qualcosa che riempie il viso di rughe, gli occhi di lacrime, le labbra di parole gentili, gli abbracci di baci e che tutto quello che resta fuori non é amore nè vita, e la vita è troppo grande per racchiuderla in un tacco 12, o in un ombretto sfumato troppo presto.
E allora, se quello che sento é vero, mi piaccio.

venerdì 6 luglio 2018

UN BACIO

Un bacio,
come spieghi un bacio, non puoi spiegare un respiro, un brivido, un sogno, un incanto, un incontro.
Scambiarsi la vita...
quando l'amore diventa poesia.

lunedì 2 luglio 2018

POESIA

L'amore é
luce rivelata
Vorrei dirti il tuo sorriso
e vivere tra i fiori

domenica 24 giugno 2018

CANZONI

C'é una cosa che mi ha insegnato il mare con il suo andare e venire:
-cosa?
-che nella vita ci sono le cose che restano.
Lungo la riva ci sono le conchiglie. 
Le conchiglie sono la voce del mare. 
La voce del tempo, dei sogni, della storia. Sono canti senza parole, si ascoltano, così come si ascoltano gli occhi della gente, che non parlano e sono profondi e dicono tutto.
Come il mare che lascia le sue conchiglie sulle riva.
Nella vita ci sono le cose che restano.
E a volte sono canzoni.

sabato 23 giugno 2018

CASA

Una striscia di azzurro nel mare, inizia così, con questa immagine, una mattina di giugno, primi giorni d'estate.
Rubo il tempo al silenzio, o forse no, sono solo i giorni di pausa, una pausa gentile nello scorrere del tempo, della vita, che mi rivela un giorno di più, tra un canto di cicala o un soffio di vento, tra il volo delle lucciole, e i giochi dei bambini, per strada. Estate.
Sono le strade dei panni stesi al sole, del profumo del sugo dalle case, delle sedie fuori davanti alle porte, del paese che respira al fresco e che splende alla luce, del paese che vive o che si assopisce, il paese che racconta o ricorda, che resta o che muore. Sono i passi per le strade del tempo, o dei ricordi, di quello che c'é ancora o di quello che é cambiato, mentre cammino tra i colori di allora e le ombre sbiadite di quello che non c'é più. Le pause fanno strani effetti, o forse no, ti insegnano a capire, a riconoscere, a guardare con occhi nuovi, a ritornare.
Ogni viaggio è un ritorno. Eppure non è facile ritornare. Ritornare senza soffrire, senza crescere, senza scoprirsi cambiato, ritornare per essere diverso ma trovare ancora una volta se stesso, e dire che il tempo, il dolore ce l'aveva insegnato che nulla resta immutato, che nulla resta per sempre, che nulla è mai come prima. Come queste case, queste strade, che un tempo furono di altri giorni, altri sapori, altre risa, ed ora sono vuote, di nuovi passi, nuovi racconti. I vecchi tempi sono i ricordi in bianco e nero, quelli degli occhi degli anziani, delle scritte sui muri, dei silenzi agli angoli delle case.
E forse si scrive "Vendesi" ma si legge "Svendesi", se non riconosciamo piú quello che avevamo, quello che eravamo, quello che siamo diventati, quello che abbiamo amato e che nonostante tutto resta con noi. Lo diceva anche Tacito "un tempo tutte queste cose antichissime furono nuove". E allora cosa mi resta di questa striscia d' azzurro nel mare?
Mi resta il profumo dei ricordi su un vento d'estate, lontano come un tempo che non c'é piú e che ritorna, come la luce sui muri dei giorni, impronte di nostalgia, ritorna come tutte le cose che si amano, e che restano, perchè il cuore non ha scadenza, e conserva un po' tutto quello che significa battere ancora, piú forte, portarti con me.

giovedì 21 giugno 2018

FIABA



..e magari mi ritrovo davanti la protagonista di una bellissima fiaba, ma lei non lo sa.

Mai descrizione più bella. Da un'alunna. 

domenica 10 giugno 2018

CARA VITA

Cara vita,
volevo sapere perché a volte non metti le persone al posto giusto, le occasioni al momento opportuno. 
Perché tutto passa ma tranne che per noi, e questo forse é un bene, perché se tra una ruga o una lacrima impariamo qualcosa, sono i nostri "per sempre" a dirci chi siamo, e questo è il posto delle cose importanti, quelle che durano, che restano, non passano.
Cara vita, tu hai le tue stagioni, come il cuore, che le conserva tutte. Ci vedi crescere e cambiare, camminare il passo lungo di chi ha imparato a sentire il rumore del tempo, ma il buio non significa vuoto, e c'é sempre un giorno in più, per tornare bambini. Tu cambi, ti evolvi, resti. Noi invece oggi siamo tutti un po' più soli. Abbiamo imparato a scattare le fotografie, ma non a fermare i momenti, e dire che abbiamo i cellulari pieni di scatti, e tra le mani non stringiamo nulla. Abbiamo imparato a parlare senza filo, senza voce, a distanza, -si dice chat- ma lo facciamo senza guardarci negli occhi,
e le parole senza occhi sono sguardi senza nome, senza conoscere, guardare, sapere.
Abbiamo capito che abbiamo paura, ma non sappiamo come dirlo, e riempiamo il tempo di sé, di mah, di no, di boh, di forse, perché, di confusione e rumore, il tempo pieno di nulla, quando basta stringere una mano, la tua, e tutto é pieno di tutto, pieno di te.

venerdì 8 giugno 2018

ESTATE

Era l'estate dei Muse di quelle che non lo sai che un raggio di sole può durare una vita. Era l'estate dei primi di giugno, un'estate timida, di quelle che la dolcezza te la porti dentro, e tutto racchiude come una piccola poesia. Era l'estate delle cose che iniziano, o forse no, delle cose che restano, e dire che tutto ha il nome di quotidianità. É quotidianità il volo delle lucciole, il sonnecchiante stridolio delle cicale, il tepore delle sere, il calore dei tramonti che arrivano, incendiano l'aria e poi subito vanno via. È quotidianità il respiro di un sospiro, il senso di ogni giorno, il perché delle cose e del tempo, che passa e non sa quello che prende, che lascia, o che porta con sé. Me stessa, no, non é quotidianità. O forse sì, e non lo capisco, nel fluire del tempo e dei giorni. Nelle cose che passano e che restano, in quelle che mancano e vanno via. In quelle che arrivano all'improvviso e poi svaniscono,  in quelle che restano, e sono come le stelle del cielo, tante piccole luci, cui mi piace alzare lo sguardo, e sono conforto e sono presenza. Tu no, mai, non sei solo una stella. E l'ho capito in questa me stessa che non vuole e deve diventare grande per forza. In questa me stessa che segna ancora le pagine dei libri, che cerca ancora l'odore del mare, che disegna cuori e sogna poesie.
In questa me stessa che non impara mai che la vita é troppo grande per le cose che non cambiano e che pure ci resta attaccata, perchè esisti e allora resti per sempre. L'ho chiesto a me stessa di non lasciare il cuore nelle cose. Di non lasciare un gesto, né uno sguardo né una carezza che non sia una parte di me, una parte di lacrime, di sospiri, sogni, nuovi giorni, ma una istantanea di formalità, un pezzetto di vita fugace in questo istante di tempo. Ma non posso farlo, non sarei io, io che guardo il cielo, le stelle, e in tutto questo cielo ci sei tu.

martedì 22 maggio 2018

Poeta dell'amore mi hanno chiamato
e sono un temporale
negli spazi tra i silenzi
ho trovato
un raggio di sole.


domenica 6 maggio 2018

IMBRUNIRE

L'imbrunire è il momento della giornata che preferisco.
Non è notte, non è giorno, è un mistero.
È durante i misteri che accadono cose straordinarie. E l'imbrunire lo è, non fosse altro perchè il mondo si ferma, mentre io mi fermo a pensarti.
É questo il momento dei sogni, degli stupori, delle storie. La parentesi di una sospensione del tempo, l'incrocio di un momento, l'incanto di un pensiero, la pace di una sovrumana meraviglia, il conforto di ció che non è ancora e che già ricomincia.
É l' ora in cui tutto fa silenzio, come il cuore, o forse no, lui dice, racconta, parla anche lui, come tutte le cose che si sentono dentro e vivono di un battito e di un per sempre. Parla il cuore, e dice quello che non si può spiegare, e il cielo inventa una poesia di colori, per un brivido che é come un bacio sulle labbra, un incontro svanito troppo presto, il sapore di una canzone che é come un dono del tempo e che ogni tanto riprende, e non finisce mai. Cosa finisce davvero in realtà?
Finisce quello che mi fa piangere, e che mi fa paura, e che stringerei tra le mani forte, e che terrei con me, mentre stringo la tua mano che mi tranquillizza e mi rasserena. Finisce tutto quello che non é, perché per il resto il cuore conserva tutto, e dire che un sentimento é tutto ciò che va oltre il tempo e la sorte. Finisce quello che non lascia il segno, che non ti cambia dentro, che non ti lascia nulla. Quello che conta non finisce. Resta. Resiste. Non passa. Anche a distanza, un odore di mare più forte di qualsiasi altro odore ti ricorderà che la vita é un soffio di vento, in cui tutto quello che conta é come un pianto, che si trasforma in canto.
Passa tutto quello che non é.
Tu mai. No. Non finisci. Resti. Non passi.
Sei lì dove vivono i per sempre, dove sono le parole non dette, i passi mancati, i sentimenti che sussurrano il tuo nome.
Ed io, bacerei le lacrime e le parole che fanno paura,e lo farei con la stessa tua dolcezza, con il sapore della bellezza e della verità, con i baci che sono dare altri baci, e i tuoi occhi che sono riflessi di sogni e piccole poesie. Scriverei una lettera, mentre pian piano il giorno sta lasciando posto alla sera.

sabato 5 maggio 2018

DA PICCOLI

Sento il rumore della pioggia, o forse no, non c'è piú, é rimasto solo l'alone sul vetro, qualche goccia che racconta la vita che riprende, sulla finestra. 
La vita di ogni giorno, coi rumori soffusi che sanno di quotidianità che scorrono via, e che passano, come l'acqua della pioggia, come il profumo di questi istanti, come il ticchettio lieve di questo tempo, che pure passa e non si ferma mai. Trentadue anni, qualche incanto e un po' di lacrime per capire che tutto quello che conta lo si impara da piccoli.
Fai una carezza. Stringi la mano di chi vuoi bene. Se ci soffi sopra fa meno male. Se soffi via sei piú felice. Gioca per strada. Assapora il sapore della polvere. Assapora il sapore del sole. Assapora tutti i sapori, il vento, il mare, l'estate. Se lasci la luce accesa i mostri fanno meno paura. Se spegni la luce incominci a sognare. Colora dentro i margini (ma sii felice di andare fuori). Scrivi lettere, perchè ogni parola è un pegno, un gesto d'amore. Respira i profumi degli abbracci, il rossore di ogni pianto, fai un girotondo e con il mondo che gira tieniti vicino chi ti stringe forte la mano. Ascolta un cuore che batte, lo stesso batticuore che mi porto dentro,  con te.

domenica 29 aprile 2018

GRANDE

Non si cresce in un giorno, in un anno, in due anni.
Si diventa grandi in istanti, in attimi racchiusi in un battito di ciglia, e niente piú è come prima, e tutto è diverso.
Di quanti istanti è fatta la vita di una persona, quanti attimi sono racchiusi nel cuore di un uomo, un fiato spezzato, una lacrima, uno stupore o meraviglia.
Non so quanti anni definiscono un giorno, o quanti giorni fanno una vita. Quanti sono i percorsi giusti o le strade sbagliate, o forse sono io che non so camminare il passo dei forti, dei grandi, dei coraggiosi. 
Il passo degli eroi è il passo sicuro sulle strade del tempo, senza girarsi, senza voltarsi, senza fermarsi a guardare indietro. Io invece se mi fermo ci lascio il cuore, se mi volto piango, se mi guardo attorno è perchè voglio solo sguardi limpidi e profondi. Se la vita é un gioco di incontri, di strade, di momenti giusti e occasioni perdute, il mio stilnovismo sa che la poesia nasce lì dove iniziano i tuoi occhi. Dove il tempo muta la forma ma non la sostanza, dove tutto cambia eccetto che l'amore.

giovedì 26 aprile 2018

E poi c'é il mare, e lui lo senti.
Come un canto lontano, un pianto antico,
un incontro di sguardi, un passo, un soffio di vento. 
Ti resta dentro, la corsa di un bambino, un'ombra che si fa più lunga, un castello di sabbia lungo la riva.
Le vette troppo alte fanno mancare l'aria.
Guardarsi negli occhi é un respiro profondo. 
Guardarsi negli occhi é
vedere il mare.

domenica 22 aprile 2018

DESIDERIO

É la notte delle stelle cadenti di primavera,
quelle che brillano, e si fanno cercare con gli occhi all'insú. Non lo sapevo, per me le stelle cadenti ci sono d'estate, nella furia d'agosto, e poi a dicembre, come un pianto gentile, nelle notti fredde dove tutto il calore é racchiuso nel cuore. E invece no, le stelle cadenti ci sono anche in primavera, lassù, nella luce argentea degli sguardi che sussurrano parole d'attesa.
"Sono le stelle che cadono" dicono i bambini "e se cadono allora cadono in testa". Certo, se fosse così, farebbero un tonfo e tanta confusione, e magari anche un po' di dolore, come tutte le cose che colpiscono, e lasciano il segno, e fanno rumore. In realtá più che in testa, le stelle cadono nel cuore, ed é lì che fanno male davvero, come tutte le cose che colpiscono e lasciano il segno, e fanno rumore. É qui che le lacrime hanno la scia delle stelle, e i sentimenti sono luce.
Non ha voce il cuore, meno che mai silenzi. Qualche tonfo, tanta luce.
Ha soltanto un cielo, forse un desiderio, fatto di stelle e di sguardi, ed in tutta questa luce ci sei tu.

sabato 7 aprile 2018

LETTERA

Scrivo questa lettera per dirti che non mi fermerò alle apparenze. Per dirti che se posso guardarti negli occhi, é solo perché i tuoi sono lo specchio dei miei. Perché so che questa vita é fatta di incanto e dolore, e che non sarò mai veramente grande se non impareró a comprendere la voce del cuore, del tuo cuore. E così ti guardo negli occhi, e cerco di capire il senso di uno sguardo. ll perché di quel silenzio, di quella ruga, di quel sorriso a metà. Cosa ci portiamo dentro, cosa ci cambia, cosa ci fa male davvero, cosa abbiamo messo da parte, quanti sogni, quante lacrime, quanti gesti stretti dentro a scaldarci nel petto e poi lasciati nel vento. Forse perché ognuno ha la sua storia da raccontare. Forse perché la storia di ognuno é fatta di cicatrici e qualche lacrima, ed é come un lungo silenzio, nel quale l'accenno di una via si nutre di giorni nuovi e raggi di sole, magari di un sorriso, un abbraccio, un gesto gentile...un piccolo raggio di luce che all'improvviso mi riconduce ancora una volta a te.

lunedì 2 aprile 2018

ME STESSA

C'é la Pasquetta di chi va al mare o in montagna.
La Pasquetta di chi riempie un cestino da picnic, e vi butta dentro l'allegria di un giorno di festa con gli amici, in famiglia, un giorno da passare all'aria aperta, all'insegna della spensieratezza, un ritaglio di tempo nella quotidianeitá dei problemi, delle abitudine, evasione, sprazzi di sole, di cielo, di amore.
C'é poi un'altra Pasquetta, ed é quella di chi vive questo giorno come un altro. Di chi non va nei ristoranti, di chi non esce con gli amici, di chi é solo, lavora, non sta bene. Ci ho messo forza e qualche anno a capire che la vita non é mai uguale per nessuno. Per capire che il percorso di ognuno é fatto di così tante strade, che nessuna ha così valore se non quelle che ci ricongiungono a noi stessi. Ogni realtà ci lascia un amore e un dolore, l'ho capito. Come un ricordo, nella percorrenza e infinita mutevolezza delle cose, che lascia un sorriso ed una lacrima. Lo sento che é così, così come so che tutto quello che conta é sentimento, ed é solo questo che ci fa umani e vincitori. Io che ho fame di verità, voglio solo cose autentiche nella mia vita. Un sorriso, un pianto, un abbraccio, un sogno, un bacio, un lamento, non potranno mai essere nulla se non sono verità, ed hanno sapore. Ed é per questo che darò a tutto il valore che merita, per non sprecare nulla, per non perdermi, per non svendere un' emozione nella quale so di mettere tutta me stessa. E così penso al rumore che ci portiamo dentro, ogni giorno. Al rumore che facciamo tutti, mentre siamo vicino, mentre siamo lontani, e che é vita biologica, un automatismo, il battito del nostro cuore. Penso al ritmo dei cuori di ognuno, al mio, che a volte batte troppo forte e fa troppo rumore, e dire che fa male, come ogni volo che vuole essere amore e verità, e dire che a volte un'ala si spezza, vola più giù, fa cadere, ma il cielo della vita insegna a crescere, e tutto il blu di questo cielo insegna ad essere, ma solo se si ama davvero.
Ed io, in questo cielo di Pasquetta, mentre c'é chi festeggia e chi riflette, sento che quello che conta é qui, nel mio cuore, lo porto con me, perché é qui che io sono ancora e sempre me stessa.

sabato 31 marzo 2018

INSIEME

Io non so come si parla alle cicatrici,
e forse non bastano un bacio e un abbraccio.
Sarebbe bello poterle soffiare via,
e dire che tutto il fiato sarebbe per te,
ma se insieme non é solo una parola,
una scheggia sul muro del pianto,
sappi che si sta vicino
per cogliere i raggi di sole,
i giorni nuovi,
i sorrisi,
l'amore.

domenica 25 marzo 2018

SPAZIO

E l' ho capito che a volte il segreto sta nel saper fare un passo indietro. Non un passo avanti, ma uno indietro.
Per essere se stessi e ricordarselo, nei momenti in cui la vita non avrà posto per le cose preziose, tu fai un passo indietro, e lì dal tuo angolo saprai chi sei.
Per tutte le volte che il tempo ti lascerà con il cuore a metà, e ricordare é crescere a ritroso, tu fa' un passo indietro, e i pezzi del tuo cuore avranno il conforto delle cose che si stringono tra le mani, il sapore della pioggia o del vento, delle lacrime e di un raggio di sole.
Un passo indietro per guardarsi dentro, per scoprirsi se stesso, per riconoscersi e ritrovarsi, quando il rumore del giorno è troppo forte, quando i discorsi sono chiacchiere, quando i gesti sono apparenza.
Uno per ascoltare i sentimenti veri, i silenzi che sono parole, le mani che sono presenza.
Un passo indietro per fare spazio a te, per saperti senza bisogno di conoscerti, per fare insieme il tempo che aspetta solo di mettere a posto i pezzi del tuo cuore. 

  
"...ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni di attimi e di parole..."
   (P. Neruda)

lunedì 19 marzo 2018

CIELO

Mi chiedo cos'é che fa piangere i comici, 
e tuttavia li fa ridere. Come si spiega un'emozione, quando pian piano la luce del sole si assapora un po' di più, ed ecco che é come il ricordo di colori d'un tempo, d'altre luci, altri giorni, sopori lontani. I bambini no, non sanno le sfumature del sole. Non capiscono la fine di un giorno, e forse neanche si chiedono perché, il sole tramonta, ma poi sorge di nuovo, ed é giorno, un nuovo giorno. É quando cresci che inizi a capire le sfumature del sole, quelle del giorno, della stagione, del tempo. Quelle che si portano una parte di te e che te la rivelano, con una luce sul muro fatta già sentimento che sa chissá quanti cieli prima di te. Comprendi i meccanismi del tempo e tuttavia non lo puoi fermare, né afferrare, né tantomeno capire.
Eppure in queste sfumature che si susseguono in geometriche parvenze, s'incrociano le nostre vite.
Sono incroci di anime, di strade, di occasioni, a volte sono incroci mancati, altre volte, sono incroci di occhi, di mani, di cuori, incontri di sguardi, incroci di galassie e costellazioni. Sono tante sfumature che fanno piangere i comici e li fanno sorridere. Forse perché per ogni amore c'é un po' di dolore, per ogni respiro c'é un sospiro, per ogni presenza, c'é un'assenza....per ogni sofferenza c'é un sentimento vero, ma il resto non conta se in tutto questo ci sei tu.

lunedì 12 marzo 2018

LE PAROLE DELL' ANIMA

Se piangi e ti cola il mascara ti resta un segno sul viso. Mi chiedo di quante emozioni apparentemente senza traccia siano segnati i volti degli uomini.
Quanti sentimenti, quante lacrime, quanto dolore, quanti sorrisi fanno il volto di un uomo, il perché d'un'espressione, di una ruga comparsa all'improvviso.
Quanto il nostro viso conosce che noi non conosciamo, quanto sa, quanto racconta, e dire che ci guardiamo in faccia, lì dove si registrano i nostri giorni e i pensieri, il più delle volte senza sapere, senza capire davvero. Chissà quanto dicono i visi degli anziani, rispetto ai volti dei bambini, ma non nelle rughe, che sono la biologica geografia del tempo che passa. Nella pelle, in quello che respira, in quello che assorbe. Si può definire un solco lungo il viso, un'espressione, sapere cosa ha visto e cosa porta con sé? Se il viso racconta ma non parla, gli occhi sanno tutto, e dicono a modo loro. Dicono nella profondità di uno sguardo, nella dolcezza di una luce, nel silenzio di un vocabolario tutto loro, dicono le parole dell'anima, e sono come i discorsi non detti, le tante verità di questa vita che guardiamo il più delle volte senza vedere, senza capire, e che ci scivola addosso, ci passa dentro, ci cambia. Di quante verità siano pieni i volti della gente non saprei dire, ma se ogni tanto c'é un sorriso e tu mi sei accanto, é in uno sguardo diverso che risiede il senso di tutto quello che stiamo cercando.

domenica 11 marzo 2018

MI MANCHI

Sai che cos'é? Che a volte fa piacere ritrovarsi un po' di sabbia di mare dalle scarpe, un giorno di fine inverno, un raggio di sole, un momento felice, come dire "mi manchi", e sentire il sapore della felicitá che vorrebbe averti vicino.

sabato 10 marzo 2018

FELICITÁ

E l'ho capito sai, se la felicità di qualcun altro é la tua felicità allora quello é amore. Non conta nient'altro. I sorrisi, le lacrime, le parole non dette, quelle dette per imbarazzo, l'insicurezza che nasconde la paura, la paura che difende un sentimento. Non conta nulla di fronte a questa grande veritá: e cioé se sei felice io sono felice, se so che sorridi io sorrido per te, anche se non ti stringo la mano, anche se non posso guardarti negli occhi, anche se gli spazi tra gli istanti diventano ore e giorni e pianti, se ovunque é luce e tu vivi di questo, io sono felice. 
Ho bisogno di trovarti. E per trovarti parlo col mio cuore. Ho bisogno di essere forte, ma poi so che forte lo sono, perchè tutto quello che è vero è già forte di suo. Ho bisogno di capire che dietro ogni lacrima c'é un sogno, un pezzo di vita, un respiro d'amore, e che per ogni piccolo battito di felicità, c'è il sapore di un'assenza o di un dolore. Ho bisogno di sapere che ci sei, ma tutto quello che sento è perché in ogni caso ti porto con me.

giovedì 8 marzo 2018

GIOIA

Nessuno conosce il 
sentimento del tempo 
ma se i fiori fioriscono 
e sono come un raggio di luce 
é perché 
ovunque sei tu


martedì 6 marzo 2018

DEDICATO A TE

Io vorrei farti dormire e poi svegliarti con un bacio, ma come le principesse delle fiabe che si svegliano con un bacio e da lì in poi sono felici per sempre.
Mi guardo attorno...e cosa vedo davvero? Quanto ci portiamo dentro, quanta vita, quanta forza, quanto coraggio, quanta luce, quanta tristezza? Non lo so, perché ognuno di noi ha la sua storia da portare con sé, e spesso le lacrime coprono i sorrisi e gli sguardi nascondono una nuova ruga, e spesso non tutto é mai comprensibile pienamente, ma siamo fatti di amore, e tutto quel che non é amore non si puó neanche chiamare vita.
Vedi, io non so di quanti istanti sono fatti gli sguardi. Di quanto sentimento sono piene le parole che scrivono il tuo nome, di quanti giorni sono i pensieri che creano presenza, e che sono sempre una continua scoperta, una continua meraviglia. So solo che quando ci sei, tutta questa poesia che incontro all'improvviso in questo mondo di strade e pezzi di cielo, sembra un po' una fiaba, ed é così vero che vorrei svegliarti con un bacio e dirti "sono felice".

lunedì 26 febbraio 2018

BIANCO

Tutto bianco. A me piace il bianco, e dire che non é neanche un colore, ma é importante per rendere belle e dolci e candide le cose. Bianco é il colore della purezza. É la tonalità che serve quando tutto é troppo scuro, quando il rumore é troppo forte, quando le pennellate diventano eccessi e l'inconsistenza delle nuvole richiama la dolcezza dello zucchero filato.
Bianca é la bellezza della semplicitá. Sono bianchi i fogli da riempire, i panni stesi al sole, i vestiti delle spose e i mandorli in fiore. É bianca la spuma del mare che si infrange sulla riva e diventa la poesia di ogni onda, e bianco é il contorno degli occhi, da dove viene la luce, e il bianco non fa che trasmetterla e rifrangerla in quella che é sentimento, o voce del cuore.
I tulipani bianchi sono poesia, come il latte, che é il primo gesto d'amore e di protezione. 
Ma il bianco é anche quello che non é, e non accade.
É qualcosa di ovattato, che non diventa mai, l'ideale che é raro diventi realtá, il candore che si riveste d'innocenza, spesso non compreso e disprezzato da meschinitá e banalità. Per il bianco ci vogliono gli sguardi limpidi. E le mani giuste.
Il bianco a volte copre anche le cose e le persone, ed é come questa neve, che cancella l'aspetto del giorno, le strade del tempo, i passi della gente. Per un po' lascia tutto sospeso, tranne i pensieri, quelli no, restano sempre, che si tratti di un pianto o di uno sguardo d'amore, quelli restano. 

domenica 25 febbraio 2018

I POSTI DEL CUORE

Oggi giocavamo con le formine dei bambini. Quelle a incastro, perché é bello quando ogni cosa ha il suo posto giusto, é rassicurante se tutto combacia alla perfezione, se c'é un posto tuo, solo tuo, il tuo posto nel mondo. C'erano varie forme, di vari colori, ed il segreto era trovare il loro incastro giusto, il loro posto nel mondo,  ecco un rombo, un cuore, ecco una stella, un sole, un fiore.
Avevamo un cielo grande, pieno di stelle e di sole, con un cuore che volava via, ma che sapeva d'amore, e che pure restava, perché tutto quello che conta non ha forma e colore, ed é un sentimento, se ti fa vivere e sboccia come un fiore.
Era un cielo dove il resto dovevi inventarlo, ma c'era un po' tutto e bastava. Una stella per i sogni delle persone, un sole per dire no alla pioggia e al dolore, un fiore come pensiero gentile e gesto d'amore, un cuore, per avere dentro tutto quello che nel cielo non c'é, tutto quello che resta, che é vicino, tutto quello che conta ed é con te.
Erano pezzi messi a caso eppure avevano il loro posto nel mondo. Come glielo spieghi ai bambini che non sempre certi pezzi riescono a stare vicini? Come glielo dici che chi resta si tiene la sua solitudine, e chi va via porta con sé la sua?  Ma i bambini lo sanno. Nessun posto del mondo potrà sostituire i posti del cuore, quelli dove ogni pezzo si riempie, e conserva tutto quello che manca ad un cielo, nonostante ci siano già i fiori, un sole, e le stelle. 



sabato 24 febbraio 2018

NEL CUORE

É negli sguardi della gente che scorgo questa vita che mi passa accanto, e che sfioro, inafferrabile. In queste strade che mi riportano l'immagine di un tempo che fu, e che cerco, sotto un cielo grigio in cui vorrei ancora trovare l'ombra di un profumo, il sapore di un passo che non c'é più. Altri spazi, altri sguardi, altre voci, altri odori, altri passi, e mi chiedo dove siano finite le strade di tempo, dove siano finite quelle voci, e dove sia finita io, in questi spazi tra i silenzi che lasciano dietro qualcosa di noi. Non lo so, non lo capisco, e pure sento che c'é qualcosa che é successo, qualcosa che mi lega, qualcosa che fa piangere e sorridere, che fa bene e male, perché i ricordi che si amano sono quelli che ti lasciano addosso il sapore triste della malinconia. Così, mentre scrivo di istanti che il tempo trascina con sé, sento di sentirti vicino, e mi riscaldo.
Mentre aspetto questa neve che sta per arrivare, e che proprio non vorrei, ti chiedo di sorridermi. Sciogli questo ghiaccio che tiene lontane le mie illusioni, e questo freddo, che non vale uno sguardo, tanto calore dá l'averti vicino o stringerti una mano. Perché tutto quello che vive nel cuore, nel cuore resta. Che siano istanti, giorni o anni.

giovedì 22 febbraio 2018

SORRISI

Si scambiarono qualche parola,
forse qualche sguardo, qualche stretta di mano.
Non era cosa che succedesse così, come per scontato, e allora si scambiarono i giorni, e un pezzetto di cioccolato, l'inchiostro della penna su fogli da riempire, gli incanti degli istanti, e dei giorni a venire.
Poi si scambiarono qualche perché, ma non servivano poi a molto, e li misero da parte. Il sapore della pioggia era quello dello stupore e della certezza, e si scambiarono sogni e qualche carezza, il senso di un attimo, l'infinito di un passo.
Si scambiarono incroci di strade, di gesti, di destini. 
Le vie delle stelle e i raggi di sole.
Si scambiarono gli occhi negli occhi e qualche attesa, qualche paura, qualche lacrima, qualche canzone, qualche dolcezza, qualche dolore.
Non promesse frettolose, che per quelle sono bravi tutti. Né ore vuote. Né il resto senza senso.
Si scambiarono sorrisi. 
E i sorrisi vivono lì dove un cuore sa che puó tenerli stretti per sempre. 



lunedì 19 febbraio 2018

COME BAMBINI

Credo che quando abbracciamo qualcuno
un pezzo del nostro cuore si riempie,
e se l'abbraccio é forte,
allora questo cuore sarà pieno per sempre.
Non lo so di quante parti mancanti é fatta la vita di ognuno. Di quanti sogni, quanti desideri, di quante lacrime e nuove promesse sono paghi i passi che facciamo, e dire che sono i passi dei grandi, quelli che dovrebbero farci giocare ai giganti, e invece no, ci scoprono ancora a cercare le nostre impronte, a guardarci dentro, a voler essere sicuri come i grandi, bravi come i bambini.
Già perché i bambini non sanno dove vanno, ma vanno, e sono felici. 
Non sanno il sapore della pioggia, né quello del sole di giugno, e il loro mondo a colori si disegna fuori dai bordi o si stringe in una mano, e quella mano é un camminare insieme, passo dopo passo, con il mondo stretto in una carezza e il cuore in uno sguardo.
Non lo so di quante parti mancanti é fatta la vita di ognuno. Se tutto é un ideale che non ha posto nella realtà, se tutto é un'invenzione, una bugia, o soltanto un continuo incontro per essere ancora e nonostante tutto se stessi.  Quello che so é che tu mi abbracci e le mie parti mancanti scompaiono...allora stringere una mano é camminare in due, insieme, forti come giganti e grandi come bambini
.

giovedì 15 febbraio 2018

UN CUORE

Abbiamo un cuore che batte e non lo sappiamo che intanto racconta le nostre emozioni.
Un cuore che batte veloce quando abbiamo paura,
un cuore che batte lento quando tutto é tristezza,
un cuore che sembra spezzarsi quando non ci sei,
e che batte forte, quando invece ci sei.
Abbiamo un cuore per ogni stagione.
Un cuore per i vetri d'inverno,
uno per le sere d'estate
uno per i "ti penso" all'improvviso,
e i disegni dei bambini,
per i respiri
che non lasciano pause tra gli istanti
e hanno lo stesso ritmo,
lo stesso sapore.
Abbiamo un cuore che ogni tanto vola via lontano...
e se mi abbracci...questo cuore si riempie, e allora si può fare un ritmo piú grande.

lunedì 12 febbraio 2018

A QUELLO CHE É VERO

E poi l'ho capito come si ferma il tempo. Con un bacio. Un bacio può fermare il tempo. Tu forse non lo sai, ma ci sono baci che non si dimenticano, che ti fanno più forte, che ti sanno mancare. Sono quelli che ti ricordano il ticchettio della pioggia, l'alone delle luci che subito scompaiono, e tu non sai se é un cielo di stelle o solo il tuo batticuore a dare luce a tutto il resto. Non sai i brividi sotto la pelle, il sapore di un respiro, il silenzio delle parole quando hanno paura. Mi basta un sorriso. Saperti sorridere. Alle lacrime penso io. Alle frasi che ti direi, anche. A quelle che non ti dico. Alle poesie, quelle che sono ogni giorno parte di te, e di me. A quello che é vero, che ferma il tempo, perché nonostante tutto ci sei.

venerdì 9 febbraio 2018

FROM THE BOTTOM OF MY HEART

These are not my words,
these are yours,
but now I speak your language,
and put my feelings into words.
Look my smiling face,
it's just for you,
into my eyes
there are me and you
memories
that make me strong
while I'm crying
and I can't see,
bringing a dream into arms,
a sweet, eternal
lovely hug.
Now I put my feelings into words,
-time is a lack of sense,
absence is a lie-,
just to tell "Love you"
above all distances
from the bottom of my heart

giovedì 8 febbraio 2018

WHERE THE HEART IS...

Forse non sono brava a dire le cose importanti, ma le cose importanti non si dicono, si sentono.
Forse non sono brava a parlare di colori, ma colorare dentro i margini non mi é concesso, e con te poi no, sarebbe impossibile. Prendi troppo spazio, troppo azzurro, troppo sole, troppa pioggia, troppa dolcezza, troppo cuore. E così ho capito che le cose importanti ci passano a fianco, ci colgono passo passo, e ci conquistano una vita intera. Ci restano dentro, forse hanno il sapore dei sorrisi, delle lacrime, delle parole non dette che pure so e che ho imparato ad amare, il sapore delle cose belle e rare, perché la magia non é un incantesimo, se l'incanto é tutto quello che fa battere un cuore come se fosse la cosa più normale del mondo. E così mi riscaldo coi ricordi, con i profumi, persino con le lacrime che sono piene e mi riempiono la faccia di sale, e mi lasciano gli occhi gonfi, ma sono piene, piene di me, di sentimento, di verità, piene di tutto, piene di te. Io che mi ripeto le parole da non dire, che ho scoperto di amare quelle che conosci solo tu, quelle che sanno un po' delle storie da principe, e che hanno il calore di un abbraccio, il sapore di un silenzio, il rumore della pioggia, così, della dolcezza all'improvviso. So solo che quello che finisce non é di questo cuore. Che "per sempre" non é una promessa ma un sentimento, e che sono stupida, ma tanto, tantissimo, ma sono felice di esserlo, perché resti, tra il rumore dei giorni e di questo tempo che non ci capisce, resti. Se fossi stata diversa, se fossi stata quella più giusta, quella senza pensieri e con più leggerezza, forse adesso non avrei imparato che un amore è amore nella luce di ogni giorno, nella semplicità di un nonostante tutto.  E in questa autenticità, in questa vita che ci passa attorno ed ha il sapore di uno sguardo assorto, di un pianto e di un sorriso, mi sta pure bene, se so che tu sei, ovunque sei, tutto quello che non ti ho detto, tutto quello che "va bene così", tutto quello che non contano i giorni, gli anni, i confini, i percorsi....tutta la bellezza del mondo, che io voglio per te. Sempre e comunque. Nel mio cuore. Per te.  


And love is not the easy thing
The only baggage that you can bring
Love is not the easy thing
The only baggage you can bring
Is all that you can't leave behind...

And if the darkness is to keep us apart
And if the daylight feels like it's a long way off
And if your glass heart should crack
And for a second you turn back
Oh no, be strong
Oh, oh

Walk on, walk on
What you got, they can't steal it
No, they can't even feel it
Walk on, walk on
Stay safe tonight

You're packing a suitcase for a place none of us has been
A place that has to be believed, to be seen
You could have flown away

A singing bird in an open cage
Who will only fly, only fly, for freedom
 Oh, oh

Walk on, walk on
What you got, they can't deny it
Can't sell it, or buy it
Walk on, walk on
You stay safe tonight

And I know it aches
How your heart, it breaks
You can only take so much 
Walk on...
Walk on...

Home...
Hard to know what it is, if you never had one
Home...
I can't say where it is, but I know I'm going
Home...

That's where the heart is...

OCCHI NEGLI OCCHI

Occhi negli occhi
respiriamoci ancora

martedì 6 febbraio 2018

IO NON SO

Io non so se ci sono spazi tra gli istanti
ma in quelle pause di eterno
in cui il tempo sembra fermarsi
ed io stringo la tua mano
e tutto é come un grande respiro
tu ti prego sorridimi 

sabato 3 febbraio 2018

UN MONDO DI BENE

Ho capito che non posso fare uno sguardo diverso da quello che sento.
Non posso spegnere una luce negli occhi se sei tu che me li fai brillare, se mi illumini il giorno e le ore. Non posso fare uno sguardo diverso da quello che provo, e sinceramente nemmeno mi interessa, perchè niente puó spegnere un sentimento pulito e sincero, che non ha nulla di cui rimproverarsi all' infuori della sua ingenuità e autenticità.
E così mi sento un po' inadeguata, in questo mondo dove cammino e non so se ho le difese giuste, i giusti anticorpi, in questo mondo dove all' improvviso il sorriso di qualcuno mi ricorda che esisto, e inciampare in uno sguardo significa guardarsi dentro e arrossire, e dire che mi piacciono solo le parole dolci, e le mani da stringere e accarezzare.
Sarà che mi basta un gesto o una parola gentile, una presenza, come dare un bacio sul naso e averne uno sul mento, perchè possa riempire una pausa con un ti voglio un mondo bene, e perché tutto abbia il valore che merita.