venerdì 26 giugno 2020

PER FARTI RESTARE

Una volta mi hai detto: é bello, ti guardo.
Vederti camminare è come danzare. 
E allora io iniziai ad andare, un passo alla volta, 
sempre più veloce, sempre più adagio, nei passi di sabbia, con le tasche di mare, il profumo di sale, i capelli di sole, la voce del cuore, e tutto questo l'ho fatto per non cancellare le orme di ieri, e tutto questo l'ho fatto per farti restare. 

Una volta mi hai detto: è dolce, racconta. 
Ed io ho inventato le parole delle filastrocche e delle canzoni, dei fiori in poesie, e delle tenzoni. Ho scritto i canti alla luna e alle stelle, le ninnananne delle principesse delle fiabe e delle sorelle. Ho raccontato di re e regine e sogni per sempre, e tutto questo l'ho fatto per tenerti dentro per sempre. 

Una volta mi hai detto: è gentile, il sorriso. 
È lo sguardo gentile, è bello il viso quando fa rima con il sorriso. Ed io ho sorriso, ho sorriso alla vita e ho pianto alla notte, ho sorriso alla sorte e ho incantato la morte, ho messo da parte il passato, i pezzi perduti, i passi gelati, i giorni non vissuti, i giorni sprecati. Ho sorriso allo specchio e alle mie debolezze, ho sorriso a me stessa e alle mie tenerezze, a quella che ero, e che sognava la vita, ho sorriso più forte, come un abbraccio, una estate infinita. Ho sorriso per te, per i tuoi sguardi, i sorrisi negli occhi, e tutto questo l'ho fatto per sorridere più forte. 

Una volta mi hai detto: mi piace, ti leggo. 
Ed io scrivo, scrivo a te e un po' a me, alla vita e alla sorte, scrivo le mani come farfalle, scrivono un volo, un volo del cuore, nel volo del tempo, del giorno, del sole, e lo faccio per non farti svanire, per continuare a parlarti d'amore. 

Una volta mi hai detto: è la vita, non è una storia. Ed io ti ho dedicato un libro, un libro per leggerci dentro, un libro per i versi a matita, per le dediche in bianco, per la vita che eri, per quella che sei. Un libro per la vita di ieri e di oggi, per la poesia di una storia qualunque, di una storia per sempre, e questo l'ho fatto al tramonto di un giorno qualsiasi, di un mare per sempre, per dirti che ogni vita è una storia,
ogni storia è una vita, ogni storia è una storia d'amore. 

giovedì 18 giugno 2020

Anni '90

È una strana malinconia, nel ricordo di anni giovani che sono passati troppo presto, nei desideri e sogni di una generazione, nelle scritte con i pennarelli, nelle frasi sui diari, nelle immagini sfuocate alla tv, i quadernoni da riempire, i pezzi di cielo tra i tetti per strada, quegli anni unici che erano i nostri, e che nessuna canzone che ci ha visti crescere potrà riportare. Perchè nessuno mi ha avvisato, perchè sembrava tutto per sempre, perchè le musicasette ancora nuove sono rimaste inutilizzate ancora con la carta di protezione, chiuse con i loro pezzi mancati chissà dove, che fine hanno fatto i mangianastri dismessi, ancora con i tasti da premere e da stoppare, i primi walkman, con le cuffie morbide e colorate, gli album di figurine, i pacchetti da scambiare. Che fine hanno fatto le persone che urlavano in quei concerti, e non avevano i cellulari e muovevano in aria gli accendini, sono cresciute, sono invecchiate, e quale cielo accarezzavano quelle piccole fiamme accese di entusiasmi e gioventù. Le ricordiamo ad una ad una, ricordiamo ognuna di queste canzoni, i giochi da bambini, gli sprazzi di infanzia, i motivi accennati, i ritornelli inventati, cantati, sussurrati, urlati, e ora troppo lontani per ritornare.

mercoledì 10 giugno 2020

POST LOCKDOWN

Il mondo, ogni giorno una scoperta

1. Una volta avevi un armadio, e dei vestiti. 
Gli armadi contengono la misura della vita reale, sono le armi per affrontare la realtà. Che bello scoprire che adesso quelle armi ti vanno strette. 

2. Sei uscita vestita d'inverno, ora torni a brillare con il sole d'estate. Il salto spazio-tempo è come un salto generazionale. Dracula era molto più abbronzato di te. 

3. La mascherina enfatizza lo sguardo. La mascherina non ti fa respirare. Pizzica. Che bello camminare come nel film la notte degli zombie con gli occhi in fuori e senza fiato.

4. La verità è che la casa ci ha protetto, la casa è diventata il luogo della convivialità, della giovialitá, dei simposi culturali, della tavola. Datemi questo virus che lo uccido. 

5. La signora che ha paura. La signora che pulisce i prodotti nel prenderli dagli scaffali. La signora frettolosa. La signora che non respira, trattiene il fiato. La coraggiosa. L'indomita. Senza guanti. La signora che tossisce e rischia l'isolamento. La signora vamp con la mascherina di Gucci. La mastrolindo family con disinfettante a portata di mano. La paranoica. L'asociale entusiasta. E poi ci sono io che ho sonno. 

6.Siamo italiani, siamo per la socialità. Che vuol dire un metro di distanza e neanche una stretta di mano? 
Si vedono i sorrisi con la mascherina? Si sente il calore di uno sguardo, di un abbraccio?

7. Fuori ti rendi conto di quanto tutto sia cambiato. Non puoi certo leggere quello che le persone si portano dentro, ma la ferita è ancora aperta, anche se c'è voglia di rinascita, di normalità, di nuovi inizi. Non so se è una sensazione mia, o se il periodo storico che stiamo vivendo e abbiamo vissuto ci ha cambiato profondamente. Di certo ci fará riflettere su nuovi modi di interazione e di socialità, sul valore della vita, e sul perchè non abbiamo in casa un parrucchiere o un personal trainer.

sabato 6 giugno 2020

FINE SCUOLA

Ultima campanella, è venuta a mancare la scena della fine, il dietro le quinte che ricompensa il calo del sipario, il senso della libertá di fronte all'estate che solo quando sei giovane puoi capire. Il suono della campanella si unisce ai respiri più leggeri dei ragazzi, alle risate, alla gioia, alla spensieratezza. L'ultima pagina del registro ha sempre qualcosa di malinconico da raccontare, da firmare, mentre dietro ci sono altre pagine che dimostrano che siamo  tutti cresciuti un po' di più, e che un altro anno è passato.

Non sai il valore di un anno, quando sei giovane. Un anno che non comprendi, quando sei alunno. Che centellini, che ti stupisci a ripercorrere in diari, registri, appunti, sguardi, quando sei proff. Ti manca l'ultima pagina del registro, quella su cui il prof più giudizioso scrive "compiti per le vacanze", quella su cui non si indugia su mari e canotte leggere, e che pure registra la penna che scrive "saluti, saluti per le vacanze". Saluti.

Un anno insieme e tutto è finito. Cessano gli elenchi, non hanno più senso gli appelli, nè gli zaini pieni di libri e di quaderni. Ti mancano quegli attimi di normalità, perchè poi impari a memoria il nome di ognuno di loro, ti resta in gola un polmone quando sbagliano i verbi ed è tutto da ricominciare, ma impari a volere bene a questi ragazzi, a cercare in loro qualcosa di più. Ti mancano i colleghi con cui condividi quello che è vostro. Ti mancano i colleghi che diventano amici, i giorni scanditi dagli argomenti da spiegare, i voti da mettere. Ti mancano anche i bidelli, con le loro circolari da firmare, le loro fotocopie, la loro presenza nei corridoi.

Ti manca il suono che compensa la fine della scena, la caduta del sipario, la fotocamera sulle pareti di casa, le pareti di casa che non sanno contenere quello che è passeggero. Lo impari da adulto. Per un ragazzo la fine della scuola è l'inizio delle vacanze, l'estate, la festa. 

venerdì 5 giugno 2020

DENTRO

L'ultima frontiera della pantofolaia è lo smart working. A lockdown finito ci rendiamo conto che gli spazi di casa sono ormai più di spazi abitativi, sono diventati un mondo, un intero universo. Non è il cielo in una stanza ma è una galassia sul soffitto, è un modo di vivere quello del distanziamento, non è isolamento ma è riappropriarsi dei propri spazi, del proprio io, e per chi è abituato ad ascoltarsi dentro la casa altro non è che la chiave interpretativa del proprio stare bene con se stessi. Fuori, la folla, la calca, il traffico, i rumori, le chiacchiere, la strada. Dentro, pagine bianche, pagine piene, pagine da scrivere, pagine per leggersi dentro. 
Dentro. Le finestre ingigantiscono quello che è piccolo. La realtà è un fazzoletto di strada, dietro il vetro si specchiano universi, ogni persona ha in sè un mondo intero, e spesso non pensiamo mai a quanto valore può esserci dietro il silenzio, dietro quello che appare, o che sembra. L'artificiosità ci spinge ad uniformarci a parametri richiesti dai posti pubblici, ma l'autenticità ci chiede di essere vicini ai posti del cuore, e mi riscopro più vera nel riflesso di un pensiero, nel raggio di sole che spegne i giorni, e li riaccende. E chi lo guarda il cielo, quando si va di fretta. E chi pensa alla serenità delle piccole cose, di un posto protetto, di un posto nel cuore. È così, lo stilnovismo e la disney ci hanno fregato. Ma ci hanno insegnato il valore della poesia, della magia, nei posti del cuore.