lunedì 29 aprile 2019

PIOGGIA

Posso scrivere della pioggia, che è come il cuore dei poeti, qualcosa che piange a volte, o che dà luce, risplende. Non parla, no, ma per alcuni è lamento, per altri solo un nome, per molti qualcosa come  malinconia. 
"Chiamami tristezza, se ti va", oppure no, nella pioggia vanno a finire i giorni belli, i pensieri felici, i giochi d'infanzia, lì dove tutte le cose vanno verso le stelle, e il cielo le riporta giù, per quelli che hanno ancora voglia di credere e sognare. 
"Chiamami amore se ti va", se sono le sillabe che danno senso a tutto, e quando piove lo capisci un po' di più, perchè il cielo ha il suo specchio, e a volte solo i fiori lo stanno a guardare. 
"Chiamami poesia, se puoi", se queste finestre hanno lo stesso riflesso delle case più in là, e dire che non posso capire i pensieri della gente, le parole non dette, le storie che ognuno porta con sè. La pioggia sì, cade e capisce tutto, risplende e pulisce, ristora e cancella, sbiadisce quello che non ha senso, quello che non ha sapore, quello che abbiamo dimenticato. 
Il resto resiste, sopporta, è per sempre. 
Canta e racconta la pioggia. 


venerdì 26 aprile 2019

PERDONAME HULK POR MI VIDA MALINCONICA

Martina ha preso l'abitudine di lasciarmi bigliettini dappertutto. Principalmente in casa, sotto le porte. È una cosa bella, mi fa tenerezza, mi fa sorridere. È bellissimo imprimere un'emozione sulla carta, lo facevamo anche noi una volta, forse lo abbiamo dimenticato. I bambini no, i bambini usano le penne colorate, e riempiono di spazi i vuoti dei grandi. 
Sembra un caso, eppure no, perchè per loro usare i colori è come per il cielo usare l'arcobaleno, è qualcosa di spontaneo, di magico, come dire dopo la pioggia viene sempre il sole, dopo le lacrime c'è sempre un amore.  

Mi piacciono i biglietti colorati, mi ricordano i disegni che facevo anche io, i cieli che non si riempivano mai, i colori che non bastavano, e dire che di disegni ne ho fatti tantissimi. Mi piaceva disegnare, era come creare un mondo tutto mio, come dare spazio e forma alla felicità, al mondo che era bello, a parte del mio mondo, tutto il mio mondo. Mi piaceva anche scrivere. Scrivere è lasciare un pezzo di sè. È dare realtà a qualcosa che è dentro, è come usare un colore su un foglio bianco. 

Quante lettere d'amore ho scritto, forse senza saperlo. Quando guardo i miei genitori, quando ripenso ai miei quaderni pieni di compiti, quando sorrido alla me stessa di un tempo, alle fragilità che ci portiamo dentro, agli incontri che ci hanno cambiato, alle verità che ci hanno arricchito, alle cose che non ci sono più, e ci hanno insegnato il valore del tempo, e dei ricordi. Scriviamo perchè un cuore soltanto a volte non basta. A volte si spezza, a volte straripa, a volte piange. Il più delle volte sopporta, a tratti impara, ma non dimentica mai. L'altra sera ho visto il film di Hulk, del mostro che diventa verde, del mostro gigante, che "ha la forza di mille uomini e più si arrabbia più mostra i muscoli". Ho pianto come una cretina. (L'unica che piange con un film di animazione della Marvel, chiedo scusa alla produzione).

Le apparenze sono il male del nostro secolo, tolgono valore a tutto, si vive per apparire, non per vedere quello che si è. Lo sapeva Pirandello, con la storia della vecchia imbellettata, quanto fosse profondo il sentimento del contrario. Lo sapeva Hulk, nel suo verde incompreso, solo contro il mondo, umano nello sguardo gentile e pieno di umana comprensione di un unico amore, lo so anche io nei bigliettini che non scrivo e che recito a me stessa, nelle lettere d'amore che lasciamo dietro di noi ogni volta che il nostro cuore batte per qualcosa, per qualcuno. 




lunedì 22 aprile 2019

PICCOLO PRINCIPE

C'è un libro di animali con le stampe a colori. Su quel libro ci sono cresciuta io, e adesso ci cresce un bimbo che non ha ancora due anni, tra disegni e colori e forme di quel magico mondo della natura, che si capisce solo da piccoli. 
C'è un cane, un "bau bau", che forse no, è una "voppe", eh no è un proprio un cane, ma non cambia nulla, i bambini accarezzano il loro pelo comunque, sia che si tratti di un cane, sia di una volpe. E lo fanno davvero. Mi sorprendono le manine che sfiorano la carta, mi incantano le dita che accarezzano i sogni di questo "piccolo principe". 
Ogni principe ha la sua voppe, pronta a ricordargli il colore del grano. Anche il principe che è rimasto dentro di noi, che non è solo quello delle fiabe, quello che a fine pellicola bacia la principessa. Forse perchè "non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". 
Lo abbiamo imparato sfogliando libri di animali, giocando con i chiodini, raccogliendoli dappertutto, ascoltando il rumore della pioggia, quello delle stelle che sono come sonagli, che sono come presenze che ci ricordano le cose che contano, i battiti del cuore. 
Lo abbiamo imparato nella rosa che abbiamo curato ogni giorno, in quella che sparge il suo profumo, nel colore del grano, che è il senso di ogni cosa, un viaggio per tornare, uno per ricominciare. 




domenica 21 aprile 2019

ALICE IN WONDERLAND

I cambiamenti arrivano all'improvviso. 
Non ti avvisano, a volte sono come le cose che si rompono, le scarpe che hai comprato l'anno scorso e non ti entrano più. 
Dei cambiamenti te ne accorgi dopo. Quando rifletti, quando ti scopri un'altra persona, quando fai di tutto per riconfermare quella che eri, per ritrovarti, per capire. È lì la fregatura, nel capire. Quando capisci è già troppo tardi, è qui la vera differenza, lo scarto netto tra il prima e il dopo. 

Quando capisci hai il premio di consolazione. Sei cresciuta, sei diventata grande, puoi permetterti di comprarti altre scarpe, scarpe nuove, per nuove strade, passi più accorti, nuovi percorsi. 
Il nuovo a volte fa più paura del vecchio. Del vecchio ti affezioni, ci lasci un po' il cuore, c'è una parte di te. E questa è l'altra fregatura. Devi essere pronto al tempo che passa, al mondo che cambia, al cuore che batte, al dolore, al cuore che si spezza, al cuore che conserva tutto.

I nomi non sono solo nomi. Definiscono le cose, identificano realtà. I bambini non sanno parlare, e cercano di sfiorare le cose per dar loro un nome, un'entità. Bisognerebbe fare come i bambini, che amano con semplicità, danno nome alle cose importanti, usano i colori sui fogli, si alzano sulle punte dei piedi per sfiorare la felicità. 

Lo diceva Alice, che "non si può fare a meno di crescere". Lo diceva mangiando il fungo sbagliato, cadendo in un sogno, cercando la strada, incontrando il brucaliffo, aspettando il bianconiglio, scappando dalla regina di cuori, dai fiori, dallo stregatto. 
A volte la vita è un sogno ad occhi aperti, e per tutto quello che resta ci sei tu.




martedì 16 aprile 2019

CI SEI

Quando scende la tristezza copre tutto.
Vuoto, stanchezza. Tutto quello che resta fuori è un'apparenza di normalità, quando ingoi i silenzi, fai sorrisi a metà, a volte ridi pure, ridi. 
Quello che resta dentro e viene coperto ha un po' a che fare con quello che si è. Con le cose che amiamo, con i sogni, i desideri, le aspettative, la realtà. Quello che viene coperto ha un peso, ed è per questo che fa male.  

Tutto quello che viviamo ha un po' a che fare con l'amore, in ogni cosa vogliamo lasciare un segno, un senso, una parte di noi.  L' inconsistenza fa paura, la mancanza, l'inadeguatezza, il senso delle lacrime, il dramma dell'errore, il bisogno di essere, il segno dell'esistere. 
Sarebbe troppo facile se non fosse importante, se non mettessi il cuore nelle cose, se la mia faccia non rendesse a fotocopia le emozioni che provo, se sapessi il segreto dei poeti, il genio dei cantori, i passi scaltri di chi sa camminare.  
Il taglio degli occhi, il suono delle parole, le forme che cambiano, le forme che restano. La vita.

L'altro giorno ho chiesto ai miei alunni che forma avesse l'Africa: "- un ortaggio, una pistola, un joystick, una bistecca". Il segreto è vedere le forme segrete delle cose, quelle che ci riempiono dentro, che valgano tutta quella tristezza, tutta quella voglia di vita, tutta quella felicità. Lo sapeva Leopardi, nella sua arte di essere uomo, sognatore e smascheratore di sogni e idealità, lui che della bellezza conosceva tutto il senso e il dolore, perchè quando ami troppo soffri, e quando vivi, in ogni modo ami. 

Non è difficile dare spazio alle forme, sono i contorni che definiscono il tutto. 
Lo sanno i miei alunni, con la forma dell'Africa ma in senso geometrico, che per loro non è un triangolo ma "è un incrocio" (giuro che in questi momenti mi sento come Paolo Bonolis a Ciao Darwin). Perchè quando la tristezza cade e copre tutto, non si vedono confini, non esistono contorni. 

Lo sapeva D'Annunzio, che accompagnava al canto una triste malinconia, allo scolorare delle rose che allo Sperelli erano profumo e languore, lo sapeva Notre Dame, quando ieri bruciava mesta davanti agli occhi del mondo e del tramonto, e ricordava le "magnifiche sorti e progressive dell'umanità". 

Sarà che quando la tristezza cade e copre tutto, quando tutto sembra niente e niente pare tutto, sarà che in qualche posto arrivi tu, un posto del cuore, dove, semplicemente ci sei.


domenica 14 aprile 2019

FESTA

I giorni di festa per i bambini sono il simbolo della felicità. Natale, Pasqua, Carnevale, la fine della scuola, e poi l'estate, la lunga estate, la stagione del mare, del sole, dei giochi per strada fino a sera. Quando Martina era più piccola ricordo che disegnava sempre una torta di compleanno, e poi insieme dovevamo spegnere le candeline. Non lo sanno i bambini che quando si soffia su una torta in realtà si soffia via su un sacco di cose. 
E così è pure per le feste, che sono ogni volta qualcosa di più e qualcosa di meno. I bambini scartano le uova perchè quello che conta è la sorpresa. I grandi collezionano sorprese e ad un certo punto dimenticano la gioia dell'attesa, la magia del forse, la leggerezza della incoscienza. Succede quando il tempo lascia il posto ad una ruga, ad una verità, ad una stanchezza, ad una consapevolezza. E così i dolci delle feste non sono più quelli di una volta. Nè le uova hanno la stessa farcitura (però nelle uova giganti ci sono ancora i mini temperini maxi delusione per matita, così come ancora c'è il solito portachiavi che si rompe dopo due giorni). 
I giorni di festa diventano un ricordo, il posto di un'assenza, il posto di un desiderio, di un dolore, di una speranza, di una preghiera. 
Sono i posti da riempire, da riempire con la voce del cuore, del tempo, della forza, di quello che ci riempie dentro, che ci portiamo accanto, di quello che ci fa sentire a metà, che ci dona nuova consapevolezza, nuova verità.  
E allora è festa ogniqualvolta la vita soffia sulle cose, ma l'amore è il collante che tiene insieme tutto. 









sabato 13 aprile 2019

DAVVERO

Quello che il cuore sa
il cuore tiene
ora lo so che
le lacrime sono le persone
e che nulla passa
davvero 









lunedì 8 aprile 2019

QUALCOSA DI ME

Le cose cambiano continuamente. Non ti avvisano. Succedono, a volte lente, silenziose, a volte sono un attimo, e fanno rumore, continuano a farsi sentire una vita intera. Qual è la risposta a tutto ciò? 
Non lo so, è la vita, è per questo che serve una riserva interiore di tutto quello che conta, tutto quello che serve, tutto quello che resta. 
Mi chiedi come si fa a scrivere. 
Mi viene da sorridere, perchè non c'è una risposta precisa, almeno per me, ci vogliono emozioni che ti riempiono e riempiono fino a che i sentimenti diventano come una seconda pelle, ed è strano che tutto quello che fa sorridere ha in sè qualcosa di triste. La verità delle lacrime è il sorriso dell'amore, e scrivere è un po' come guardarsi dentro, come dare spazio alle lacrime e all'amore. Quando scriviamo lasciamo una parte di noi. Il tempo che passa, un ricordo che resta, il senso di un giorno, di una vita, di un momento preciso. 
Quando si scrive ci vuole un gran casino dentro. E lo dico io che sono campionessa di ideali in un mondo che puntualmente li mette da parte. Soffri continuamente, cresci, a volte non vuoi che sia così, impari. E lo dico io che sono campionessa di cose stupide, come quando vorrei un abbraccio per non farti andare via, e poi alla fine tutto quello che conta lo conservo nel cuore, e dire che il tempo passa comunque. Forse si scrive solo quando l'amore, il dolore, l'umano, la vita hanno le parole per lasciare ad ognuno di noi qualcosa di più. 
E quello che resta, per qualcuno, diventa una poesia.