venerdì 31 agosto 2018

Kiss me romanzo


Una copertina rosa accattivante, e un titolo pieno di romanticismo.
Kiss me è il romanzo d’esordio della bookblogger “La gatta con gli occhiali”, alias Simona Mattolini, per la Nulla Die Edizioni. Quel che a prima vista sembrerebbe un romanzo al femminile, è in realtà una storia ricca di emozioni e colpi di scena. È infatti la stessa autrice, sul proprio blog, a definire lo spirito del libro: << una storia di autodeterminazione femminile, con aspetti avventurosi, di umorismo e sentimenti>>. Kiss me è la storia di Giovanna, giovane chirurgo costretta a lasciare l’Italia per poter fare carriera e sfuggire a logiche baronali che la vorrebbero sempre seconda ai grandi del mestiere. Incominciano per la dottoressa avventure che la portano a scontrarsi con realtà d’ogni sorta. Dalla noiosa e viziosa vita della Roma bene, con la quale entrerà in contatto per un crudele gioco del destino a quella povera e sofferente dei sobborghi di Kabul, dalla prigionia ai ritmi delle corsie di ospedali, la vita di Giovanna non sarà più la stessa. Basterà l’incontro con l’irritante e intrigante Lorena, e l’impronta di un tatuaggio sull’inguine, perché la realtà brutale lasci il posto alla magia, al sogno e alla fantasia, per il piacere di tutti a sognare e fantasticare…
La Mattolini scrive un libro frizzante, a tratti intenso, capace di tenere il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. La scrittura chiara e coinvolgente restituisce al libro moderno il piacere della lettura, quello che è per tutti evasione e sentimento, riscoperta di sé, se è vero che ogni volta il lettore quando legge, legge se stesso. Un’occasione in più per trovarsi e ritrovarsi, per il diritto che ognuno ha, a fare dei sogni il proprio posto del cuore.   


     

NOTTURNO

La voce della notte
Lascia lacrime
sul mio cuore

Chi mi saprá spiegare
quanto peso ha
il silenzio
di un giorno

lunedì 20 agosto 2018

Vinpeel degli orizzonti


Un bambino legge tra le nuvole le parole di un vocabolario.  <<Non pensava potessero esistere libri così grandi, né così tante cose al mondo>>. Un uomo raccoglie ogni notte delle conchiglie sulla sabbia,  perchè  <<ogni giorno del mondo aveva il suo mare, e ogni giorno del mare la sua conchiglia, e ogni conchiglia, dentro, aveva la sua storia >>.  Un uomo cerca la sua gamba di legno sulla riva, perché <<quel che il mare prende, il mare rende>>.  Una bambina cerca di definire il mondo, non parla, ma ha ad ogni emozione <<il volo delle farfalle che si fanno un po’ più forte>>.
Sono solo alcune delle storie che si incrociano a Dinterbild, fantasiosa cittadina di appena ottanta abitanti in cui vive Vinpeel, protagonista di Vinpeel degli orizzonti, romanzo che Peppe Millanta dedica “A chi sta ancora cercando la storia che ha dentro”.
Le storie che ci portiamo dentro e quelle che si inceppano, quelle che si depositano sul fondo e che non sappiamo come far ripartire, quelle che abbiamo dimenticato, e che sono come quando si bloccano gli ingranaggi, quando si perde “l’attimo”, quelle che ci dicono chi siamo, ma solo a patto di avere il coraggio di saperle ascoltare.
Non si sceglie di arrivare a Dinterbild, <<ci si scivola dentro senza accorgersene>>, ed è dove si arriva <<quando si decide di seppellire tutto, quando si dimentica persino quando e perché si è venuti>>, quando <<si vuole dimenticare anziché soffrire>>.
Nello scoppiettante microcosmo che è  il luogo immaginario di Millanta, sono gli orizzonti a dare voce all’Altrove, le luci lontane che Vinpeel vede dalla collina e che rispondono ad ogni urla come una piccola eco, come una possibilità in più, una speranza di andare via, una promessa di felicità.
È in questo senso che il romanzo è permeato da un lirismo e una poesia particolari. Millanta accarezza nuvole e sogni e descrive i sentimenti con la delicatezza di una fiaba gentile, che fa sorridere, ma non senza versare una lacrima. In particolare la storia di Vinpeel e quella dei protagonisti- attori di questo teatrino dell’assurdo (dove una locanda diventa Locanba e si serve ogni giorno la stessa zuppa ma sempre diversa) è piena di tristezza. La solitudine, l’incomunicabilità, l’inaccessibilità, il limite dietro cui spesso chiudiamo a mo’ di fortezza le nostre vite e che sono il male del nostro tempo diventano reiterazione acerba degli stessi gesti di sempre, assenza di orizzonti, o forse no, paura di spiccare il volo e raggiungere quelli stessi cieli che potrebbero renderci felici, restituirci a noi stessi.   
Ma non lo è per Vinpeel, non lo è per Krisheb, il matto del paese, non lo è per Mune, la bambina cometa, non lo è per chi crede che non sia possibile tirare ancora fuori i nostri sogni, una volta che si depositano nel cuore. Basta avere una storia dentro, e qualcuno accanto, che la sappia ascoltare e raccontare.  



domenica 19 agosto 2018

DOVE TI PARLO E MI ASCOLTI

Un ponte che cade mi ricorda che non é la magnificenza o l'apparenza a contare, ma la struttura, che deve essere solida, e integra. La terra che trema mi dice che siamo leggeri come nuvole, ma c'é qualcosa piú forte in questa fragilitá che si rivela, l'umanitá che ne scaturisce, che ci fa essere ancora piú intensamente noi stessi, amare e sentire, avere paura e soffrire, vivere. Un mare che va avanti e dietro mi dice che ogni onda é tempo, tempo rappreso, sospiro, meta da raggiungere, ombra che si allunga e scompare, tempo che passa. Un artista di strada mi dice che il vento ha la sua voce, a patto di saperla ascoltare. La vita all'improvviso, come un sorriso o una risata, un pianto mesto su una maschera di colori, il cammino silenzioso dell'esule, in mezzo alla gente. Somiglia all'artista di strada il poeta, non ha paese nemmeno lui, ed é voce di tutti quelli che lo sanno sentire. Abita in riva al mare, ovunque ci sia un mare da raccontare, e non conosce i palcoscenici, perché si perde tra la folla, lí dove abitano i sogni della gente, le storie delle persone, i sentieri del cuore, le lacrime.
Le strade del poeta sono i vicoli di paese dove il sole lascia sui muri il suo sapore di antico. Dove giocano i bambini e si sente il profumo dei panni stesi al sole, dove i fiori sono alle finestre, e le case hanno il profumo del pane. Le strade del poeta sono il mare che abbiamo attorno, quello che ci portiamo dentro, il sorriso che mi ha incantato una volta, e le costellazioni che da allora si sono incontrate, in questo cielo meraviglioso che non dimentica le cose importanti, l'amore. Le strade del poeta sono il suo cuore, quello dove ti parlo e mi ascolti, e che mi riporta ancora e sempre a te.

giovedì 16 agosto 2018

NUVOLA CON ME

Come cambia il tempo, cambia all'improvviso, in un secondo. 
E al mare lo senti, lo avverti di piú. Ho cercato di camminare veloce per arrivare in tempo, per essere pronta, per essere giusta ma camminare significa vedere il mondo modificarsi, spostarsi, e non lo sapevo che ad ogni passo ero io a cambiare un po' di piú. Camminare il passo giusto della coscienza, al ritmo dei giorni di sole, al lamento cantilenante dei giorni di pioggia, al sapore degli abbracci, delle parole gentili. Della vita che che ci portiamo dentro, di quella che resta fuori, e che stringiamo tra le mani come i bambini stringono palloncini, e non sanno mentre corrono che basta un volo piú alto, una distrazione o una svista, e si perdono in aria sogni e colori. E cosí capisci che non sono le presenze mancate, ma sono i vuoti a fare piú male. Lo capisci su questa spiaggia bagnata dove i vacanzieri improvvisano paesi di colori e ombrelloni, dove il ragazzo del cocco passa gallerie di tipi umani e  incrocia drammi e stupori. Non ha nome il ragazzo del cocco, né paese o rione e abita in riva al mare, lo chiamano "cocco bello", e a settembre nessuno lo ricorderá piú. Eppure ne vede di veritá, tra castelli di sabbia e partite di pallone, orme su orme, onda su onda. Vede la gente venire ed andare via, i discorsi prender vita e scomparire nel vento, bambini e anziani, giovani e non, e braccia tatuate o odore di crema abbronzante. Ed io cosa vedo? 
Vedo il tuo nome nelle nuvole, e a volte ti scorgo in un sorriso che incrocio per caso. Vedo gli occhi della gente e penso al mare che ci portiamo accanto, al mare che ci portiamo dentro, alle tempeste, al sapore bello della veritá, che ci lascia gli occhi limpidi e umidi di luce di mare e di sole. Vedo che il vuoto non sará mai solo vuoto se l'onestá di un sentimento mi ripete chi sei, se ti porto nel vento, nelle strade del tempo,  con il tuo sorriso sulle labbra, e il tuo nome tatuato sul cuore.