venerdì 25 settembre 2020

Autunno (dentro)

C'è la parte che sento, e c'è quella che non conosco. 
È una strana malinconia, le strade silenziose, il giorno che si accorcia, l'orizzonte che si fa più vicino, il vento fresco, l'odore di fumo di camino, da lontano. I passi di un anziano arrancano un'attesa che si consuma lenta, di aspettative lontane. Questo è il tempo per ricordare, per meditare, per pensare. Pensare al senso di un nuovo inizio, ai giorni lasciati indietro, al dolore per quello che non è più. Nel cielo le nuvole scrivono lettere che forse non comprendiamo. Si è liberi quando si guarda il cielo d'autunno, quando il tepore dei lampioni è una luce fioca che conduce a casa. Le mani fredde fanno rima con il cuore. Spazzata dal vento, una foglia secca mi ricorda che quello che oggi muore, rinascerà.

mercoledì 23 settembre 2020

Settembre (ancora)

La ricerca delle prime foglie gialle, il mare di un blu intenso, la spiaggia che non vorrebbe mai lasciare il suo calore. La spiaggia dimessa, abbandonata, la sabbia che conserva l'eco di un altrove, la sabbia che porto con me, e che resta nella cucitura di una borsa, in macchina, come segno di un'estate già trascorsa, svanita nel sapore di un giorno d'autunno, di malinconia. Settembre con le sue foglie gialle, con i suoi fiori gialli. L'eco di un altrove mi chiama e mi spaventa. Mi affeziono al ricordo di un abbraccio, di un silenzio portato dal vento, di un calore che sa di giorni giovani, mentre cerco la voce del mare in una conchiglia, e una lacrima racconta quello che non so descrivere.   

sabato 19 settembre 2020

RITORNI

Ho bisogno di scrivere, ho bisogno di intimità, di spazi privati, di spazi accoglienti, gentili, riservati, non mi piacciono le grandi piazze, le chiacchiere, i rumori, i confusi suoni, gli eloqui, gli astanti insicuri, incerti, caotici, beffardi, senza nome, senza rispetto, senza un margine di errore, senza dire non sono perfetto. 

Sono fatta per il mare di settembre, il mare d'autunno, i posti di mare in autunno, i posti del sogno, della malinconia, un po' soleggiati, un po' ventosi, un po' silenziosi, i posti che hai dentro e che restano tali, che parlano e sanno bastare, che bastano e tuttavia ti sanno mancare. Sono per le altalene un po' vuote e un po' abbandonate, il dondolio che culla un pensiero, il ricordo di un giorno d'estate. 

Non mi piacciono i gesti rituali, i gesti sprecati, i sogni perduti, gli sguardi sfocati, il tempo che è andato e che sembra un po' un amaro, dove è andato a finire quel giorno, quel sorriso più pieno, leggero, ignaro. Abbiamo lavato via i passi di ieri, le carezze, le strette di mano, l'abbronzatura che nella doccia è un flusso gelato, finisce nelle bolle di sapone l'estate, e poi gli anni, le notti, il lungomare, i tramonti. E così sono fatta per i libri dimessi, i passi non letti, le parole di ieri, quelle per sempre. 

Sono per i borghi assolati, gli angoli stretti, i sorrisi degli anziani, i giochi dimenticati. Sono per i fiori spontanei, i muri scrostati, le chiese di campagna, i casolari abbandonati. Sono per un gatto che sonnecchia in cortile, per il girotondo dei bambini,dei nomi, dei ricordi, dei suoni, per gli angoli delle foto e delle cartoline, dei posti che erano e che non hanno attenzione. Sono per la metro che arriva sempre troppo presto, per i vagoni che porta con sè, per le vite che scorrono e che vanno confuse, abitudinarie, pensose, per il posto finestrino, per le fermate sconosciute delle linee colorate sulla pianta della città. 

Sono per le vite che non ho vissuto e che non ho capito, per gli affetti che sono svaniti e che pure lasciano un vuoto, per l'amore che non so descrivere in questa vita da scrivere, per l'amore che pure è l'unica cosa che conta, l'unica cosa che resta.