lunedì 25 febbraio 2019

LUCE

Un dolore
come lo spieghi
un dolore
la solitudine
il senso
dell'assenza
le parole
che restano
dentro
la luce che
fa lacrime nel
mio cuore.
Come lo spieghi.
Guardo le case
attorno a me.
Le luci
della mia nostalgia.
Di quello che non sono.
Che ho perso.
Che non ho.
Guardo le luci
dell'amore.
Chi può dire
cosa vuol dire
per un barbone
una finestra accesa. 


domenica 24 febbraio 2019

50 SPECIAL

20 anni da 50 special. Non ci credo. 
L'album era Squerez ed era di ragazzi bolognesi un po' più grandi di me. Io facevo la seconda media, loro mettevano la s al posto della z. Quanto era bello andare in giro per i colli bolognesi, era il tempo di Jack Frusciante, neanche sapevamo cosa significasse avere una vespa "che ti toglie i problemi". Era il periodo degli album, dei cd, dei video, di "C'è qualcosa di grande tra di noi", di "Se ci saró", la canzone poesia, cantata rigorosamente da Cesare e non da Ballo, del "senza di te, io non potrei". Era il 1999, l'anno successivo sarebbe arrivato Gigi D'Alessio con "Non dirgli mai", l'anno dopo sarebbe arrivato il liceo. Anno dopo anno. Non te ne accorgi. Eppure gli anni passano e ti ritrovi a scrivere del tempo di una canzone, chissà perchè proprio quella, chissà perchè proprio adesso, di quello che si porta via e di quello che resta. Di quello che ti restituisce. Per un attimo, forse. L'immagine di un tempo passato, ancora vivido, un profumo, uno sguardo, un sorriso, una frase sul diario. E così so che mi piace parlare con due categorie di persone. I bambini, e gli anziani. Loro sanno sempre quello che vale la pena guardare, e come guardare. Loro sanno sempre quello che conta. Conoscono le parole degli occhi, l'immediato dei gesti, la sacra umanità di una preghiera, quando si fa sillaba o sorriso, lì c'è l'uomo che sa il bello di amare, la semplice umanità del sentire con il cuore.  


lunedì 18 febbraio 2019

DOTATA DI RESPIRO, FATTA DI CIELO

Dove sono i tuoi occhi? 
Sono in quello che vedi, o in quello che appare, e se sì come fai a dire che ciò che sembra è la realtà? Sono in ciò che ti fa soffrire, in quello che ti manca, in quello che vorresti fosse possibile, nelle favole che ti racconti, nelle poesie che scrivi, nelle tante verità che ti dici per potere andare avanti, nelle cose accantonate che tornano e fanno male... dove sono i tuoi occhi?
Sono forse in quell'angolo di cuore dove vivono preziose tutte le cose importanti, dove il bene riposa e ha il sapore del buono, dove volano le carezze e i nomi hanno un tocco gentile? Sono tristi, sono stanchi, sono spenti, sono bagnati, sono belli e sono vita i tuoi occhi, ma solo se hanno cieli tersi e puri in cui specchiarsi e riconoscersi. 

Dove sono i tuoi occhi?
Sono in quello in cui credi, in quello che sei, in tutto ciò che guardi con amore. Un detto recita che per tornare a vedere il cielo bisogna spostare l'elefante, ma non è tanto il grigio a fare paura, quanto l'incapacità di guardare le cose in faccia, e tornare a vedere i colori. La paura di quello che si può vedere o meglio di non sapere più cogliere, tanto siamo assuefatti al grigio, e disabituarsi a vedere è come disabituarsi al sentimento, disumanizzarsi a poco a poco, in questo mondo che ha tanti spazi per tutti ma mai uno sguardo profondo per nessuno. Avere gli occhi sul proprio cuore, sulle mani che sanno scaldare, sui pensieri che accarezzano l'anima e le danno conforto, sono la risposta per tutto il bello che si può ancora vedere. Lì c'è quello che conta, lì sono i tuoi occhi, dove c'è amore. 


"Un'immagine dotata di respiro, fatta di cielo" 
                                                        Euripide


sabato 16 febbraio 2019

ALTRA FACCIA DELLA LUNA

La cattiva notizia è che non si può fare a meno di soffrire o di perdere qualcosa, la buona notizia è che l'amore sa dare senso a tutto, sa tenere per sempre.
La cattiva notizia è che non puoi fermare il tempo, la buona è che il tempo ti rende piú forte, più saggio, o solo piú attento a quello che conta, e ha valore.
La cattiva notizia è che non puoi correre sempre come i bambini, la buona è che a camminare piano ti godi il paesaggio, e il rumore dei pensieri.
La cattiva notizia è che si diventa grandi senza saperlo, la buona è che quel carico di lacrime, delusioni, dolcezze e verità diventa esperienza, e puoi guardare agli altri con una ricchezza in più.
La cattiva notizia è che non imparo mai, la buona è che resto comunque io, e alla fine va bene così.
La cattiva notizia è che ognuno ha la sua storia e la sua verità, la buona è che possiamo guardarci negli occhi per capirci o per sentirci meno soli.
La cattiva notizia è che le mani non possono superare le distanze, nè le parole togliere le pene dall'anima.
La buona è che c'è sempre un pensiero che cura e protegge, vince le distanze e si basa sulla verità.
La cattiva notizia è che il cuore non sempre batte come vorrebbe, la buona è che c'è sempre un cuore che batte per te, allo stesso ritmo tuo.

mercoledì 13 febbraio 2019

GLI ANNI

Erano gli Anni degli 883, era tanto tempo fa, mi chiedo dove sia finito tutto questo tempo, quando è passato, come, perchè nessuno mi ha avvisato, perchè nessuno me lo ha detto. Quanti gradini da salire, ogni giorno uno in più, li saliamo veloci, indugiando un po', perdendoci nel sapore della pioggia, nel vento della nostalgia, in punta di piedi, inciampando tra sguardi e battiti di cuore. Li percorriamo veloci, sempre nuovi e sempre li stessi, senza contarli, ogni volta uno di più, ed erano quelli dell'asilo, del liceo, dell'università. Quelli della casa dell'infanzia, delle pause dei giochi per strada, delle figurine da incollare, perchè ce n'era sempre qualcuna che mancava, e molte erano da scambiare. Allora se non tutte le cose erano al posto giusto non era un problema, era bello, e andava bene così.
Quando ho iniziato a capire gli Anni degli 883.
È stato quando la vita ha sostituito le colonne conore ai verdetti della verità, quando ha tolto il romantico per avere il subito, quando non c'era più tempo, quando mi hanno detto che una musicassetta poteva essere un mp3 o un file sul cellulare, e che una foto poteva essere un post, che i ricordi sarebbero stati per sempre, ma mai davvero, se quel sempre non lo abbiamo dentro e non lo stringiamo con cura.
E allora capisco anche quel senso di "Le notti non finiscono, all'alba per la via".
Non finiscono le notti dei giovani, di chi sogna, di chi sale i gradini e scende e ricomincia e non li conta perchè la vita è come una canzone, un andare e venire, un salire senza scendere mai troppo, un sentire un canto e il sapore di un ricordo, avere un sorriso e insieme una lacrima.
Però in tutto questo qualcosa di bello c'è.
Ce lo hanno insegnato gli 883.
C'è sempre una canzone d'amore.


Se io avessi le parole
le potessi immaginare
fosse facile spiegare
si riuscissero a suonare
se potessi raccontare
se sapessi come fare...
ti scriverei
Una canzone d'amore...
per farmi ricordare
per farti addormentare
che faccio uscire il calore
che non ti so spiegare 





lunedì 11 febbraio 2019

Dolcezza

Scriviamo parole per riempire silenzi, 
per dare voce al nostro bisogno di stringerci. 
Una nostalgia, una pena, un dolore, mi hanno riportato al vento dell'assenza, ai rintocchi del campanile ignaro di quale peso potesse avere un minuto, 
al colore del giorno. 
Guardo i tuoi occhi che sanno dove vive la dolcezza, lì dove nascono fiori, e dove tu da qualche parte, all'improvviso, sorridi.