giovedì 28 luglio 2016

PER TE

Questa è per te che stai leggendo, per te che se sei qui é perchè mi hai lasciato qualcosa, per te che mi hai dato tanto, e ogni giorno è una piccola scoperta.
È per te.
Per te che hai dato colore ai miei giorni, per te che mi hai aiutato nei momenti difficili, per te che mi hai strappato un sorriso e fatto molto di più di quello che sai.
La dedico a te che se sei qui hai rubato un pezzetto del mio cuore ed ora è tutto tuo,
a te che mi hai visto piangere e non mi hai negato un abbraccio, a te che mi hai stretto la mano, coccolato, ferito, riso in faccia, ma non l'hai lasciata andare.
E poi è per te che mi fai battere il cuore, che mi riempi i pensieri e le parole, che mi hai dato i sogni e insegnato a sognare.
A chi è vicino senza esserci mai, a chi è lontano eppure sempre presente, a chi è importante e lo sará sempre, questa è per te.
Nel logorio del tempo e della vita le cose che restano e che contano davvero sono lì che battono e respirano con te, sono in quel sorriso che ti accende la forza, ed in quella certezza che ti spinge a guardare la vita come una cosa bella, e solo perchè ci sono persone come te che la rendono speciale.
Oggi un bambino che non conosco, nel passeggino mi ha sorriso e con la manina senza saperlo mi ha soffiato un bacino.
Ognuno di noi ha qualcosa da dare al mondo, in un modo o in un altro regala all'altro una parte di sè; ed ecco a tutte quelle persone che donano agli altri un pó del proprio tempo, della propria disponibilità, della propria interioritá e umanitá dico grazie.
Grazie perchè a volte basta poco ad essere una luce nella vita di qualcuno, a diventare un pensiero felice, un ricordo piacevole, un'emozione per sempre.
Ed io vorrei esser come quel bambino che strappa sorrisi e che non sa di sè e del mondo, che non conosce cattiveria o sofferenza e vive di dolcezza e tenerezza.
Vorrei esser come lui e il suo mondo d'amore, come te che mi hai dato un motivo per pensarti, che sei e sarai sempre con me, come la luce bella che ha illuminato i miei giorni, che li illumina tuttora, a cui dico, per tutto, GRAZIE.
Il cuore è per sempre.

martedì 26 luglio 2016

SWITCH ON THE RADIO (GAGA)

Estate tempo di musica, di lungomari percorsi saltellando, tra ciabatte struscianti e sneakers logore di sabbia e di vento.
Radio gaga imperversa nelle cuffiette dei Queen, dove Moonlight shadow è solo un ricordo e i Beatles ci hanno insegnato che "All we need is love"è meglio.
Un sottomarino giallo non è come un"beatiful stranger"per Madonna eppure quel sottomarino ci ha tracciato la rotta, in un tempo delle mele che ci ha insegnato a sognare i lenti e in un ''ray of light" a passo di danza, perché quel cambiamento era nell'aria, era in una crepa nel muro o "in wind of change"di tutte le voci del mondo.
Mi sintonizzo su una vecchia frequenza portata dal vento, in un giro di smartphone che è un post lasciato su facebook, di canzoni a colori e al "mismo sol", di ritmi rap e caraibici per giovani d'oggi squisitamente targati 2000.
Cerco un moon walk che disegna un thriller sulla pelle, di un ragazzo cattivo dal viso pallido e con il cappello in testa...invento giravolte di fantastica normalitá, mentre cammino nel vento, con un giradischi nel cuore che sento solo io.
"Ragazza magica" direbbe Jovanotti in questa estate di J-Ax e "Sofia".
"Stella cadente" direbbero i Modá, forse anche per noi, che quella stella la cerchiamo davvero o chissá.
Tutto torna nel ritmo di una canzone.
Il mare inventa capriole di spensierata libertá, gli aquiloni volano alti e dal bar si sente ancora l'odore dei cornetti caldi.
Il resto...è tutto in una canzone.

E PRIMA O POI SARÁ...LA LUNA

I pittori silenziosi lasciano i loro segni sull'asfalto, lì dove s'incrociano le strade e si scrivono i sentieri.
Percorsi fantasiosi, fatti ognuno sulla strada dei sogni, lì dove s'accompagnano i passi della gente che pure sempre lontano va, e non si ferma mai.
Gli acquerelli sull'asfalto sono gli schizzi al carboncino d'un pittore di fortuna, fatti per caso o per noia.
Io, nella luce di un lampione, accarezzo il silenzio d'una notte che sa di tempere e di sale, lì dove il giorno si spegne e finiscono le cose, nella luce argentea e luminosa della luna, che da lassù stranamente sorride.
Aspetterò i tuoi passi qui dove muore il giorno e dove rinasce, qui dove l'infinito si espande in un cielo di stelle e di gesti sfiorati, dove le parole sussurrate sbiadiscono in universi lontani, in un disegno capriccioso sull'asfalto, di un artista di strada, o di fortuna.
La luna malinconica con il suo sguardo triste sorride, e capisce i pensieri della gente, le parole dette e quelle sperate, nella luce del mare che pure segue il suo corso, e non si ferma mai.
Un ragazzo e una ragazza poco lontano si tengono per mano.
Si guardano negli occhi, incantano un mondo di sguardi che é solo loro, rubano il tempo e la storia, mentre la luna da lassù, sorride.
Non capisco il sorriso della luna, se il suo sguardo è triste e il suo alone velato..e pure vorrei afferrare l'istante, prendere questa polvere di stelle che si scioglie nel mare e tenerla per me, soffiarla sulle cose e sulle persone, dare vita alle favole, come i giocolieri o gli artisti di strada, che vanno, e non si ferman mai.
Intanto gli occhi dei due ragazzi sono sempre lí, danzano una danza che sentono solo loro, una danza di sguardi e di baci rubati, rubati al vento e alla notte, sotto quella stessa luna, che stasera per una volta sorride.
Sorride per noi, spettatori solitari di nuove e vecchie veritá, pescatori improvvisati di stelle e di sguardi, di storie perse nella notte e amori che sotto la luce di un lampione diventano danza senza musica, con la luna padrona dei nostri pensieri e dei nostri silenzi..la luna che sa di noi e del mondo, che conosce le maree che inondano i confini ed è esperta di fiabe e di preghiere, di notti insonni, di viaggi e di sentieri, così come sono le cose del mondo che pure cambiano sempre e non si fermano mai.
Ed io sono qui, sotto questo cielo terso che è giá mezzanotte, qui dove il rumore dei tuoi passi è sempre vivo e presente,
qui dove i poeti vedono i loro sogni migliori e i sognatori piangono felicitá amare e s'inventano storie, qui dove le principesse perdono scarpette, e i cantanti cantano le favole...e la luna ascolta, per te, per me, e per tutti quelli che sanno ascoltare.

http://lauradange.blogspot.com

venerdì 22 luglio 2016

UN GELATO GUSTO FIORDILATTE


I bambini e il gelato sono la combinazione perfetta della felicitá. Penso che le persone più appagate d'estate siano i gelatai e i bambini, e non puoi farci niente, perchè fare il gelato e mangiarlo sono due cose un pó speciali, che soltanto se si è bambini o un pò maghi si possono capire.
E non è questione di alchemica corrispondenza...
La spensieratezza che emanano i bambini di fronte a quel miscuglio magico di "acqua zucchero e.." è una scia luminosa di nostalgica felicitá, quando tutto era perfetto e tu, con quel gelato tra le mani, eri la bambina piú serena del mondo.
Allora i gusti erano tutti buoni e sempre diversi, con il cioccolato che non finiva mai, e quella panna cotta che era tutte le cose buone del mondo messe insieme.
 Allora l'Algida era il marchio preferito da trovare sul bancone del bar,ed il logo giallo ed arancione e pò sbiadito sapeva di pomeriggi per strada tra le case, di biciclette rotte e palloni da rincorrere, non c'era ancora il disegno nuovo eppure noi quel "cuore di panna" lo cercavamo comunque, lo cantavamo in un una canzone che forse non significava niente, ma a noi non importava e andava bene cosí.
Ricordo che mia mamma, salutista come solo le madri possono essere, comprava le vaschette al limone e alla fragola.
Un orrore, l'apoteosi della delusione, per una cresciuta a vaniglia e fiordilatte, che metteva gli smartiies sullo yogurt,e i bastoncini di cacao e alla nocciola.
Ma se l'uno sapeva di Panacef e l'altro era acre e aspro come solo un agrume può essere, in quei bicchieri "artigianali"riempiti sempre a metá e con le cucchiaiate spezzate e mai precise, c'era tutta la bellezza di quell'etá, con l'acre del limone che dopo un pò diventava dolce, troppo dolce, e tu capivi che la vita è così, con la sua scorza apparentemente amara e un retrogusto di tenerezza da scoprire e da cercare.
Poi c'è stato il tempo del Cremino, del Cucciolone, dei Ghiaccioli colorati alla menta che ti lasciavano la lingua sporca di verde, del Calippo Frizz da "sniffare" più che da leccare, che ti dava le "bollicine"nel naso e nella testa, e tu dovevi fare subito, per far sì che non si sciogliesse troppo in fretta.
Giá, perchè anche i gelati come tutte le cose belle si sciolgono in fretta.
Ti sporcano le mani e il petto, e tu sei lì, spesso inconsapevole, a cercare di catturare l'istante, a cercare di ritrovarne il sapore, alla ricerca di un battito solo tuo, il più semplice e perfetto, che ti coli addosso e duri per sempre. Come la vita, che segue il suo corso e non è mai come ti aspetti, che passa e va, che ti lascia i ricordi, e pure vorresti non finissero mai.
Ma per fortuna ci sono ancora i gelatai e i bambini.
Gli unici che riescono a perpetuare l'incanto, gli unici che anche ad anni ed anni di distanza, ti fanno sentire ancora quella parte bella di te, quella che che ti faceva correre con un gelato tra le mani, sempre e solo verso la felicitá.

lunedì 18 luglio 2016

A TE CHE CRESCERAI


A te che crescerai ti dico di non prendere tutte le cose sul serio.
Diventerai grande, andrai a scuola, ti farai degli amici, scoprirai cosa significa crescere, cosa significa amare, cosa significa lottare.
Imparerai che la vita non è facile.
Piangerai per un brutto voto, per una amicizia finita, sentirai la delusione del primo amore, di quei baci soffocati di lacrime, scoprirai il sapore dei sogni distrutti e delle attese crollate.
A te che crescerai ti dico di non prenderti troppo sul serio.
Ti dico di amare, amare tanto, ma non troppo, ti dico di credere in te, ma mai abbastanza, di metterti sempre in discussione senza per questo dimenticare che esisti, e che la vita è una cosa bellissima.
Ti dico di essere felice. Di cercare di esserlo, di costruire un tassello in più della tua vita, così come il mare giorno dopo giorno modella la terra e disegna i confini del mondo.
Studierai, ti innamorerai, ti sposerai, avrai una casa, un lavoro e una famiglia.
Amerai e sarai felice, piangerai e avrai qualcuno che asciugherá le tue lacrime, abbraccerai e qualcuno ricambierá il tuo abbraccio.
A te che stai crescendo ti dico di non distruggere mai te stesso, di non cadere nella trappola di oggi della omologazione, del "tutto e subito", della moda dell'apparenza.
Ti chiedo di non guardare gli altri come il modello della veritá, di non credere che essere accettato equivalga ed essere migliore, ma anche nella solitudine, ti chiedo di accettare il cambiamento, di rispettarti come la cosa più preziosa che hai.
Te lo dico con l'errore grammaticale, con un "ti"di troppo da sottolineare con la penna rossa, o se vuoi, con matite colorate o tutti i sentimenti del mondo.
Sei tu.
Che meriti un mondo di amore, di vivere, di essere sempre la parte più bella di te.

domenica 17 luglio 2016

PAOLO VALLESI NON ME NE VOLERE


Ho sempre pensato che essere onesti, fare il proprio dovere, rispettare le regole, impegnarsi per qualcosa di giusto rendesse immuni dall'errore, dalla sofferenza.
E invece non è così.
La vita con tutte le sue storie ti viene a trovare lo stesso, e tu devi guardarla in faccia ed affrontarla con quel bagaglio di valori, di esperienze, di conquiste, di sconfitte, di sentimenti ed emozioni che hanno contribuito a fare di te quello che sei.
Ho sempre pensato che ci fosse un modo per evitare il dolore, chissá, magari la saggezza, la filosofia, l'amore degli affetti più veri, la religione, gli interessi, le passioni, vero rifugio e consolazione nei momenti più difficili, ma non è così, perchè il dolore è una costante della vita, e non puoi farci nulla, perchè per quanto tu possa essere preparato ad "anestetizzare" le emozioni, per quanto tu possa essere maturo e aver lasciato dietro di te un universo di valori e punti fermi costruito con cura, alla fine ti verrá sempre a cercare, sconvolgendo quell'equilibrio di certezze e dedizioni che tu avevi accumulato con tanto impegno. Non importa che tu sia preparato o meno, quanto tu sia pronto o meno, quanto tu sia stato in gamba o inadeguato. Perchè il dolore c'è e fa male, e in tutte le sue forme, ti lascia senza difese, solo e sofferente di fronte a te stesso e alla vita.
Eppure, se ci riflettiamo, il dolore ci ricorda quanto è bella l'umanitá nella sua fragilitá, bella perchè nelle nostre emozioni, nei nostri sentimenti, nelle nostre paure e nelle nostre sensazioni siamo così grandi, così intensi, così "veri", da superare la nostra stessa finitezza per qualcosa di eccezionale che siamo noi, che è in noi, e che va oltre il reale oggettivo.
Ho letto da qualche parte che l'amore esiste per mettere alla prova la nostra capacitá di sopportare il dolore, per farci sentire quanto riusciamo a tenerlo, e come, quanto è grande l'uno e quanto è intenso l'altro, e se amiamo davvero o solo a metá. È vero, quando ami soffri, il più delle volte le farfalle nello stomaco diventano preoccupazioni, lacrime, insicurezze, inadeguatezze, insoddisfazioni, delusioni, un continuo ricominciare da capo senza forse mai approdare a nulla, o mai del tutto. Ma è anche vero che è l'amore che ci salva, sempre e comunque, perchè quel sentimento magico e dolce di calore che ci fa sorridere senza motivo e ci tira fuori quella luce che irradia i nostri sguardi migliori, è sempre nella certezza, nella presenza costante delle persone che amiamo, delle cose che siamo e che fanno di noi quello che siamo, nel ricordo e nell'attesa, nella vicinanza o nell'assenza.
Niente ci renderá immuni al dolore, ci proteggerá dalla vita che segue comunque il suo corso, che sia giusto o meno.
Ma rifiutare le emozioni per paura di soffrire, per "anestetizzare"la vita e le sue sfumature per paura di un qualcosa che può prenderti al varco in qualsiasi momento è giá di per sè un errore, perchè la vita vera non la si sceglie, non la si programma, e forse sempre alla fine ti offre qualcosa.
Forse non imparerò mai ad essere "giusta" in un mondo così difficile, in un mondo dove non bastano i sogni, le lacrime, le poesie sentite sulla pelle o solo immaginate, e dove gli abbracci non durano mai abbastanza.
Forse non imparerò mai ad accettare il dolore, a mettere da parte i rimpianti, le disillusioni, le paure e le preoccupazioni, in questo mondo che pure mi ha dato tanto, che mi ha insegnato la parte più bella e preziosa di me, e della vita.
Magari non so niente, e nelle giornate di pioggia i desideri si faranno sentire un pò di più, come la stanchezza per quello che è stato.
Ma come cantava Vallesi una "forza della vita" c'è, sempre e comunque. Ed io ci credo fermamente: sempre e solo l'amore, per chi abbiamo la fortuna di avere vicino, per chi abbiamo nel cuore (l'unico posto dove esiste il "per sempre"), e un pochino anche per noi stessi. Ce lo dobbiamo forse un pò, in fondo, non vi pare?

LE NOSTRE STORIE AI TAVOLINI DEL BAR


I tavolini del bar custodiscono cose bellissime.
Sentono le nostre storie, raccolgono le nostre emozioni, raccontano le nostre vite e le catturano in istanti di inaspettata magia.
Quante storie si scrivono e prendono forma attorno ai tavolini dei bar?
Qui si stringono mani e si accarezzano sorrisi, si formulano pensieri e si creano emozioni, si immaginano possibilitá e si disegnano attese che volano via come il fumo di sigaretta, che porta con sè parole ed emozioni.
Ne sanno di storie i tavolini del bar, ne ascoltano di silenzi, di ticchettìi senza nome e di parole sussurrate e perse nel vento, quando piccoli mondi s'incontrano per un istante e diventano un unico grande pianeta, e tu collezioni momenti unici, a loro modo speciali e irripetibili.
I tavolini del bar ne conoscono di storie.
Ascoltano canzoni, conversazioni discrete, raccolgono pensieri e gocce di pioggia, quando i bicchieri vuoti diventano già passato di un qualcosa che è stato. Lì la cenere di un mozzicone ancora acceso porta via con sè i segreti di tutta una vita, lì un bicchiere ancora pieno canta il rimpianto di discorsi a metá, di pensieri incompiuti, di cose che potevano essere e non sono, quando i battiti per un pò si incontrano ad altri per poi sfumare in aloni di fumo e parole che non tornano indietro.
 Ne spiano di storie i tavolini del bar, con le sedie pronte ad incatenare emozioni, a raccogliere stanchezze e a custodire illusioni e silenzi.
Ed è qui che prendono corpo progetti,invenzioni, si costruiscono assurditá, qui si immaginano felicitá.
E alla fine se le prendono le nostre storie i tavolini del bar, ce le sottraggono perchè appartengono un pò anche a loro, chissá quante e sempre diverse, così come è diverso il mondo, con tutte le sue di storie.
E tu vorresti intrappolare il momento, tenerlo per te, sottrarlo al tempo e alla favola, farlo tuo e solo tuo perchè lì sei tu, e in ogni parola lasciata via c'è una parte di te, nella vita e in tutte le sue storie che si stringono attorno ad un tavolino del bar.
E poi nelle coppe e nei bicchieri si baciano e si bevono i pensieri.
Alcuni vi creano un intero mondo.
I ragazzini con gli smartphone intessono relazioni misteriose, le donne vi pettinano i racconti, gli uomini fantasticano di calcio, scommettono e creano miti.
 Una volta i nonni vi giocavano a carte. Il garzone ti portava il caffè, e un jukebox a gettoni ti cantava le emozioni di un tempo, nel bianco e nero di un giradischi e di un 33 giri partito troppo presto. E tu ti immaginavi il sapore di salsedine, e magari il mare manco lo conoscevi, lo sentivi sulla pelle, in quel bicchiere di granita o di gazzosa artigianale che era il centro del mondo.
Come a quel tavolino del bar, dove hai riso, pianto, immaginato, sognato, letto un libro, stretto mani, fantasticato...
...un piccolo mondo per ognuno di noi, con tante piccole grandi storie che passano e vanno. Quelle della gente, che sogna e va...

venerdì 15 luglio 2016

PRAY FOR NIZZA

"Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo…Il paese delle lacrime è così misterioso" (Antoine de Saint-Exupéry)

Qui non serve fare del moralismo, non serve la retorica, non serve indignarsi e soffrire per le vittime e per la disumanitá di gente che non ha niente di umano.
Perchè tutto lo strazio che possiamo gridare, la rabbia, il dolore, la paura e l'indignazione per questo scempio gratuito della vita e della sua sacralitá è rappresentato da quella bambola sull'asfalto.
Si dice che il pianto di un bambino ha in sè tutto il dolore del mondo.
Qui si deve fare qualcosa.

martedì 12 luglio 2016

IMPARERO'





Imparerò ad apprezzare questo tempo sospeso, forse perchè i miei sogni collimano con la realtá, perchè i pezzi mancanti sono troppi, troppo storti, troppo confusi, e il puzzle non si completa mai.
Ed io il pezzo giusto l'ho aspettato, l'ho cercato, l'ho atteso, sognato, accarezzato, respinto, fatto a pezzi e riaggiustato di nuovo, l'ho stretto tra le mani e custodito tra castelli di carta che come quelli di sabbia non durano mai troppo a lungo.
Forse perchè le onde del mare sono capricciose come la felicitá, forse perchè la vita è una confusione incredibile di rumore e melodie, forse perchè le emozioni che abbiamo dentro sono sempre troppo, per questo eterno divenire che non è nulla, rispetto al nostro cuore e ai nostri battiti.
Ne ho stretti di pezzetti di puzzle tra le mani, ho imparato a lasciarli andare, 
forse perchè dopo un pò anche le lacrime si stancano di essere, e le mani vorrebbero solo carezze, e sussurri d'infinito in questo cielo a volte troppo lontano da noi.
Ho imparato ad apprezzare questo tempo incerto, eppure così perfetto se non si ha la paura di viverlo. Ho imparato ad accettare le sconfitte, le delusioni, ad ingoiare rospi piuttosto che baciarli (tanto si sa, i principi non sono mai troppo azzurri e spesso si perdono nella foresta,  e la bella aspetta ancora il suo bacio). Ho imparato che devo far tesoro di ogni singolo istante, che il rimpianto ferisce e non dà pace, che forse l'illusione è dolce ma solo se non la si prende troppo sul serio. 
Che le favole esistono per chi le sa cercare, che per avere passione ci vuole passione. 
Allora cercherò il raggio di sole in ogni cosa, cercherò di sorridere, se non altro perchè c'è chi mi ha dato tanto, e merita solo di essere felice.
E allora non ti parlerò delle mie paure, dei miei sogni, dei miei desideri, li terrò tra le mani, come i tanti pezzi di quel puzzle perfetto. 
Ti sorriderò e tu mi sorriderai. E allora avrò tutto il mondo con me.

Un pò di FACEBOOK

Ho scelto di aggiungere a questo mio blog (nato non si sa come) alcuni dei miei ultimi post pubblicati su facebook. Per carità, nulla di serio, però ad ogni pezzettino sento di aver affidato una parte di me, sono una parte di me, di quei giorni che fino ad un'ora fa sembravano ieri, ed invece è già trascorso un mese. 
Li pubblico per una esigenza di completezza, come un diario segreto o una cronistoria imperfetta, o forse solo per scoprirmi e ritrovarmi alla fine... 
Ogni post mi ha lasciato qualcosa. E non soltanto perché ho sentito di esprimere me stessa.  La partecipazione, la disposizione, e in taluni casi l'affetto che ho trovato in ogni commento, in ogni "mi piace", in ogni "cuoricino" o condivisione o anche soltanto in chi ha letto e basta, mi hanno parlato di una "bellezza" che va oltre l'aspetto tangibile delle cose, una bellezza che è una corrispondenza, una "condivisione" (è il caso di dirlo) di umanità, di sentimenti, che rende preziosa la vita nella sua semplicità e naturalezza. 
Come dire, in ogni parola (magari anche stupida, o incompleta), io ho lasciato un pezzettino di me, ma molti mi hanno dato tanto, e per questo non posso non ringraziarli.    

"Il problema è che io mi affeziono. Alle cose, alle persone, agli odori, alle sensazioni, persino all'asfalto silenzioso che accompagna i tuoi passi e che ti conduce chissá dove...Mi affeziono non so come...eppure ogni volta che un'esperienza finisce e c'è un tassello in più nello scrigno dei ricordi, un dono prezioso finisce nel cassetto dei sogni...come ad esprimere l'inesprimibile...che è un "affeZzionarsi" alla vita con due zeta, con tutta la triste eppure magica bellezza che questa porta con sè"
(Laura D'Angelo, 13 giugno, ore 16.25, fb).



16 giugno ore 11.36  

15 anni fa sognavo di prendere un bel voto in greco e di trovare la forma base del piuccheperfetto o di un aoristo medio passivo quasi sconosciuto. Il mare era la mia casa, il muretto lo spazio dei sogni attorno cui racchiudere un intero mondo fatto di serena e limpida felicitá, un libro tra le mani una promessa di poesia che rendeva la vita rosa e tutta da scoprire .Oggi a 30 anni tra tanti cambiamenti e colpi di scena forse poco è cambiato, cerco ancora l'aoristo nella frase, ancora vorrei istantanee di infinito, ancora sogno vite non vissute, ancora vorrei fermare l'istante per sentirlo solo mio e chiuderlo tra sprazzi di inaspettata magia. Sará che ho imparato che anche il rosa ha le sue sfumature, che ci sono più spine che corolle di fiori, che spesso la vita non dá quello che ti meriti...eppure mentre mi scopro a disegnare ancora cuoricini sul vapore del vetro sotto la doccia e mi invento canzoni senza parole, non posso non sperare di sentire di quei fiori almeno il profumo. Forse perchè se non scrivo non sono io. Forse perchè mi sento dentro tutto un mondo, da esprimere e raccontare...



1 luglio ore 22.37  
Ci sono cose

Ci sono cose che passano e altre che durano per sempre. Attraversano la storia, scavalcano le epoche, intrecciano vite e raccontano giorni.
Passano i battiti di ognuno, passano i giorni e le notti, passano le parole, passano persino le lacrime che respiriamo e che fanno quello che siamo...semplicemente vanno via, svaniscono.
Ci sono cose che durano per sempre. 
I sentimenti, l'amore, le emozioni.
Una volta era amore stringere tra le mani un fiore di mughetto nel pizzo candido di un fazzoletto bianco, era amore ballare un lento, era amore
cantare poesie in cortesi tenzoni...
una volta era casa ascoltare le storie attorno al camino, e, quella che per noi oggi è poesia, era semplicemente vita.
Una volta...
Cambiano i nomi, i respiri, le parole, i sogni e le epoche, ma il cuore dell'uomo non cambia.
Ed è bella questa eternitá di sentimenti, solo nostra. Perché anche se cambiano le epoche, quella vita che ci è attorno e di cui spesso non ci avvediamo è la poesia che altri, nel futuro ci invidieranno. Una poesia di sentimenti, eterna e perfetta...




3 luglio   ore 10.30  (dopo l'attacco terroristico a Dacca)
Piccole riflessioni

Non si dovrebbe mai morire così. La morte é una fase della vita, é dolorosa, ma ineluttabile.
La morte naturale fa soffrire, ma ci sono morti che fanno ancora più male.
Morti assurde, inconcepibili, inaccettabili, di fronte alle quali anche i tabù linguistici perdono di discrezione per diventare tanti pezzi di un unico puzzle, un puzzle triste, che fa male.
Quello che siamo é una conquista, la civiltá si respira e si apprende passo passo, in ogni gesto o parola detta e non detta. Secoli di storia ci hanno insegnato l'arte, la letteratura, la scienza, il diritto, la filosofia, l'etica, la poesia..la cultura (come la pace) non è un diritto acquisito per nascita ma una conquista di civiltá, di umanitá, da accarezzare e tutelare con amore e rispetto giorno per giorno. È per questo che certe morti fanno incazzare. Perchè non si può morire facendo con dignitá il proprio lavoro, vivendo la propria vita, i propri sogni, le proprie noie, in una maniera così terribile. È la rivincita della barbarie, della brutalitâ, di tutti gli orrori che un dizionario può racchiudere classificati come "lemma". È doloroso, triste, ma soprattutto ingiusto perchè assurdo. La religione anche in senso laico insegna quali sono i valori della vita. Allora perchè è così difficile rispettarsi? Se una preghiera è importante, ancor più importante è non restare muti, a guardare.



domenica 10 luglio 2016

GENERAZIONE '90


Quando sei a casa, fermo e immobile e non puoi uscire, scrivi. Dopo un pò il pomeriggio é troppo lungo, il soffitto troppo bianco, il mare dalla finestra troppo lontano e allora, con il tuo cielo nella stanza, ascoltando i Muse con le cuffiette (che oggi si chiamano auricolari) pensi che con te se n'è andata (nel senso che é cresciuta) tutta una generazione. Una generazione '90, fatta grande a nutella e cartoni animati, quando gli 883 giá cercavano l'uomo ragno e un walkman a musicassette ti sembrava la cosa più bella e importante da possedere. Io l'avevo verde fosforescente (da perfetta figlia dell' 86 non mi potevano mancare le fosforescenze) e ci sentivo Laura Pausini che cantava "La solitudine", ma poi c'era sempre il jukebox al mare e allora lì era molto più divertente.
Quante volte abbiamo ascoltato quella canzone in riva al mare non lo so, e non eravamo ancora adolescenti! 
Poi ci sono stati i pattini, gli album di figurine, i disegni sui quaderni, le fotografie coi rullini da scattare che sembrava non bastavano mai, le corse per strada felici a perdifiato, tra i vicoletti di paese, che sapevano di libertá, tra sprazzi di sole e panni stesi ad asciugare...Mah sará che Beverly Hills oggi è diventano 90210 e neanche c'è più, che Sailor Moon si è trasformata in Sailor Moon Cristal ma è un remake e per giunta disponibile solo in sub ita, sará che per strada i panni stesi ad asciugare ci sono ancora ma io ormai tra quei vicoletti non corro più...
fatto sta che, anche qui, con questo cielo azzurro davanti, ho voglia di sentire, anche da lontano, la felicitá.

LA PIOGGIA

A me alla fine la pioggia d'estate piace. 
Mi piace il suo profumo, il ticchettìo dolce, quella pausa che porta dalla frenesia tipica di questo periodo, dall'effervescenza di un caldo torrido che è ovunque rumore, movimento, folla, azione.
Invece con la pioggia d'estate, la vita sembra riprendere il suo corso, il mare si riappropria dei suoi spazi e perfino i gabbiani sembrano trovare un orizzonte in più, liberi di vagare come sono su una spiaggia di nuovo tutta per loro.
Ed è ovunque silenzio, e il mare grigio cielo canta la sua canzone di lontano, ed allora è più bello fermarsi a guardare le onde.
Sì, la pioggia d'estate è come il mare d'inverno, servono entrambi perchè sono l'uno il corrispettivo dell'altro.
A me piacciono tutt'e due, perchè la poesia quando accade, non importa come, bisogna coglierla, viverla.
Sarebbe uno spreco, no?

Di-STRUZIONI PER LA FELICITA'


Complicarsi la vita è un'arte, ed io modestamente in questo campo vado forte. Non mi faccio mancare niente, cosicchè sono giunta alla conclusione che dato che lo faccio alla perfezione, e non è da tutti, devo avere per questo qualche dote rara, anzi rarissima.
Dalle cose più banali a quelle più importanti.
Come per esempio (dirò una cosa banale) farsi piacere ed incaponirsi di quel modello di occhiali da sole. 
Beh, noi donne siamo forti in questo, quando ci piace qualcosa la vogliamo a tutti i costi, la guardiamo dalla vetrina, la proviamo e riproviamo (con il commesso che ci guarda giá reo omicida), ci piacciamo, non ci piacciamo, il viso è troppo lungo, il collo è troppo corto, paranoie a non finire, la lasciamo in negozio, struggendoci poi tutto il tempo per aver perso un'occasione.
O come i sensi di colpa per quel dolcetto in più, che poi magari la prova costume arriva e tu sai giá di essere bocciata, forse perchè il bikini dell' anno precedente ha troppa poca stoffa, e tu- dopo un logorio immane di mi spoglio non mi spoglio, adesso lo faccio, no non è vero- alla fine ridi perchè l'effetto salsiccia è assicurato, ma è tutta salute ragazzi.
È vero, vogliamo strafare, ed anch'io purtroppo sono così.
Ci arrabbiamo perchè non siamo perfette,
ci nascondiamo dietro sorrisi e aneliamo sogni e canzoni,
cerchiamo poesie e ci incantiamo nell'attesa di momenti perfetti, irreali.
Ci copriamo di strati di mascara sperando che dal nostro sguardo non trapelino i pensieri,
esageriamo con i colori e forse, ahi, siamo sempre troppo sbagliate e non andremo bene mai.
Ecco, questo per le piccole cose di ogni giorno, che pure ci sono e contribuiscono ad essere quello che siamo.
Delle cose importanti, mah...forse è meglio lasciar stare.
Bel casino.