domenica 22 marzo 2020

LA VITA ASINTOMATICA

La vita asintomatica. Che non presenta sintomi. La vita sul divano, alla finestra, dietro un vetro, la vita dentro di noi, la vita per le strade vuote, i negozi chiusi, le vetrine vuote, le saracinesche abbassate. 

Il vuoto fa male. Un giorno vuoto. Uno sguardo vuoto. Un quaderno vuoto, un panino sottovuoto, un paese vuoto isolato. Fa male quello che è stato, che non è più. Il vuoto fa più male, per il suo contrasto con il pieno. 

Una casa abbandonata. Il senso di una appartenza, di un racconto mediato, per litote, per negazione. I paesi abbandonati hanno sempre quel qualcosa di inespresso che tuttavia sa raccontare, sono come i casolari di campagna, con la loro ombra di dimenticanza, e a me che sono malinconica, lasciano sempre un'ombra di poesia, un' ombra sul cuore.  

La vita asintomatica è la vita sognata sui cartelli di una destinazione. È la fermata della metropolitana. È la strada, dopo la stazione. È la vita di chi non sa, e all'improvviso comprende, sente, capisce. Non si capisce mai troppo presto. Tutte le grandi verità arrivano all'improvviso. 

La gente muore. Non si può dire altro. Il vuoto è troppo grande. Il vuoto è uno strappo dell'anima. Il vuoto è un grido del cuore.

La vita asintomatica è uno schermo del televisore, il senso doloroso di una perdita, un unico grande dolore. La vita asintomatica ci insegna l'amore per la vita, mentre ci ammaliamo tutti, nel vedere il nostro mondo svanire. 


Nessun commento:

Posta un commento