venerdì 20 marzo 2020

DIARIO LAMENTOSO

E così questi sono giorni di stanchezza, preoccupazioni, paure, tensioni nascoste. Stress da computer, da didattica online, da didattica a distanza, da vita a distanza, dal cuore spezzato, dal cuore a metà, dai giorni di ieri che sembrano così lontani, dai posti vuoti, dalle zone rosse, dalle zone sospese, dalle zone in stand-by, come i ricordi, i progetti, i programmi. 

E così questi sono giorni di ripensamenti, di definizioni dell'io, di quanto avuto, di quanto perso, di quanto non apprezzato, di quanto di incompreso, dimenticato. Sono i giorni del "vuolsi così colà come si puote" e che poi non sono per tutti, dei grandi ritorni e delle grandi verità, delle parole di Dante o meglio di Manzoni, di Boccaccio, e mai il Decamerone fu così compreso e conosciuto, forse perchè "lingua mortal non dice" ciò che proviamo tutti, chi più chi meno, in questi giorni.  

D'altronde non tutto si può esprimere a parole. Siamo fatti di carne, parole, pensieri e lacrime, direi. Siamo fatti per i consigli, quando li ascoltiamo, quando non li ascoltiamo, è allora che lo siamo di più.  Ben lo sapeva Petrarca, quando diceva“che l’animo sia preparato alle avversità anche nella prosperità e come da una vedetta guardi lontano con vigile pensiero non solo a ciò che è, ma a ciò che può essere per non essere sconvolto da un inopinato cambiamento” (Res Seniles, XIV). Ma spesso, i consigli saggi li dimentichiamo, come le "morte stagioni" e la nutella, e poi succede che all'improvviso ci svegliamo, che la vita ci svegli, che riprenda il suo senso e il suo stile (e la sua verità). 

E così questi sono giorni di risvegli, lettere d'amore e preghiere. Sono giorni di consapevolezze, di passi a ritroso, di sospiri a metà tra la nostalgia e la ricerca di senso. Sono i giorni delle formule magiche da scrivere  quando vorremmo che la vita fosse in ogni caso più forte di tutto. 

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