mercoledì 7 settembre 2016

AUTUNNO

E così sei arrivato davvero, e non é solo un ritaglio del tempo, uno scherzo capriccioso del sole che non c'è e si nasconde dietro una nuvola.
Sei arrivato con questa pioggia che viene chissá da dove, con questi profili ondulati che in lontananza sanno giá di una terra ormai spenta,
una terra assopita e pronta al riposo,
a quella calma che ovunque è silenzio.
Settembre, tempo di bilanci, tempo di progetti, tempo di ricordi.
Di bambini che si rincorrono e si scambiano promesse, di muri bianchi pieni di scritte, di stazioni ferroviarie battute dal vento, di vecchi binari abbandonati e lasciati chissá dove.
Sei arrivato veloce quest'anno, autunno, senza il profumo di caldarroste o di legna da ardere, senza i guanti sulla pelle e i libri di scuola, forse perchè sei uno stato d'animo, o forse perchè qui non ci sono più luci, non ci sono più voci, e tutto è tornato "ancora una volta" reale.
Qui dove pure qualcosa è successo, dove pure qualcosa è rimasto, dove pure ci resta qualcosa.
E non mi interessa se il mare cancella le orme, se il vento porta via le foglie, se nell'aria si perdono gli odori e svaniscono le attese.
Tu vieni autunno ed io ti accetto,
ti guardo nel mare e ti ammiro,
ti cerco nei colori d'oriente di queste piante appena ingiallite, nell'amaranto, nell'oro, nell'ocra, nell'arancio, nel verde,
nel tepore di una stagione dove tutto è assenza, e dove tutto è presenza.
Perchè qualcosa rimane, alla fine. Rimane e ti riscalda, per ore, giorni lunghi e infiniti, mesi oppure anni, ed è una cosa dolce, rara e perfetta.
Una cosa speciale...
E mi va bene cosí.

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