lunedì 12 settembre 2016

OGGI PRIMO GIORNO DI SCUOLA

"Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmiinscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate
di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s’accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta." (De Amicis, Cuore)

Oggi primo giorno di scuola. Si torna tra i banchi ed un nuovo anno ha un pò inizio.
Ha inizio per quei bambini, ragazzi, che ogni volta si sentono un po' "più grandi", per quegli alunni, studenti, che ogni giorno al suono di una nuova campanella gettano le basi, costruiscono e sperimentano "cosa vuol dir esser se stessi", lo è per i proff che ancora una volta come sempre, imparano cosa vuol dir "tornare bambini". Giá perchè tutti a scuola tra quei banchi ci siamo cresciuti, ci siamo formati, abbiamo avuto il primo approccio con il mondo e con gli altri, abbiamo pianto e sorriso, imparato il sapore della soddisfazione e conosciuto quello della delusione.
Tutti, tra libri e penne rosse, tra lavagne "ingessate" e registri scorti con terrore, abbiamo creato ed incontrato noi stessi, plasmando le nostre capacitá e potenzialitá su quella versione di greco o quell'esercizio di matematica (di quella brutta acida "sadica perversa" di una prof -chè le parolacce non si possono dire), confrontandoci in un contesto classe che era giá un pò "mettersi in gioco nel mondo" rispettando l'altro.
Ed oggi un nuovo anno scolastico incomincia e quasi mi viene da pensare agli astucci pieni di matite colorate, ai quaderni bianchi, al diario tutto da riempire. Ricordo il grembiule blu delle elementari, i capelli legati e i fermagli scelti da mia madre, la gioia spensierata delle medie e gli amici di allora. E ancora...il liceo e le corse selvagge per non perdere il pulman, l'universitá, le lezioni meravigliose ed ancora le corse dietro agli autobus che non finivano mai...mah forse perchè la vita è una lunga corsa fatta di fermate e nuove partenze (e non solo la mia carriera scolastica degli ultimi anni), forse perchè la scuola è una costante della vita e della civiltá, eppure anche se l'abbiamo odiata, amata, derisa, ringraziata, questa ci ha lasciato qualcosa.
E non solo se sappiamo (o meno) trovare una radice quadrata o un ablativo assoluto. Ci ha lasciato quella capacitá di apprendimento che dura ancora oggi e che di fronte a quelle conoscenze da acquisire e mille realtá cui ci sottopone la vita, sconvolgendo certezze e modi di pensiero, ci fa sempre capaci di guardare al giorno nuovo e far fronte alle cose, rendendoci "liberi", rendendoci sempre più cittadini del mondo. Ed io a scuola adesso, forse ci tornerei volentieri. Magari sarei come la signorina Eugenia del De Amicis «che ritorna a casa ogni giorno arruffata e sgolata, tutta ansante e tutta contenta, con le sue belle pozzette e la sua penna rossa», o forse no, mi verrebbe da ridere a pensarci, ma sarebbe bello lo stesso.
Come alunna o come prof non ha importanza. Perchè se la scuola ci ha dato qualcosa, ognuno di noi tra quelle sedie e quegli zaini pesanti ci ha lasciato qualcosa. Una parte di sè, del proprio mondo, della propria vita. CUORE direbbe De Amicis, ma forse sarebbe fuori tempo.
O forse no.
Buona scuola a tutti!!

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