sabato 19 gennaio 2019

STORIA DAL MALI

Una pagella cucita in tasca, come se fosse il lasciapassare di tutti i sogni del mondo. Un confine, chiamatelo limite invalicabile, tra la vita sognata e quella che è la realtà, tra il soffio di una vita e l'ombra acuta di una morte.
Breve sogno è la vita, ancor più breve quando il sogno diventa illusione di un futuro migliore, diventa un mare da attraversare e un'onda che ti tradisce, e nessuno sa nulla di te, nessuno conosce il tuo nome, il tuo volto, la tua storia cucita addosso e stretta attorno a quei voti e segni e materie che per i ragazzi di qui sono la noia della normalitá. Non sappiamo il tuo nome, storia anonima come tante, come quelle che ci passano accanto, come quelle che ci portiamo dentro e che non vogliamo ascoltare neanche più, e dire che qui abbiamo tutto, non ci serve un'istruzione per credere in un futuro migliore, in un mondo più giusto, in un destino più onesto.
I ragazzi di qui che per divertirsi si ubriacano, che non aprono i libri, che non parlano di sentimento, che hanno l'abulia dell'emozione e del dolore, li mascherano come possono, che non credono in nulla perchè nulla sa parlar loro davvero, non sanno che ci sono verità che dicono l'umano e il sacro, il posto dove la vita non fa sconti a nessuno, dove si cresce e si muore per un sogno di dignitá, dove si è sordi perché il nostro pseudo- benessere ci ha tolto il sacro e l'umano e la voglia di credere e di fare.
Dove si resta anonimi in una folla di numeri, con una pagella cucita addosso e con l'acqua del mare, salata come le lacrime che nulla possono cancellare. Come un sogno inespresso, forse un lasciapassare per un futuro migliore, alla ricerca di un proprio posto nel mondo, dove forse l'istruzione è ancora vista come un valore, dove qualcuno, seppur con gli occhi spenti, riesce ancora a credere e a sperare. 


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