domenica 19 novembre 2017

CITY OF ANGELS

Un film è sempre un film, ma non credo ci sia film migliore per spiegare cosa sia in realtà l'amore. Così, per "festeggiare" il compleanno di Meg Ryan, l'attrice protagonista, ho voluto ricordare una delle pellicole piú belle della storia del cinema, accompagnata da una colonna sonora praticamente perfetta (Iris, dei Goo Goo Dolls), complementare all'ambientazione ed affine all'emozione generale. É inutile dire che City of Angels é uno dei miei film preferiti.
È un film triste, intenso, poetico, a tratti permeato da una liricità e tragicità senza fine, ma così vero nella sua intima drammatica essenza, che il valore di un'esperienza é tutto nell'intensità con cui viene vissuta, nella conquista di un'autenticità, di un sentimento, che é coscienza di sé e pienezza di vita.
Ogni volta che vedo City of Angels piango tantissimo.
É così, puntualmente, ad ogni replica sempre la stessa storia. Occhi gonfi, plaid e divano bagnati (potrei scrivere un manuale su come imbruttirsi e distruggersi la faccia soltanto guardando la tv, come diventare un panda...un disastro!) e non serve a nulla stringere un cuscino o un fazzoletto per fermare la drammaticità di quella che é -poeticamente- una storia d'amore e di vita, una storia triste, a suo modo bellissima, d'amore.
Lui é un angelo immortale che ha il compito di assistere sulla terra le anime di coloro che sono prossimi alla morte e di portarli con sé. Lei é una dottoressa che salva vite, un chirurgo che stringe tra le mani cuori umani per impedirne l'ultimo battito. 
Lei e lui si incontrano, si scontrano, si scambiano vite, si riconoscono l'un l'altra, si innamorano.

"And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now..."


Seth é un angelo che osserva la vita ma non conosce la vita dell'uomo.
Conosce la luce, il volo delle cose, accompagna la morte, ma non sa cosa significhi il sapore del cibo, il gusto delle lacrime, il tocco di un bacio o il calore delle labbra sulla pelle. Non sa cosa é freddo, né cosa é dolore, non conosce la paura, l'acqua del mare che culla e accarezza, né il vuoto delle cose che mancano, e fanno rumore.

"...And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's meant to be broken
I just want you to know who I am.."


Seth vive su un limite, come un moderno Titone.
Uno spettatore di fronte alla vita e alla morte, che può scegliere se decretare l'una o l'altra, é un messaggero, che non conosce vita e amore. Maggie aggiusta in sala operatoria i cuori degli uomini, sfiora con le mani la vita e la morte.
Non sa cosa significhi vivere davvero, quale senso ci sia a tutto, cosa ci sia oltre il sapore sabbioso e zuccherino di un frutto o di una pera.
Seth conosce gli altri angeli e vede tramonti dove gli uomini scorgono ombre. Ma sceglie di rinunciare a tutto, per amore. Rinuncia alle proprie ali, alla propria eternitá, alla propria immortalitá, alla beatitudine di una piena imperturbabilitá, diventa umano, per amare una donna mortale.

"...And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
And sooner or later it's over
I just don't wanna miss you tonight..."

Ed é qui il senso del film, nell' amore che ci rende umani, che ci fa scoprire il sapore di un volo e di una rinascita, lo stordimento di una caduta sull'asfalto, di un ultimo grande volo, da un cielo pieno di senso e di perché. É l'amore che è come un salto nel vuoto, un viaggio di ali che porta a trovarne di nuove, e allora non conta volare da soli se la mia ala é la tua e tutto questo ci fa essere vivi, se amore é vivere e amare é soffire, se é un unico grande volo, verso una nuova, diversa, eternità. 
Il film é ricco di spunti interpretativi, di parallelismi che evocano un gioco semantico di richiami e capovolgimenti. 
C'é il salto nel vuoto di Seth e il "folle" volo di Maggie (dove, ancora una volta, il viaggio di conoscenza di dantesca memoria é un bisogno di sapere), c'é la paura di cambiare e il desiderio di completarsi, c'é la perdita della incoscienza e il dolore della coscienza, c'é l'umanizzazione del io e la consapevolezza che solo attraverso l'amore, e la dimensione della sofferenza che questo comporta, si può diventare "veramente" umani. Nei film Disney l'amore é visto sempre come una danza.
É un incrocio di anime, una musica, un cambiamento sospeso tra paura e magia, tra armonia e veritá, ma é sempre una danza, un volo perfetto tra due cuori, tra evoluzioni e nuove realtá. In City of Angels la visione escatologica della caduta dell'angelo che scopre la bellezza della vita, una bellezza fatta di precarietà, dolore e sentimento, coincide con un salto nel vuoto, con l'abbandonare l'eusebeia della atarassia divina, per un semplice cuore che batte, per farsi umano, scoprirsi le ferite, e volare il volo eterno di tutti quelli che sanno cosa significa vivere, amare e soffrire.

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