lunedì 9 gennaio 2017

PALCOSCENICO

Cosa c'è davvero quando si spengono le luci?
Cosa resta davvero, di quello che si è visto al centro di un palco, dietro i riflettori e gli scatti dei flash che rimandano luce?
Dove finisce la realtá e comincia la finzione, e quanto è sottile il confine dell'uno o dell'altra?
Mi chiedo cosa abbagli veramente in un mondo che ha bisogno di miti...
Un mondo che ha bisogno di veritá, di perfezione, di credere in qualcosa di più, nell'eccezione, nell'emozione delle mille possibilitá che diventano icone.
Un mondo che cerca, trova ed elegge i suoi miti,  leggende che diventano voci, capelli e sudore e mani che diventano idoli, e salti nella notte, e voci che s'imprimono nella pelle, e si fanno generazione.
Cosa c'è davvero dietro i nastrini colorati e i riverberi d'una luce accecante?
Cosa resta dell'uomo e dell'artista, e dove finisce l'uno e comincia l'altro?
Mi chiedo cosa abbagli davvero in una vita in cui un ruolo diventa più forte del proprio stesso essere.
Cosa sia vivere su un limite, sapendo di calzare l'eccesso e vivere il peso enorme di essere un uomo, quella solitudine inappagata e inautentica di un'identitá sempre mediata dal "mito", nascosta dietro l'ombra di un sogno, di un nome, di un effimero istante...
Io non so dove sia veramente la felicità, e se ci siano uomini che possano dirsi davvero felici.
Quello che so è che la felicitá vera non è nei successi nè tantomeno nelle eccezionalitá che si chiamano "mito". Non è negli eccessi e negli sfavillii. Forse può esserlo per un po', ma sono luci fredde che accecano, e non portano a nulla.
Forse la felicitá è scoprire la propria dimensione di uomo nelle piccole cose. È fare il proprio dovere e sbagliare e riprovare con impegno ed umiltá, è rimanere se stessi e amare la propria vita, è accettarla per quella che è, con tutte le lacrime, i problemi, le delusioni o le difficoltá.
È stringere una mano e sentirne il calore, è pensare ad un amore e sentirsi al sicuro, è scrivere due righe, e sentirsi leggero. È sperare in un giorno migliore, sperare sempre, imparare a farlo, il più delle volte, e non mollare mai.
Io non so cosa c'è dietro un mondo che brilla e che dentro resta in silenzio, un mondo pieno di luci e di immagini, immagini costruite, cucite addosso, miti che provano ad essere "miti", e che non sanno più come essere uomini.
Forse c'è quello di cui abbiamo bisogno un po'tutti,
ma sotto i riflettori, dove si dá spazio alla fama, e si deformano i contorni...

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