giovedì 8 dicembre 2016

ANCORA NATALE

Una volta il presepe era di legno, e la neve la respiravi nell'aria, nell'immagine di un sogno che ogni volta t'inventavi cos'era.
Una volta l'albero era fatto di lucine colorate ad intermittenza, ed era una musica silenziosa, una dolce danza nei riflessi sul muro..una volta Natale era quell'attesa che sapeva di tenerezza, nell'abbraccio di tua madre che era pieno di tutto, e nell'entusiasmo di tuo padre che ti riempiva di "sempre". Erano le vacanze, era tua sorella che giocava con te, era il profumo di buono per la casa, la felicitá che si respirava in un'attesa che aveva tutti i colori del mondo.
C'era tua nonna e c'erano le scintille del camino che scoppiettavano a festa, ed il legno era quello buono che riempiva la stanza, con il suo silenzio e la sua energia che lentamente bruciava tempo e favelle, e si portava via un po' di noi, e si portava via un po' di attesa, nell'ombra fuggente sui volti accaldati di fuoco vicino alla fiamma...c'erano i dolci e quei pomeriggi che sapevano di sicura intimitá, le gonne a palloncino e i capelli tirati dietro da tua madre, e tu ti aspettavi ovunque di trovare un fiore, un fiore d'inverno, e in cielo una stella lontana più bella di tutte, che brillava nel freddo.
Io avevo un libricino di Natale con i Re Magi e una stella cadente, uno piccolo eppure grazioso, con ovunque colori pastello e volti felici.
E il Natale era lì, in quella storia ad immagini che stringevo tra le mani, con le voci fuori di un quartiere in festa, e le luci nelle case a raccontare le stanze, e ovunque segni gentili, per le strade che creavano danze.
Ed i regali c'erano, c'erano sempre, c'erano nei pacchetti racchiusi sotto l'albero e in un album da disegno da riempire, c'erano in quella presenza che era certezza e costanza, in quella normalitá che era incoscienza e magia, che pensi duri per sempre, e che allora non lo sai, giá non è più.
Eppure un po' di Natale è in ogni Natale, in questo tempo che passa e pure rende qualcosa, in questo rinnovarsi continuo che non cancella un qualcosa di "più".
Ed io lo cercherò comunque, lo cercherò in quelle strade di paese ed in quelle case che adesso sono chiuse, in un abbraccio che non fa passare il freddo, in una stretta di mano che è forza e carezza....
Lo cercherò in un camino spento che continuerá a scaldare ed illuminare per sempre, che mi accompagnerá con il suo silenzio e la sua dolce intimitá, la stessa protezione  di una luce ad intermittenza, magari riflessa su un muro, sia quella di oggi, di ieri o di domani.

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