domenica 14 agosto 2016

CONCHIGLIA

Ci sono nascondigli segreti che hanno ancora la chiave nella toppa. Nascondigli con ancora la porta aperta, dove si sente il profumo fresco della pioggia d'estate, dove improvvisare un sogno è antica abitudine, e tu sei lì, a chiederti se nel tuo cantuccio silenzioso sei davvero al sicuro, se tutto il resto resta fuori e non c'è posto per il resto.
Ci sono nascondigli dove nascondersi è facile, dove sei solo tu, ed essere raggiunti è difficile.
Succede così, nel brivido di una canzone, nell'estasi di una poesia che ti prende all'improvviso, in una corsa in macchina che trascina l'istante e che ti ricorda la parte preziosa di te, mentre le case e le parole corrono via e tu sei lì a divorare l'incanto, nel vetro di un secondo in cui tutto fugge via.
Quando si è piccoli è semplice giocare a nascondersi. Ci si dá il tempo, un conto alla rovescia ad occhi chiusi e con il fiato sospeso, basta una tenda in salotto, una sedia, un vicoletto tagliato a metá dall'ombra delle case per strada e i migliori nascondigli diventano luoghi della memoria, i posti più probabili ed impossibili che di quel nascondersi ti lasciano dentro la nostalgia di una magia tutta tua, di uno spazio protetto, entro cui ritagliare la parte forte di te.
Ci sono nascondigli che non sono per tutti, nascondigli in cui la luna proietta la sua immagine sulla terra e tu la vedi riflessa in una pozzanghera, dove una fantasia curiosa mentre abbracci il cuscino con un lenzuolo sulla testa diventa un pensiero felice, una danza d'altri tempi sul soffitto, chiaroscuro improvvisato di improvvisate veritá, nascondigli silenziosi nelle notti di luna e di poesia.
E poi ci sono quelli in cui nascondersi in un pensiero significa diventare grande e scoprirsi bambina allo stesso tempo, quelli che si chiudono a chiave perchè sono importanti, dove crescere è bello ma restare piccoli lo è ancora di più, perchè lì sei tu, ed è tutto quello che conta.
Lí ci sono le matite colorate, i diari da riempire, i quaderni dal profumo di vaniglia, le scarpe con il laccio troppo stretto che ti fanno inciampare, ma è come fare un volo verso la felicitá.
LÌ ci sei tu e ci sono io, io che vorrei ancora lo zucchero filato e riempire il cielo di poesie e bolle di sapone, io che vorrei inseguire gli aquiloni e trovare il filo che mi porta da te, io che vorrei i fuochi d'artificio ed inventare le stelle, e il cielo, dare un nome alla notte, e sorridere alle lacrime.
Così, metterei da parte tutto questo rumore, tutto questa fretta, tutta questa confusione che non sa di nulla.
Nel mio angolino di cose belle, lascerei una conchiglia sotto il cuscino.
Per sentire il rumore del mare, l'odore della notte, il sapore sulle labbra di un sogno a metá, un nascondiglio mio, tuo e del mare...


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