domenica 28 maggio 2017

SERA

Ascolto Your Eyes e intanto la luce sul muro sbiadisce un po' di più, e si creano curiosi chiaroscuri e ombre.
C'é il silenzio ovattato di chi aspetta di crescere e non sa, intanto che il tempo intorno passa lo stesso, e le ombre sul muro scompaiono, così come i rumori lì fuori, e tutto é spazio e tutto é silenzio.
Qui tra gli spazi avvezzi di una protetta consuetudine, consumo parole non dette, frasi mai sussurrate, mentre fuori la sera scende un po' di più, e forse é vano parlare in questa poesia, quando il cielo é un miscuglio e non lo sa, quando tutto é un attimo, e ovunque vi é il sapore delle nuvole.
E io ti scriverei, ti parlerei più forte per tutte le volte che lo faccio per me, ti stringerei la mano e forse un po' i sogni, e allora sarebbe bello vivere di quella dolcezza che é tutto e fa paura, perché non posso non sentirti, nella vita che c'é e che va, nel giorno e la notte, e ovunque c'é il mare.
Scrivo perché la luce fuori é scomparsa del tutto. La canzone é terminata, come la mia età del resto, che mi ricorda un anno in piú e nuovi cieli e parvenze.
Eppure se ancora disegno cuori sul vapore della doccia e sul soffitto invento lettere d'amore e gentili silenzi, io che ti scriverei mille volte per poi non dire nulla, e che ti bacerei ogni volta che mi scopro a sorridere un po' di piú, non sono forse io quella di sempre?
Io che scrivo fiabe all'imbrunire, mentre il giorno é sospeso a metá, tra sogni e realtà, tra sprazzi di luce e stelle ognuna con la sua verità...

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