La scrittura rivela, seduce, la scrittura illumina, ritorna, racconta, ricomincia.
Ed è per questo che a volte siamo come il ritornello antico di certe vecchie canzoni, sbiadite dal tempo e dai ricordi. Non si può ricordare l'intero motivo senza stupirsi, senza farsi male, ma è solo perchè tutto quello che abbiamo dentro, lo abbiamo amato dall'inizio alla fine.
Un libro molte cose non le sa, ha vita propria, dalla prima pagina all'ultima. Ci sono cose non sa spiegarsi, il rumore di un quadro che cade, il silenzio di un passante, i giochi dei bambini, lo sguardo allo specchio che ti dice una ruga in più, o che stai diventando vecchio.
Un libro non sa il rumore di certi treni, i vuoti che lasciano, il logorio delle stazioni, dei bagagli, eppure conosce i sentimenti della partenza, il sapore dei baci sui binari, i saluti pieni di tutto dai finestrini.
Un libro sa la vita, conosce i sentimenti, i passi del mondo, i giorni degli uomini.
C'era una canzone di Ligabue che ascoltavo al liceo e che si chiamava "Viva". Bellissima, per me che ero più un'albachiara, un vero inno alla vitalità e alla vita. Questa vita che non sappiamo mai spiegare o incantare del tutto, che va per i fatti suoi e ci lascia stupiti, ogni volta a chiederci perchè, come, quando, e poi ancora come, dove, chissà. Questa vita che riempiamo di libri e che tuffiamo nei libri, e che siamo noi, questa vita in cui ci ritroviamo, perchè è nonostante tutto, come un libro, un piccolo grande viaggio chiamato amore.
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