venerdì 26 gennaio 2018

E IL MATTINO

E poi mi chiedo dove va a finire il mare, quando scende la notte, e subito scompare. Dove vanno a finire questi alberi, i profili delle cose, i silenzi delle strade, quando la notte diventa piú vicina, e il giorno s'addormenta e tutto diventa silenzio. Quante volte ho guardato il mare, lì davanti all'imbrunire. Quante volte ho sentito la sua voce, la tenacia delle sue onde, lì avanti e indietro, con le stelle che si accendono e sono come tanti piccoli gesti di meraviglia, e le parole si fanno un po' piú grandi, come questo tempo, che si imprime sull'asfalto, e non lo sappiamo, o forse accarezza solo le ali di un gabbiano al tramonto, che inconsapevole vola via.
Quando succede, c'é un momento preciso, me ne sono mai accorta, lì dietro il rumore delle cose, dietro il nero dove il mare riposa, dove resta, dove respira. 
C'é un momento preciso in cui la sera diventa notte. Ed é quando questo il cielo si riempie di colori e sfuma via, incanto di mondi lontani, che s'incontrano, e lasciano sguardi a sentire il sapore della notte, a capire il rumore delle cose, a cercare i silenzi, per poi guardarsi dentro, a sentirsi battere il cuore.
Come accada non lo so, quando succede, se all'improvviso, o forse no, sono io che non capisco i perchè delle cose, le ombre che restano dietro i silenzi, se vi sia solitudine, o soltanto verità, se vi sia attesa o soltanto pace, e dire che mi fa un po' paura, se tutto è troppo buio, e il mare scompare, e non vedo piú i contorni, o forse vorrei essere solo un po' piú grande, trattenere le cose, tenerle per me.
Quelle che restano, comunque. 
Che hanno il rumore delle onde, il profumo del vento, il sapore di una carezza. Quelle che restano, e ritornano, ogni nuovo giorno, mentre tu mi tieni la mano. 


"Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.

Sei la luce e il mattino".

Cesare Pavese, In the morning you always come back


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