giovedì 9 febbraio 2017

SUL BULLISMO. MONOLOGO

Eccomi, sono qui.
Se mi guardi non mi vedi, se mi vedi non mi consideri. Se mi vedi non esisto, eppure sono quello lì, quello messo in un angolo, quello che ha troppa paura di valere qualcosa, di avere qualcosa da dire, in questo mondo dove il più forte vince sempre, e se picchi bene sei un duro, e se ridi e offendi sei il migliore, il migliore da seguire, da ammirare,
e sei grande, il più figo, il più forte di tutti.
Tu, tu che colpisci e mi butti in faccia il tuo potere, tu che mi guardi ma senza vedere, che mi sfiori ma senza capire.
Tu che non senti il mio dolore e il mio tormento, che non capisci quello che provo o non puoi e forse ne vai fiero,
tu che mi passi dentro con i tuoi occhi e mi umilii, e ridi forte, ridi tanto, ridi male, e non sai il carico di emozioni che porto con me, quello che sono e chi ero,
non sai di cosa sono fatte le mie lacrime  e i miei sogni impressi e nascosti sulla pelle,
i miei sorrisi strozzati,
le mie notti insonni,
i miei giorni solitari
in un grigiore d'indifferenza che non ha mai fine.
Non sai le partite di calcetto come le tue, a sentire il sudore sulla pelle e il brivido di un'emozione respirata nell'aria,
non sai le corse in motorino e i pomeriggi tra compiti e noia,
i videogiochi sul divano, come te, ed i gol urlati forte e sempre di piú, la chitarra lasciata in camera e gli spartiti vuoti a metá.
Non sai, non sai chi sono, non sai nulla, non mi conosci e non ti interessa, e tutto è solo un grande vuoto e un grande errore,
è tutto è solo un grande silenzio e un grande dolore.
Il mio silenzio come il tuo rumore, 
il tuo silenzio che non mi lascia mai, che diventa il mio rumore, pensiero fisso, silenzio assordante,
a contare gli attimi lunghi che sembra non passino mai.
Eppure io ti vedo.
Mentre mi fai quello che vuoi io ti vedo. Ti vedo e non ti capisco.
Non capisco il perchè di tutto questo,
ed è solo un grande silenzio,
un silenzio mio, impossibile,
troppo grande a parlarne, ed uno tuo,
impenetrabile, indicibile come sono le cose che si chiudono dentro, e non escono più.
Siamo così vicini, senza capirci veramente.
Neghi il mio mondo, i miei sogni, la mia esistenza, le mie speranze, e forse quello che ho creduto per me in un mondo che speravo per me, e neghi te stesso, perchè alla fine io lo so che non sei veramente tu quello che mi ritrovo davanti con gli occhi vuoti e senza nome.
Non sei davvero tu, perchè a soffrire ci vuole passione, perchè non sei nato per questo, perchè non sei nato così.
Forse se smettessi di dare forma a questo vuoto le cose sarebbero diverse. Forse se spezzassi il silenzio dell'inalienabile indifferenza tutto tornerebbe normale.
Se cancellassi il "non detto", il tutto lecito, il tutto facile, il tutto permesso, capiresti che la vita é un dono che -tu le dai - e rende ogni giorno qualcosa
di più. Capiresti la bellezza dell'armonica presenza, del rispetto per te stesso e per gli altri,
la pienezza dell'umana comprensione verso tutto ciò che è sentimento e passione.
Capiresti che i cuori sono tutti uguali,
e che la vita si costruisce giorno per giorno, e che la solitudine non esiste,
se si ha il coraggio di aprirsi e chiedere aiuto.
Capiresti che la forza più grande è nell'esser se stessi, e che vivere è un impegno continuo, bellissimo, che richiede coraggio e emozione, per chi non ha paura di cambiare e di vivere.
E forse anche io capirei.
Capirei di valere qualcosa, come tutti, capirei che subire non è giusto, e di dovere a me stesso qualcosa di più, di non essere solo quello che vedi tu, ma di essere molto di più.
Imparerei a crescere così, perchè a volte si diventa grandi in un giorno, in un attimo o solo un istante, 
e pure cercherei di apprezzare la vita, e darle valore, di amare me stesso e tutte le cose che mi passano attorno e che vorrei, anche se non sono per me.
Lascerei indietro tutto quello che è stato, accetterei la realtá e mi guarderei per davvero, e mi perdonerei. Ti perdonerei, felice di essere io quello forte davvero, felice di avere tutto quello che conta per me, dentro di me.

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