sabato 25 aprile 2020

QUARANTANA

Eppure mi mancherà tutto questo. Mi mancherà questo senso di protezione, il senso di una casa, di uno spazio sicuro, il mondo tra le mani, il cielo in una stanza. Uscire dalla tana. Cosa ci sarà lì fuori, come mi sentirò, cosa non sarà più come prima, come saranno gli altri, ci guarderemo come sempre, o le distanze saranno un segnale di vita cambiata, ci guarderemo negli occhi con paura, sospetto, diffidenza, con il senso di una perdita, con il desiderio di esserci, con l'emozione di ritrovarci, con la preghiera silenziosa di non perderci.

Cosa troveremo là fuori? Ci ferirà il segno di quel che è stato, ci commuoverà la dimensione umana della ripresa, di questa vita che continua e deve continuare, ognuno con il proprio dolore, con la propria storia, con la propria verità? Alcuni vuoti si sa, non si colmano, non si riempiono, e lì dove ci sono piazze in rinascita, ci sono posti che nel cuore di qualcuno resteranno vuoti per sempre. 

Uscire dalla tana. L'abbiamo amata, odiata, sentita stretta, cucita addosso. Abbiamo imparato a respirare allo stesso ritmo suo, abbiamo imparato a conoscere i suoi rumori, i suoi odori, a dare il senso ad ogni respiro, ad ogni veduta e parti di mondo dalla finestra. 

E così la quarantena è più una quarantana. Un mondo di libri, schermi di pc, e poi videospecchi, di telefonate, pagine da scrivere, film in tv. È un mondo in cui comprendi il senso del vero benessere, della salute, dell'armonia, della vita piena di tutto quello che conta davvero. La quarantena è il mondo in una stanza. 

È capire che i giorni che passano si portano via molte cose, ma lasciano come l'impronta di un senso più grande, un sogno, un sapore, mai compreso veramente, ti guardi allo specchio e sono passati venti anni, ti guardi allo specchio e sei vecchio.


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