venerdì 5 giugno 2020

DENTRO

L'ultima frontiera della pantofolaia è lo smart working. A lockdown finito ci rendiamo conto che gli spazi di casa sono ormai più di spazi abitativi, sono diventati un mondo, un intero universo. Non è il cielo in una stanza ma è una galassia sul soffitto, è un modo di vivere quello del distanziamento, non è isolamento ma è riappropriarsi dei propri spazi, del proprio io, e per chi è abituato ad ascoltarsi dentro la casa altro non è che la chiave interpretativa del proprio stare bene con se stessi. Fuori, la folla, la calca, il traffico, i rumori, le chiacchiere, la strada. Dentro, pagine bianche, pagine piene, pagine da scrivere, pagine per leggersi dentro. 
Dentro. Le finestre ingigantiscono quello che è piccolo. La realtà è un fazzoletto di strada, dietro il vetro si specchiano universi, ogni persona ha in sè un mondo intero, e spesso non pensiamo mai a quanto valore può esserci dietro il silenzio, dietro quello che appare, o che sembra. L'artificiosità ci spinge ad uniformarci a parametri richiesti dai posti pubblici, ma l'autenticità ci chiede di essere vicini ai posti del cuore, e mi riscopro più vera nel riflesso di un pensiero, nel raggio di sole che spegne i giorni, e li riaccende. E chi lo guarda il cielo, quando si va di fretta. E chi pensa alla serenità delle piccole cose, di un posto protetto, di un posto nel cuore. È così, lo stilnovismo e la disney ci hanno fregato. Ma ci hanno insegnato il valore della poesia, della magia, nei posti del cuore. 


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