martedì 16 aprile 2019

CI SEI

Quando scende la tristezza copre tutto.
Vuoto, stanchezza. Tutto quello che resta fuori è un'apparenza di normalità, quando ingoi i silenzi, fai sorrisi a metà, a volte ridi pure, ridi. 
Quello che resta dentro e viene coperto ha un po' a che fare con quello che si è. Con le cose che amiamo, con i sogni, i desideri, le aspettative, la realtà. Quello che viene coperto ha un peso, ed è per questo che fa male.  

Tutto quello che viviamo ha un po' a che fare con l'amore, in ogni cosa vogliamo lasciare un segno, un senso, una parte di noi.  L' inconsistenza fa paura, la mancanza, l'inadeguatezza, il senso delle lacrime, il dramma dell'errore, il bisogno di essere, il segno dell'esistere. 
Sarebbe troppo facile se non fosse importante, se non mettessi il cuore nelle cose, se la mia faccia non rendesse a fotocopia le emozioni che provo, se sapessi il segreto dei poeti, il genio dei cantori, i passi scaltri di chi sa camminare.  
Il taglio degli occhi, il suono delle parole, le forme che cambiano, le forme che restano. La vita.

L'altro giorno ho chiesto ai miei alunni che forma avesse l'Africa: "- un ortaggio, una pistola, un joystick, una bistecca". Il segreto è vedere le forme segrete delle cose, quelle che ci riempiono dentro, che valgano tutta quella tristezza, tutta quella voglia di vita, tutta quella felicità. Lo sapeva Leopardi, nella sua arte di essere uomo, sognatore e smascheratore di sogni e idealità, lui che della bellezza conosceva tutto il senso e il dolore, perchè quando ami troppo soffri, e quando vivi, in ogni modo ami. 

Non è difficile dare spazio alle forme, sono i contorni che definiscono il tutto. 
Lo sanno i miei alunni, con la forma dell'Africa ma in senso geometrico, che per loro non è un triangolo ma "è un incrocio" (giuro che in questi momenti mi sento come Paolo Bonolis a Ciao Darwin). Perchè quando la tristezza cade e copre tutto, non si vedono confini, non esistono contorni. 

Lo sapeva D'Annunzio, che accompagnava al canto una triste malinconia, allo scolorare delle rose che allo Sperelli erano profumo e languore, lo sapeva Notre Dame, quando ieri bruciava mesta davanti agli occhi del mondo e del tramonto, e ricordava le "magnifiche sorti e progressive dell'umanità". 

Sarà che quando la tristezza cade e copre tutto, quando tutto sembra niente e niente pare tutto, sarà che in qualche posto arrivi tu, un posto del cuore, dove, semplicemente ci sei.


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