venerdì 21 luglio 2017

NUMB

Ne parliamo tutti, forse perchè con i Linkin park ci siamo cresciuti, chi piú chi meno, li passavano alla radio o alla tv, ed era il periodo delle boy band, anni '90, soprattutto 2000. Io con Mtv come sottofondo ci facevo le versioni di latino, ed erano immagini di tatuaggi e visioni, lì dove la musica diveniva veicolo di emozioni e tutto era (ripetitivo) spettacolo. 
"In the end" rimbombava ovunque, "Numb" sfiorava con il suo tocco agrodolce e faceva intuire, "What I've done" lasciava sgomenti, per certi aspetti, ma era il target del gruppo, e lì dove si fermano le personalità c'é il canone del genere, e non si puó andare oltre piú di tanto. Oggi si parla della vita privata di Chester Bennington, delle dipendenze, dei figli, degli abusi, dei lutti, dei palchi affollati, dei fan, dei drammi pubblici e privati.
Non credo che si possa spiegare la vita di un'altra persona, il contrasto tra la realtá e l'immagine, tra l'essere una star ma prima di tutto un uomo. Solo che queste notizie lasciano tanta tristezza, perché, mi chiedo, non bastano fama, soldi, ricchezza...la letteratura (tutta, ma quella greca in particolare) insegna all'uomo a riconoscere la misura che governa il mondo, la vita dell'uomo, e ad accettarla, bene o male, come indice di umana grandezza. Come lo spieghi il dolore?
"I’ve become so numb..."


"Tutto quello di cui avevo bisogno era quella che non riuscivo a trovare" 
(cit. Linkin park)

Nessun commento:

Posta un commento