giovedì 20 luglio 2017

100

Per il 100esimo post avrei voluto qualcosa di speciale. Magari scrivere di aver imparato come incatenare una  stella, seguire il corso delle cose senza ferirmi, andare oltre senza legarmi troppo, senza lasciare nelle cose una parte di me. Ma poi ho capito, ho capito che se sento quello che provo è perché é qualcosa di forte, di vero, di reale, ed é ciò che conta davvero.
Scrivere é un lavoro da sfaccendati. Ce ne vuole a prendere in mano la penna ed abbandonarsi al flusso delle parole, delle emozioni, bisogna essere un po' strambi a sentire il sole sulla pelle, il cielo tutt'intorno ed abbandonarsi ad un'urgenza, che é come un richiamo ad un incanto, come un bisogno che cela attimi di inarrestabile poesia.
Se non sentissi così forte forse non avrei la presunzione di lasciare sulla carta l'immagine sbiadita di un qualcosa di indescrivibile, l'essenza fugace di un istante soggetto alle leggi del tempo e del divenire, ma scrivere é un'attività da presuntuosi, cerchiamo di catturare l'attimo di un'emozione unica, e ci illudiamo che così quel nostro qualcosa duri per sempre.
Un'odore, un sapore, un'immagine, persino l'impronta di un gioco di luce diventa la carezza che accompagna le nostre mani quando amiamo davvero, ed é lì che siamo noi e sempre noi, nella scrittura e non solo, noi che nelle cose cerchiamo l'anima e vi troviamo la nostra, noi che ovunque cerchiamo un senso e vi troviamo un racconto, forse perché se la vita non é facile, ció che proviamo é troppo forte e troppo grande per essere solo involucri vuoti e pieni di niente. Così, lì dove vivono le immagini e l'apparire diventa simbolo di essenza, io scelgo il suono delle parole, il gesto indelebile di un qualcosa di più profondo, che resiste al tempo e al presente, che strappa l'attimo di un incontro, l'incanto di un sorriso, la paura di tutte le cose che fanno male, la forza più vera che riconferma quello che siamo. Sì perché in ogni brivido, sorriso, lacrima siamo noi, soggetti alla vita e al tempo, al disordine del cambiamento, e all'obbligo di resistere e riprovare, di essere noi e sempre noi, perché la vita c'insegna che per l'unica vera bellezza, quella dell'anima, ci vuole un' unica grande forza, l'amore, ed  entrambe richiedono autenticità.
Scrivere non è solo comunicare. É abbandonarsi al fluire delle cose, come l'acqua del mare che va avanti in lungo ed in largo, e non si ferma mai. Ed io che mi rifletto mille volte nei tuoi occhi, sono come quei cerchi di luce che vivono infinite volte, al tuo pensarti.
Come il mare che non si ferma mai, e che ci ricorda che profondo é tutto quello che ci fa vivere, e dona senso a tutto il resto, ed é lì che forse, siamo felici davvero. 


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