lunedì 17 agosto 2020

QUELLO CHE RESTA

Ogni giorno perdo qualcosa, qualcosa cambia, ogni giorno qualcosa passa, svanisce, finisce. E si svuotano le lavatrici, termina il rumore delle colazioni, scorrono via i passi più leggeri, le ombre che si allungano sulla spiaggia, le impronte che lasciano un segno, lì dove il mare è tempo che passa, e subito scompare. Ogni giorno lavo via l'inchiostro della penna a sfera che comprai bambina: sulle mani sporche di sogni e ricordi, sbiadiscono le macchie sui quadernoni a righe, sulle regole di matematica, sulle formule da imparare a memoria, e poi, a poco a poco, sbiadiscono pure quelle, come la foto di una polaroid, il raggio di un sole già svanito. Quale sole avevamo quel giorno, quanti giorni giovani, quanti soli inconsapevoli, spensierati. Veloci, forse. E sbiadiscono le pieghe dei calendari, i segni vicino alla porta per vedere se si è diventati alti un po' di più, le torte di compleanno, e i bagni al mare interminabili, che ti dovevano chiamare da fuori, per uscire, e non lo si sapeva, ma era bello.
Dove sarà finito quel mare, quella spiaggia. È sbiadito quell'orizzonte nell'istante di un volo?
 L'amore no, invece non sbiadisce. L'amore non passa, si moltiplica, ingigantisce, è inversamente proporzionale al tempo, è un numero che non conosce cifre, è un poema in versi, in rima baciata, alternata, in rima di baci, di voli, di suoni, in qualsiasi istante, vicino, lontano, adesso e per sempre, in qualsiasi istante è un avverbio di modo, di tempo, di luogo, in qualsiasi instante è un amare un po' di più. Non è una regola matematica, non si mette tra parentesi, al massimo si moltiplica all'infinito, e il risultato non è la somma, non è la divisione, ma il resto di un'addizione che vince il tempo e i passi sbiaditi, che vince il tempo e la sorte. L'amore è il resto. L'amore è tutto quello che resta, quando il resto svanisce. 

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