martedì 19 maggio 2020

LA DAD AL TEMPO DEL COVID19

Io ti sento tu mi senti? mi senti? Sì ti sento. Tu mi senti? Lei mi vede prof, mi vede? Sì ti vedo tu mi vedi? La connessione c'è, siamo connessi, siamo iperconnessi, così lontano e non siamo mai stati tanto vicini. "Il link funziona prof?" Entro, non entro, non mi fa entrare, la stiamo perdendo, la connessione!! C'è il polso, non c'è segnale,  c'è la ripresa, resiste, eccola, fa una smorfia, fa una giravolta, ha abbandonato...la riunione. 

La didattica a distanza ci ha trasformato. A noi proff ci ha resi degli zoombie, ormai vediamo un link di meet anche nello schermo del microonde. Occhi che bruciano, mal di testa, antenne di ricezione e trasmissione da fare invidia a mediaset e al migliore entomologo, non è solo una questione didattica, ormai per noi proff la dad è una questione di vita o di morte, tra cellulari, mail e videoconferenze siamo diventati automi da 5G (e con G intendo 50 ore al giorno). 

E poi ci sono loro, i ragazzi. Mancano e tanto. Manca il rapporto umano, lo scambio di sguardi, manca la quotidianità condivisa, mancano le loro voci, il suono della campanella, il gesso della lavagna. Adesso ci vediamo tutti attraverso uno schermo. E loro non si smentiscono, sono unici, a modo loro. Così le metamorfosi di Kafka sono il racconto di un uomo scarafaggio che vuole sapere perchè e chiede consiglio alla sorella, gli eupatridi non sono figli di nobile stirpe ma sono i figli di buona donna, e tu da brava conduttrice ti trasformi da Alberto Angela divulgatore in Gerry Scotti che chiede l'aiuto da casa. 

E da novella conduttrice, ti ritrovi pure a dover negare le tue origini per improvvisarti tecnico informatico. "Prof il file non si apre, prof il file non si legge, prof ho finito i giga, prof classroom non mi riconosce" e così via. Cosí, dopo la danza delle probabilità e i calcoli del possibile e dell'improbabile e del "così è se vi pare", per tutti alla fine vale il vecchio metodo infallibile (degno di un anti-ingegneristico approccio su base euristica) ovvero il metodo sempre eterno dello "spegni e riaccendi". 

Lo "spegni e riaccendi" non mente mai. 
Tra flauti di fratellini e tabelline di sorelline, tra pigiamini e impreviste apparizioni, la dad ci mantiene vicini, legati al filo invisibile di una connessione che siamo noi. In attesa di tornare presto a scuola, di ricominciare, di tornare ad essere insieme, questa volta per davvero.



Nessun commento:

Posta un commento