lunedì 4 maggio 2020

FASE 2

Siamo nella fase 2, almeno da quando il mondo ha preso a darsi nomi di questo tipo, lockdown, fase 1, fase 2, quarantena, fase incognita, fase previsione, una segmentazione di giorni strappati ai giorni, scanditi da decreti, bollettini della protezione civile, dati e stime ufficiali, numeri, previsioni, vite che si spezzano, vite che si interrompono, che finiscono, riprendono, ricominciano. 
Siamo nella fase in cui qualcosa può ricominciare. C'è chi timidamente esce di casa, chi impazzisce di sole, chi torna a lavorare, chi esce e va, ma sa che qualcosa dentro ognuno di noi è cambiato per sempre. 

Ricominciano i rumori del traffico. Un paese sonnolento è come una bolla di tepore ed intimità, è un qualcosa di dimesso, di indiscreto, che si sente dentro, che non ama la visibilità, un paese ha un suo ritmo proprio, ha un suo respiro, che a tratti coincide con quello del mondo, a tratti va per conto suo. 

Mi chiedo cosa sia adesso la cittá. La città con la sua eleganza e la sua terribilità, con il suo troppo grande e troppo immenso, con i suoi piccoli passi e i grandi viali, con i respiri del mondo che si incrociano a quelli del tempo, e restano lì sul viale dei ricordi, per qualcuno, sul viale della storia. Chissà come riprende a vivere la città. Avrá una sua grazia, una sua energia, una sua ansia di vita. 

La fase 2 si lascia dietro giorni indelebili e cambiamenti. Qualcuno é invecchiato davvero, qualcuno ha imparato il senso delle cose, qualcuno non aspetta altro che tornare a vivere. Ricominciare. 

Si ricomincia ogni giorno, ma ci sono giorni che lasciano un segno diverso, e sono quei giorni lì che scandiscono le vere fasi che saranno i punti di snodo di una vita. Arrivano all'improvviso, e lentamente si portano via qualcosa, pezzo a pezzo ti dicono altre verità. Ci sono fasi che si imprimono nella pelle e nel cuore. Restano dentro, per chi ha amore per non lasciarle andare, mentre semplicemente, ci lasciano.


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