lunedì 11 marzo 2019

CANTO ALLA LUNA DELLE ILLUSIONI

Io leggo. Leggo per cercare le risposte, per trovare le parole, per vivere quella sospensione del tempo, per avere un piccolo sembiante di eterno.
Leggo, e tutto prende forma. Leggo le parole che furon di altri, i pensieri che sono sentimento comune, in questa vita fatta di amore e di pianto, di gioia e lamento, di infinito e forza. A volte scrivo, ma quello che scrivo non è mai come ció che leggo. È nella lettura che c'è arricchimento, conoscenza, nuovo inizio ed eterna gioventù. Scrivere è una forma di compensazione. È un anestetico per tutto quello che ho perso, per quello che non è più, per il canto alla luna delle illusioni, per quello che non sono stata capace di capire, per quello che non sono stata in grado di vedere, per quello che è parte di me, per quello che mi riporta a me stessa. Non puoi scrivere se non pensi a qualcuno, se non porti qualcuno o qualcosa nel cuore. C'è un momento preciso che ti insegna il valore delle cose. Non lo impari subito, lo capisci a poco a poco, e succede ogni volta all'improvviso, quando la vita ti mette davanti alla verità delle cose, quando ti lascia il sapore di una casa o di un ricordo, dei giorni dell'infanzia, delle finestre della nonna con ancora i vasi di fiore e pieni di luce. Lo capisci quando non puoi fermare il tempo, nè i segni dei giorni sul calendario, e le tasche ormai non hanno più caramelle, ma sospiri, o qualche rapido fiore. Lo capisci quando stringi tutta te stessa, e l'anima s'incontra in un pensiero d'amore e una preghiera. 


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