martedì 8 gennaio 2019

I MIEI ALUNNI

I miei alunni sono autentici e sono originali. E oggi autenticità e originalitá sono dei veri e propri pregi. Insegnare in un istituto di questo tipo lo consiglio a tutti quelli che credono nella infinità varietà del tutto. 

È camaleontico, un momento prima sei la persona più positiva del mondo, il mondo è la tua patria, e il momento successivo sei come la voce di "The Ring", simpatica come i protagonisti di "Saw- l'Enigmista" o come l'incredibile Hulk sul punto di spaccare tutto. 

È catartico, quel "lasciate ogni speranza o voi ch'entrate" Dante deve averlo pensato per i docenti del ventunesimo secolo alle prese con gli studenti più vivaci di oggi, è filosofico, come dire "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare", o forse è solo un'emozione per pochi adepti, un culto misterico di devozione alla causa scuola a mo' di rito di iniziazione che si basa su una buona dose di fede e spirito di sacrificio. 

I miei alunni poi, sono un corso di aggiornamento continuo. 
Con loro le civiltá fluviali hanno avuto origine vicino ai fiumi perché lí almeno era possibile lavarsi, e gli uomini primitivi non erano molto acculturati (non fa una piega). 

Siamo stati così tanto sugli Egizi che temo Tutankamon si risvegli e mi punisca per profanazione potenziale di riti, tempi e luoghi sacri,  ma poi mi solleva un po' che anche i miei studenti scrivono con scrittura pseudo- geroglifica, e allora spero che ad Osiride (e a Indiana Jones) facciamo almeno un po' di simpatia. 

Certo è una soddisfazione sentire urlare "Sei una ziggurat!" per dire che sei un tipo tosto e saper pronunciare Nabucosodor senza comprare una vocale. Senza nulla togliere alla piramide, ovvio, che rimane sempre la preferita. Ma poi ci sono anche i fuori programma belli, quelli da ricordare.

Succede all'improvviso che all'"urlo nero"di Quasimodo qualcuno parli di sinestesia, che alla parola ossimoro qualcuno decodifichi con "ghiaccio bollente". 
Sono i momenti da top ten, da pole position, da standing ovation. È la commozione, pura e semplice, di una prof che ci crede ancora e sempre e fino alla fine e vorrebbe insegnare qualcosa. 

I miei alunni mi stupiscono, mi incuriosiscono, mi fanno arrabbiare, mi deludono, mi sorprendono, mi fanno riflettere, mi fanno crescere, mi fanno mettere in discussione, mi arricchiscono, mi fanno guardare dentro continuamente. 
A volte mi sento svuotata, vorrei fare tanto per questi ragazzi, dar loro la voglia, la forza, la fiducia per credere in se stessi e nei loro sogni, a volte è estenuante, ma resta che é comunque un lavoro bellissimo. 

E loro? 

Si preoccupano pure per me!
Tempo fa mi hanno detto. "Prof, come sta? Ci sembra un po' triste. Se è triste perché non ha un marito/ barra compagno barra fidanzato non si preoccupi! Ci pensiamo noi! Oggi pomeriggio telefoniamo a "Uomini e donne!!". 
Spirito imprenditoriale senza dubbio. 
Ogni scusa é buona per non studiare. 
Va a finire che adesso divento pure famosa.


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