venerdì 18 novembre 2016

E CONSUMIAMO IL NIENTE

Quanta solitudine c'è in un mondo che non sa più tenersi per mano.
Che ha paura di guardarsi negli occhi, che ha paura di pensarsi indietro,
e avanti che non è mai abbastanza.
Un mondo che ha imparato cosa significa evolvere.
 Che ha scoperto come diventare grande, come abbracciare l'universo, e quelle stelle piccole lassù che sono fuoco e sostanza. Le stelle che magari bruciano in una notte e che sul tavolo da lavoro sono astronomie sconosciute, astrologie fantasiose da leggere su una mano, e strade del sogno e d'invenzione nelle notti di luna e fantasia.
 Un mondo che ha imparato a leggere le pietre, che ha capito come accendere un lampione, un mondo che sa come dare forma alle strade, come trasformare i contorni, modellare confini, e unire distanze e alteritá.
Un mondo che sa come andare avanti, ma che non sa come guardarsi indietro.
Indietro quando il tempo era tempo e bastava per essere vivi, quando non c'erano ingorghi e l'anima viveva di te, e non era solo una voce da soffocare e da riempire.
Quando non si buttava niente, e le emozioni non bruciavano la notte, ma la accendevano, e le esperienze erano attimi intensi di una piccola immensitá, e formavano quello che eri, e sancivano quello che sei.
 Quando un quaderno nuovo tra le mani erano pagine bianche da riempire, e la seta antica un corredo e un'emozione, una carezza di un'unica volta sulla pelle che sapeva di attese e felicitá.
 Quando non si consumavano i ricordi, e le case erano piene di tutto, e gli oggetti rotti ed aggiustati avevano tanto da raccontare, ed erano un pò una famiglia.
Non si consumavano le storie, i pensieri e le parole, non si consumavano le attese, e tutto aveva senso e valore.
 Si era vivi, o forse solo autentici, eppure tutto d'allora sapeva di inaspettata normalitá, e i brividi erano brividi, e gli sguardi erano occhi e trepidanti nella notte, e le paure erano sincere e reali.
Oggi invece stringiamo tra le mani il niente.
Consumiamo tutto e non ci resta niente.
Non il tempo per sentire, non il silenzio per capire, non il rumore per ascoltare.
Condividiamo tutto ma non sappiamo nulla di certo.
Sfioriamo visi, tocchiamo emozioni, ma senza accarezzarle davvero, custodiamo ricordi, ma senza possederli davvero, ci piace un po' tutto, ma forse no, perchè in realtà non c'è un punto d'incontro che sia esplosione e emozione.
Che sia creare costellazioni, come con l'amore, che sia una pioggia improvvisa e fresca, che sia come disegnare le voci, o dipingere il mare con l'acqua del mare.
Oggi digitiamo il nostro presente, e scorriamo tra le mani il nostro futuro. E consumiamo tutto.
Batteria, giga, wifi, connessioni e sorrisi.
Tempo, emozioni e confessioni non dette, e parole attese mai sperate.


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