martedì 21 maggio 2019

STANCHEZZE

C'è una stanchezza che non è solo quella degli insegnanti a maggio. 
È una stanchezza diversa, che coincide con la verità. La stanchezza dei grandi è diversa da quella dei bambini. Quando hai questo tipo di stanchezza qui, non c'è nulla da fare, significa che sei cresciuto. 

I bambini quando sono stanchi fanno i capricci, ma tuttavia potrebbero continuare a giocare all'infinito, e tutto per il solo piacere inconsapevole di essere, di esistere. Per i grandi no, per i grandi è diverso.
Non bisognerebbe mai perdere quella leggerezza lí, quella dei bambini, qualcosa di bello da fare, qualcosa di buono da mangiare, qualcuno di amato da abbracciare. 

La stanchezza dei bambini si auto-annulla, si azzera, ricomincia, si dimentica. Si scarica alla sera, è nulla ogni mattina, con la luce del sole.
 Quella dei grandi invece è una stanchezza diversa, non si dimentica, a volte neanche si manifesta, ti resta dentro, era lì ad una festa di compleanno, ad una seduta di laurea, in fila all'ufficio postale. Ti rende triste, ti lascia assorto.

È una stanchezza che nasce dagli occhi quando hanno troppo visto o troppo sofferto, quando hanno troppo amato o  troppo sognato, quando hanno troppo temuto o sbagliato nei tempi, nei bilanci, nei programmi, o in nulla, è così e basta, e dire che non c'è una stanchezza precisa, ognuno ha la sua, bella e buona e giusta, o ingiusta, perchè non tutte le stanchezze sono giuste.

È una stanchezza che nasce dal dolore, mai dalla felicità. Non si può essere stanchi della felicità, al massimo non la si comprende per davvero, è come per Chiara Ferragni che affitta Gardaland ma poi va in giro in bici,  la stanchezza dei grandi non si sa, ma ha qualcosa che ha a che fare con la vita, e fa un po' male al cuore. 

Il tempo che passa, quello che porta con sè, quello che abbiamo perso, quello che eravamo e che non siamo più, quello che volevamo fosse il mondo e invece è tutta un'altra cosa, quello che faresti per cambiare le cose e non si può, le parole non dette, quelle sprecate,  perchè la vita è sempre troppo grande per i sogni di chi non sa ancora cosa significa crescere. 

Ci sono stanchezze che fanno profondamente soffrire.
Altre no, altre insegnano, altre le assapori, altre ti dicono cosa ami. E vorresti inseguirle all' infinito. 
Le stanchezze lasciano impronte sui volti della vita, scavano rughe lì dove c'erano attese, riempiono silenzi di verità, ma insegnano il senso delle cose, gli sguardi veri sulle parole importanti, quello che sei, la musica che hai dentro, quello che resta fuori, quello che porti con te, la misteriosa permanenza dell'amore, nella corrente mai ferma della vita. 




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