domenica 24 febbraio 2019

50 SPECIAL

20 anni da 50 special. Non ci credo. 
L'album era Squerez ed era di ragazzi bolognesi un po' più grandi di me. Io facevo la seconda media, loro mettevano la s al posto della z. Quanto era bello andare in giro per i colli bolognesi, era il tempo di Jack Frusciante, neanche sapevamo cosa significasse avere una vespa "che ti toglie i problemi". Era il periodo degli album, dei cd, dei video, di "C'è qualcosa di grande tra di noi", di "Se ci saró", la canzone poesia, cantata rigorosamente da Cesare e non da Ballo, del "senza di te, io non potrei". Era il 1999, l'anno successivo sarebbe arrivato Gigi D'Alessio con "Non dirgli mai", l'anno dopo sarebbe arrivato il liceo. Anno dopo anno. Non te ne accorgi. Eppure gli anni passano e ti ritrovi a scrivere del tempo di una canzone, chissà perchè proprio quella, chissà perchè proprio adesso, di quello che si porta via e di quello che resta. Di quello che ti restituisce. Per un attimo, forse. L'immagine di un tempo passato, ancora vivido, un profumo, uno sguardo, un sorriso, una frase sul diario. E così so che mi piace parlare con due categorie di persone. I bambini, e gli anziani. Loro sanno sempre quello che vale la pena guardare, e come guardare. Loro sanno sempre quello che conta. Conoscono le parole degli occhi, l'immediato dei gesti, la sacra umanità di una preghiera, quando si fa sillaba o sorriso, lì c'è l'uomo che sa il bello di amare, la semplice umanità del sentire con il cuore.  


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