venerdì 15 settembre 2017

SETTEMBRE

Il mare di settembre é freddo.
Non ci si può fare niente, anche se calmo,
anche se dolce, anche se mite, é un mare d'autunno.
Anche se il suo azzurro é quello del cielo terso che non sa piú i canti d'amore e le stelle, anche se il volo dei gabbiani é un po' piú basso, e la sabbia piú sottile, e la spiaggia vuota e immensa, é un mare freddo. Un mare che conosce il delirio di un'estate di sogni e lampi di luce, di canzoni urlate nel vento d'una furia d'agosto, lì dove tutto é spumeggiante evasione, e dove i fuochi d'artificio colorano un cielo di stelle cadenti e sussurri e silenzi, magiche promesse che sanno un po' di tenerezza e confusa felicità. É un mare che sa il rumore delle onde strappate alla notte, sempre piú lunga e sempre piú vicina, che conosce il grigiore della pioggia, il sapore degli addii, e delle lacrime che non hanno parole, o canzoni.
E così capisci che quel mare che scava confini e modella i pensieri, nel quale anneghi e t'inebri e pure vorresti non finisse mai, non é altro che tempo. Tempo che passa. E capisci che non ci sono mari adatti per fermare il sale di certe lacrime, né onde dolci, per sostituire il calore di certi abbracci. Comprendi che crescere é perdere una parte di te, e diventare grandi é accudire quella piú preziosa e fragile e forte, e che sulla riva tutto é poesia, perché tutto quello che vi si infrange non finisce ma continua, ed é lì che siamo noi, nelle cose che continuano, che si trasformano e resistono, e che sono un po' un mare profondo e immenso, o una storia, storia d'amore.
Ed io che sono appiccicosa e che vorrei che niente finisse mai, io che non faccio il gioco dei grandi e mi ripeto le parole che incastoni e rendi poesia, vorrei solo gli sguardi giusti come spazio dei miei silenzi.
Nei tramonti di settembre che pure sanno d'antico,
nel profumo di mare, dove l'acqua é fredda,
ma con un sole che non smette mai di sussurrare il tuo nome.

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