Una foglia, forse l'ultima,
sul ramo più alto, dorato,
alla luce di un lampione.
Soffia un vento, che avvolge
il paese nella fredda morsa
della sera. Un vecchio s'attarda
silenzioso, al vento esposto,
fa fatica e avanza a stento,
con il peso degli anni passati,
con lo scadere di quelli che restano.
Il freddo delle strade mi dice
il calore di un nido. È bello riposare,
lì dove la foglia mi racconta
del tempo che passa,
e mi dice il conforto di un riparo,
il tepore di un abbraccio, di un ricordo.
Mai nell'infanzia avremmo dimenticato
cosa significa quella luce che
sa di buono e di calda tenerezza.
Le mani che impastano la farina,
che accarezzano le mie guance,
tessono sogni giovani e preghiere,
e sono come quella sabbia che afferrano
i bambini nelle mani dell'estate,
lo zucchero a velo sui giorni
degli auguri e dei panettoni.
Questa luce che resta
è il calore del cuore.
E non lo sapevo,
questo è amare, questo è amore.
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